ven 12 dic 2025

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Bruno (Confcooperative Basilicata): “Dl Sud e Zes unica occasione, ma occorre cambiare modelli gestionali”

(Giuseppe Bruno, presidente di Confcooperative Basilicata)

Il presidente della cooperazione lucana a CUOREECONOMICO: “Bene le risorse, ma bisogna orientare lo sviluppo della regione e del Mezzogiorno. La Basilicata è pronta per affrontare i cambiamenti che queste opportunità offrono? Dovrà dimostrarlo. Ascoltare le esigenze di imprese e territorio, perché solo con la collaborazione tra pubblico e privato e coinvolgimento delle parti sociali si possono valorizzare al massimo il Pnrr”

Cooperazione, strategia, rapidità. Sono le tre parole chiave per il presidente di Confcooperative Basilicata, Giuseppe Bruno, il quale rimarca come il 2024 rappresenti un anno cruciale per la penisola italiana in vista delle importanti sfide da affrontare e vincere.

Il numero uno lucano di Confcooperative chiede anche alla politica locale di valorizzare i punti di forza del territorio, oltre ad ascoltare maggiormente le esigenze delle imprese e della comunità.

Infatti, a detta di Bruno, solo così la regione lucana potrà usufruire al meglio della preziosa opportunità relativa ai fondi del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza.

Presidente, cominciamo dal “Decreto Sud”. È una misura soddisfacente?

È un decreto dal contenuto ambizioso e che risponde ad una ratio di coordinamento necessaria. È innegabile la positività dello strumento che approccia al tema dello sviluppo del Mezzogiorno in un quadro composto di misure per il rilancio dell’economia meridionale.

Ora serve rapidità nella definizione della struttura di missione e un piano strategico, che guardi non solo all’utilizzo delle risorse, 4.5 miliardi in tre anni, ma che dica anche con quale visione orientare lo sviluppo del Mezzogiorno, affinché le risorse vengano impegnate nella giusta direzione”.  

Come valuta la Zes unica per le imprese del Sud? Cosa comporterà?

Anche la Zes Unica è figlia di questa visione. È dotata di un Piano Strategico coerente con il Pnrr, ora è urgente scrivere una strategia di politica industriale chiara, il più possibile coerente con quella originaria.

A patto che parta, però, dal riconoscimento dell’esistenza di diversi Sud, a differenti velocità. Ritengo, pertanto, necessarie misure di pareggiamento per quei territori come la Basilicata, che scontano oggettivi gap di competitività legati soprattutto ai deficit infrastrutturali”.

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In che condizioni si trova il mondo delle cooperative lucane?

La cooperazione tutta in Basilicata da sempre svolge un ruolo importante di coesione sociale. È la modalità con cui opera che contraddistingue la sua azione e la capacità di rendere le persone protagoniste, insieme alle loro comunità di appartenenza.

Un soggetto giuridico che, a differenza di altri, guarda alla comunità come beneficiaria ultima dello sviluppo. Capace oggi non solo di rispondere ad un principio originario di mutualità interna, ma di estendere anche all’esterno la propria missione.

Ecco, quindi, che tutta la cooperazione nei suoi diversi settori (quello abitativo, quello dei servizi, l’agroalimentare, sino ai servizi di welfare e sanitari, così come la cultura e il turismo, il credito attraverso le BCC) concorre allo sviluppo di un territorio. Mantenendo le sue tante sfaccettature, è capace allo stesso tempo di essere unica ensemble.

Certo, non possono nascondersi ombre in questa fase, su alcuni settori strategici, come il socio sanitario, ancora oggi la Basilicata risponde a vecchie logiche di affidamento di servizi e non ad un sistema moderno di accreditamento.

Norme che purtroppo si scontrano con gli stessi obiettivi di investimento della Zes, ad esempio. Stessa cosa dicasi per le politiche di sviluppo abitativo e di sostegno alle fasce sociali deboli, unica via per provare a invertire lo spopolamento ormai inesorabile, come lo stesso Svimez ha evidenziato nell’ultimo rapporto.

Questi pochi esempi servono per adagiare una riflessione necessaria: bene gli strumenti Decreto Sud, Zes e Piano strategico, ma le regioni e quindi la Basilicata, sono pronte ad accogliere la “novità” con un substrato normativo già pronto alla sfida?”.

Le cooperative lucane come sono venute fuori dalla difficoltà della pandemia? A che punto sono?

Dopo un 2020 che ha visto significativi arresti alle attività dovuti alla pandemia, dal 2021 si è registrato una netta ripresa. Abbiamo dovuto fare i conti con qualcosa a cui non eravamo pronti culturalmente, bisogna ammetterlo.

Però, questo cataclisma esistenziale ci ha aiutato a scoprire competenze latenti, che grazie al digitale possono aggiungersi a quanto già stavamo facendo.

Le cooperative sono da sempre punta avanzata dello sviluppo, ma oggi devono compiere un ulteriore sforzo: non possono restare ancorate a modelli gestionali e organizzativi oramai trapassati, debbono sapersi innovare nei processi di produzione e di sviluppo dei servizi.

Molte lo stanno già facendo, con propri investimenti, e hanno sviluppato collaborazioni spesso poco conosciute ma di grande rilievo nel panorama dell’innovazione tecnologica. Questa è la strada da percorrere, non farsi travolgere dal cambiamento, ma governarlo con pensiero e azione”.

Come valorizzare al massimo le opportunità del Pnrr per il rilancio delle cooperative lucane?

Valorizzazione dei punti di forza, migliorando infrastrutture, e ascolto delle esigenze delle imprese e del territorio: sono questi i fattori perché la Basilicata possa utilizzare al meglio le risorse finanziarie dell'Unione europea per il rilancio delle cooperative lucane. Oggi abbiamo risorse senza precedenti, che la Basilicata deve sfruttare al meglio”.

Quali sono le vostre richieste al governo Bardi per aumentare la competitività del comparto cooperativistico?

Le visioni cooperative per uno slancio ulteriore del settore in parte risiedono nell’attuazione della stessa legge regionale 12/2015, che con il governo Bardi si è iniziata ad attuare. In questa direzione, ad esempio, è il finanziamento del Fondo rotativo per gli investimenti. Vanno ora completati tutti gli obiettivi della legge. Inoltre, non si può prescindere da una sburocratizzazione e efficienza amministrativa per velocizzare atti e finanziamenti.

Se da un lato, poi, è necessaria una pubblica amministrazione in grado di gestire e rendicontare numerosi progetti, dall’altro sembra imprescindibile un contributo delle imprese per la realizzazione degli obiettivi.

Dunque, la richiesta è di ascoltare le aspettative delle imprese e del territorio perché solo con la collaborazione tra pubblico e privato e coinvolgimento delle parti sociali si possono valorizzare al massimo le opportunità del Pnrr per le cooperative lucane, e quindi per la Basilicata”.

Di Guido Tortorelli
(Riproduzione riservata)

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