Alluvione, il mondo agricolo al Governo: "Ecco le nostre richieste per ripartire"

Le associazioni di categoria hanno incontrato al Ministero dell'agricoltura il ministro Lollobrigida ed il commissario Figliuolo. Sul tavolo la conta dei danni dopo il maltempo, ma anche le prospettive per una ripartenza nel segno degli interventi rapidi
"Un modello di coordinamento da mantenere, dove sono stati delineati interventi di pianificazione strategica così come interventi di natura ordinaria e straordinaria".
E' quanto emerso dall'incontro al ministero dell'Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste (Masaf) del ministro Francesco Lollobrigida con il commissario per la ricostruzione in Emilia-Romagna, generale Francesco Paolo Figliuolo, e associazioni di categoria per discutere delle misure di sostegno alle aziende agricole colpite dagli eventi alluvionali.
Sono state indicate - a quanto appreso - l'opportunità di coinvolgere le strumentazioni predisposte dal dl Acqua, nonché di includere nella gestione di questa crisi anche il commissario per l'emergenza idrica, Nicola Dell'Acqua, per promuovere l'agricoltura come soggetto chiave nella lotta al dissesto idrogeologico.
Dall'altra parte è imprescindibile, è stato sottolineato dal ministro Lollobrigida, il coinvolgimento degli agricoltori e degli allevatori nella tutela del patrimonio paesaggistico, territoriale ed ambientale.
Durante l'incontro, il ministro ha sottolineato l'importanza di fornire alle aziende agricole le risorse necessarie al recupero delle attrezzature danneggiate, per il quale è stato destinato una parte del bando dell'innovazione mentre sulla questione dei fondi europei, Lollobrigida ha espresso soddisfazione "per l'approccio sinergico adottato, che ha consentito di ottenere un finanziamento di 60 milioni di euro". Si punta poi "ad aprire un tavolo di discussione con le Regioni per valutare ulteriori proposte".
Il Masaf ha infine ribadito l'impegno a sostenere le aziende agricole colpite dalle calamità naturali, collaborando con il commissario Figliuolo e le istituzioni coinvolte attuando un piano d'azione condiviso per garantire una solida ripresa del settore agricolo.
Il mondo agricolo pronto a collaborare
Le associazioni di categoria, Cia, Coldiretti, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle cooperative hanno dal canto loro hanno espresso piena volontà collaborativa, ponendo l'accento sul alcuni punti.
Confagricoltura sottolinea, per bocca del dg Annamaria Barrile come si debba collaborare "alla definizione di una strategia nazionale che, a medio lungo termine, ci permetta di proteggere e preparare l’agricoltura alla gestione di questa ormai ineluttabile sfida climatica”.
Tra le proposte avanzate da Confagricoltura, la necessità di un cofinanziamento nazionale del 200% sulla riserva di crisi della Pac per poter indennizzare le aziende colpite.
Sono indispensabili risorse adeguate a risarcire le imprese e sostenerle nella ricostruzione delle strutture e degli impianti frutticoli in campo; linee di credito dedicate con costo del denaro calmierato, garantite dallo Stato e diversificate nel rientro, secondo le peculiarità delle singole filiere produttive.
A riguardo, Barrile ha ringraziato Ismea per le misure introdotte, evidenziando al contempo l’urgenza di continuare a sostenere le imprese già messe a dura prova da gelate e siccità.
Cristiano Fini, presidente di Cia sottolinea come "E’ necessaria una legge speciale che ricalchi l’intervento legislativo degli eventi sismici del 2012, prevedendo indennizzi per le strutture danneggiate, gli scoli e le infrastrutture a uso irriguo”.
Per Fini, un’attenzione particolare deve essere prestata alle zone collinari, dove va fatto un grande lavoro sulle infrastrutture viarie per evitare la chiusura di attività agricole e zootecniche che acuirebbero i fenomeni di spopolamento già in atto da molti anni.
Fini ha anche posto l’accento sul problema delle gelate tardive di aprile, che hanno causato in Emilia-Romagna danni persino più devastanti di quelle del 2020-2021.
Occorre, dunque, un intervento urgente per risanare queste imprese agricole, che oltre all’alluvione hanno dovuto affrontare l'ulteriore effetto del clima impazzito della recente primavera e rischiano di non avere alcun reddito nel prossimo anno.
Coldiretti, col presidente Ettore Prandini,sottolinea come "Nelle campagne alluvionate – sono andati perduti raccolti su centinaia di migliaia di ettari di ortaggi, grano orzo, mais, girasole, colza e soia, frutteti e vigneti. Si dovranno espiantare e reimpiantare 15 milioni di piante e ci vorranno anni prima che torneranno a produrre.
Senza dimenticare le difficoltà – del rilevante indotto nelle industrie e nelle cooperative di lavorazione e trasformazione alimentare che fanno della Romagna la fruit valley d’Italia.
Ai danni sulla produzione agricola – evidenzia Coldiretti – si aggiungono quelli alle strutture, le serre, gli edifici rurali, le stalle, i macchinari e le attrezzature perse senza contare la necessità di bonificare i terreni e ripristinare la viabilità nelle aree rurali con frane nelle aziende e lungo le strade".
Copagri, col presidente Tommaso Battista ricorda fra i altri possibili interventi, segnala "la necessità di reperire risorse anche dai Fondi di Coesione afferenti alla programmazione in corso e non ancora impegnati, così come dal PSR, creando una misura ad hoc per la sola regione Emilia-Romagna e istituendo un Fondo di solidarietà in cui far confluire i contributi di tutte le regioni, come già avvenuto per il terremoto”, ha suggerito il presidente, ad avviso del quale “bisogna ragionare anche su possibili interventi in ambito PSN, che siano finalizzati al ripristino del potenziale produttivo agricolo e zootecnico danneggiato da calamità naturali, eventi climatici avversi assimilabili alle calamità naturali e da eventi catastrofici”.
Secondo Davide Vernocchi e Christian Martetti di Alleanza Cooperative agroalimentari "solo nel settore ortofrutticolo le aziende dovranno fare i conti con una contrazione della produzione pari a una media del 60% e con danni qualitativi generalizzati, che porteranno ad un raddoppio dei costi produttivi lungo la filiera per la campagna in corso.
Aiutare le aziende colpiteè un investimento per il futuro perché l'eventuale abbandono di quei territori significherebbe aumentare la probabilità di futuri dissesti idrogeologici e quindi di altri interventi straordinari”.
Redazione Cuoreeconomico
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