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26/03/2024

Allarme povertà: per famiglie con minori il gap si allarga. Barbaresi (Cgil): "Emergenza ignorata"

I dati dell'Istat: oltre 2.234.000 famiglie, per un totale di circa 5.752000 individui in povertà assoluta, con addirittura 1,3 milioni di minori. La segretaria confederale del sindacato: "Con l’autonomia differenziata si aggraverà ulteriormente la situazione nel Mezzogiorno.  Non si investe per mettere i servizi pubblici nelle condizioni di garantire la presa in carico dei bisogni complessi delle persone e delle famiglie disagiate"

Nel 2023, le famiglie in povertà assoluta si attestano all’8,5 percento del totale delle famiglie residenti (erano l’8,3 percento nel 2022), corrispondenti a circa 5,7 milioni di individui (9,8 percento; quota pressoché stabile rispetto al 9,7 percento del 2022). Lo indica l’Istat sulla base delle stime preliminari.

Il quadro, rimarca l’Istat, è di sostanziale stabilità rispetto al 2022: in particolare si tratta di oltre 2.234.000 famiglie, per un totale di circa 5.752000 individui in povertà assoluta.

Sono indicate come assolutamente povere le famiglie con una spesa mensile pari o inferiore a una soglia minima corrispondente all’acquisto di un paniere di beni e servizi considerato essenziale a garantire uno standard di vita minimamente accettabile e a evitare gravi forme di esclusione sociale.

Nel Nord, dove le persone povere sono quasi 136.000 in più rispetto al 2022, l’incidenza della povertà assoluta a livello familiare è sostanzialmente stabile (8 percento), mentre si osserva una crescita dell’incidenza individuale (9 percento, dall’8,5 del 2022). Il Mezzogiorno mostra anch’esso valori stabili e più elevati delle altre ripartizioni (10, dal 10,7 del 2022), anche a livello individuale (12,1, dal 12,7 del 2022).

Dati non nuovi, l'Istat ne aveva già fatto cenno parlando del secondo trimestre ma c'è un dato che allarma ancora di più: 1 bambino su 7 vive in povertà assoluta.

"Siamo di fronte ad una situazione in cui servono provvedimenti immediati per affrontare l’emergenza e una strategia nazionale, per assicurare a tutte le bambine e i bambini e gli adolescenti le stesse opportunità di crescita", sottolinea la Ong Save The Children.

Secondo i dati Istat, i minori in povertà assoluta nel nostro Paese sono 1,3 milioni. "Ciò mostra - dice l'organizzazione - come sia sempre più necessario porre il tema della povertà minorile in cima all’agenda politica.

Nel 2023 l’incidenza di povertà assoluta individuale per i minori ha raggiunto il valore più alto della serie storica dal 2014, attestandosi al 14 percento.

La presenza di figli minori continua a essere un fattore che espone maggiormente le famiglie al disagio socioeconomico, l’incidenza di povertà assoluta si conferma infatti più marcata per le famiglie con almeno un figlio minore (12), rispetto alla generalità delle famiglie (8,5)".

Barbaresi: emergenza da affrontare

"La povertà aumenta e raggiunge livelli da record storico, a conferma del fallimento delle scelte del Governo. Occorre intervenire ripristinando al più presto uno strumento di contrasto alla povertà e di sostegno al reddito che sia universale, ed è necessario investire nell'infrastrutturazione sociale per rispondere ai bisogni delle persone in condizione di difficoltà con la presa in carico attraverso servizi pubblici". Così la segretaria confederale della Cgil Daniela Barbaresi.

La dirigente sindacale sottolinea: "Sono numeri preoccupanti e rendono evidente quanto siano sbagliate le politiche del Governo".

"Questo Esecutivo non solo ha cancellato il Reddito di Cittadinanza, facendo dell'Italia l'unico Paese in Europa a non avere più una misura di contrasto della povertà di carattere universale - sostiene Barbaresi - ma è contro il salario minimo, ha azzerato i fondi per gli affitti e per la morosità incolpevole, e non investe nell’edilizia residenziale pubblica nonostante la situazione abitativa sia una delle maggiori cause di disagio.

Con l’autonomia differenziata si aggraverà ulteriormente la situazione nel Mezzogiorno, dove l'incidenza della povertà è maggiore, e le diseguaglianze nel Paese cresceranno.

Non si investe per mettere i servizi pubblici nelle condizioni di garantire la presa in carico dei bisogni complessi delle persone e delle famiglie disagiate, bisogni non solo economici ma anche abitativi, sociali, sanitari, educativi, assistenziali. Occorrono risorse e organici adeguati, a partire dai servizi per l'impiego e dai servizi sociali dei Comuni".

La segretaria confederale aggiunge poi che "i pochi dati resi noti dal Governo su Assegno di Inclusione e Sostegno formazione e lavoro evidenziano il fallimento delle nuove misure.

Le domande accolte di Assegno Di Inclusione sono state 550.000, molto al di sotto delle 737.000 attese del Governo e poco meno della metà del milione 200 mila famiglie che un anno fa percepivano il Reddito di Cittadinanza".

Per Barbaresi "gli esclusi sono troppi, almeno 600 mila famiglie su cui il Governo risparmierà 4 miliardi di euro". Sul Sostegno formazione e lavoro "sembra essere caduta un’inspiegabile cortina di fumo: a fronte di 400.000 possibili beneficiari, a gennaio hanno percepito i 350 euro solo 24 mila persone".

"È necessario e urgente che il Governo ritorni al più presto sui suoi passi - conclude Barbaresi - ripristinando una misura universale di contrasto della povertà senza risparmiare sulla pelle dei più poveri".

Redazione Cuoreeconomico
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