Alluvione, Croci (Ance ER): “Imprese edili non possono più attendere, stop a fase emergenza”

(Maurizio Croci, presidente di Ance Emilia-Romagna)
Il presidente dei costruttori edili: “Codice degli appalti è utile, ma va corretto. Intanto però vanno sbloccati i 440 milioni di euro a disposizione e lavorare per favorire semplificazione, massima velocità nella ricostruzione, legalità e reciproca fiducia”
“Dopo l'alluvione in Romagna, le nostre imprese hanno lavorato, si sono messe a disposizione e hanno fatto tutto quello che potevano.
Oggi stanno ancora aspettando i soldi, ossia i pagamenti degli interventi di emergenza, con importi anche veramente importanti. Riescono a resistere, ma per ora, e ci sono altri problemi intanto, a partire dal Superbonus e non solo".
Maurizio Croci, presidente di Ance Emilia-Romagna, durante il convegno dell'associazione a Bologna “Nuovo Codice dei contratti pubblici: prima applicazione e prospettive”, in presenza del viceministro alle Infrastrutture, Galeazzo Bignami, esprime tutta la sua preoccupazione per la difficile situazione delle imprese del settore delle costruzioni colpite dall’emergenza. CUOREEECONOMICO era presente.
"Abbiamo partecipato alle riunioni col commissario – continua – che ha esplicitamente detto che i soldi sono arrivati e lui ha provveduto a tutti gli atti, per mettere a disposizione gli oltre 440 milioni di euro in ballo.
Ora la palla passa a Comuni, Unioni comunali e Province, enti di bacino: sono loro che adesso devono predisporre tuti gli atti per pagare le imprese. Tocca a loro” esorta Croci.
Le imprese dei territori chiedono risposte
“Alla luce dell'alluvione che, lo scorso maggio, ha colpito l'Emilia-Romagna e della ricostruzione – dice ancora – Ci auguriamo che la struttura commissariale e gli enti attuatori tengano in debita considerazione le imprese operanti in prossimità dei territori alluvionati, per favorire la semplificazione, la massima velocità nella ricostruzione, la legalità e la reciproca fiducia”.
Il nuovo codice degli appalti
Croci commenta anche il nuovo codice dei contratti pubblici per il quale Ance esprime il suo apprezzamento anche se aspetta dei correttivi e il via libera da parte degli enti locali per smantellare parte della burocrazia.
"Sposiamo l'impianto del nuovo Codice dei contratti pubblici, anche se abbiamo sempre chiesto correttivi e continuiamo a chiederli – spiega –. È giusto e corretto avere un nuovo codice, ma va corretto in alcuni aspetti".
"Giustamente, le amministrazioni pubbliche dovranno cominciare ad usare tutte lo stesso prezzario regionale, invece dei diversi che c'erano fino ad oggi – chiarisce –: è uno degli aspetti principali della riforma, di sicuro.
Bene anche il partenariato pubblico-privato, sotto forma di società con dentro la componente pubblica, sia per i lavori pubblici sia nella rigenerazione delle città, come noi speriamo”.
“Da parte nostra – precisa – stiamo continuando ad aggiornarci con le nostre associazioni, nel vivo della riforma, ma al momento la parte che manca è proprio quella delle amministrazioni pubbliche: devono abbattere la burocrazia, anche la Regione Emilia-Romagna, come coordinamento generale, sta cercando di agire in questo senso”.
Schiavo: contiamo su correttivi, ma pericolo illegalità è un falso problema
"Il Codice appalti è un nuovo strumento varato abbastanza in fretta, entro fine anno dovrà essere il nostro vademecum – sottolinea il vicepresidente nazionale Ance con delega alle Opere pubbliche, Luigi Schiavo – . Le perplessità ci sono, come per ogni strumento nuovo, e servirà un po' di rodaggio. Ma contiamo anche su correttivi, condivisibili, che dovrebbero arrivare presto".
Per quanto riguarda i subappalti e i pericoli sul fronte della legalità, evocati dai critici della riforma, Schiavo è del parere che sia “un falso problema, perché i subappalti ci sono sempre stati. Eravamo in infrazione europea su questo, ma sempre si faranno, pur con le dovute verifiche e controlli a cura degli organi preposti”.
“Il nuovo Codice prevede questi controlli ma – evidenzia –, non è sua competenza procedere alle verifiche".
Di Paola Benedetta Manca
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