ven 12 dic 2025

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Butti: "Ict nella pubblica amministrazione traino dell'innovazione". Ma i siti sono in affanno

(Alessio Butti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all'Innovazione tecnologica)

L'agenzia italiana per il digitale segnala una spesa crescente sul fronte dell'innovazione tecnologica e della digitalizzazione nella pubblica amministrazione, ma in realtà l'accessibilità dei portali è ancora bassa. A sorpresa, Lombardia la peggiore insieme a Calabria e Valle d'Aosta. Il sottosegretario: "Migliorare affinché nessun cittadino sia escluso, uso della Ict sia intelligente"

"I crescenti investimenti Ict nella pubblica amministrazione rappresentano il motore trainante dell'innovazione, dell'efficienza e della trasformazione digitale.

Stiamo lavorando per promuovere un ambiente favorevole all'innovazione tecnologica, investendo nelle infrastrutture digitali per garantire una connettività rapida e affidabile su tutto il territorio nazionale.

Se vogliamo migliorare i servizi offerti a cittadini e imprese, la pubblica amministrazione italiana deve essere all'avanguardia nell'adozione delle tecnologie digitali. Per questo i nostri sforzi sono volti a rafforzare efficienza, trasparenza e accessibilità, grazie ad un utilizzo intelligente dell'Ict".

A parlare è il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all'Innovazione tecnologica, Alessio Butti, commentando i recenti report "La spesa Ict nella Pa italiana 2022" e "La spesa Ict nella sanità territoriale 2022" pubblicati dall'agenzia italiana per il digitale.

Il quadro generale

Secondo quanto emerge, nel 2022,  la pubblica amministrazione italiana ha speso oltre 7 miliardi di euro in Ict (Tecnologie dell'informazione e della comunicazione), il 5,8 percento in più rispetto al 2021. Un dato che secondo le stime continuerà a crescere nel prossimo triennio, anche grazie ai fondi del Pnrr.

Le piattaforme e le infrastrutture rappresentano i principali macro-ambiti in termini di spesa, rispettivamente con il 49 percento e il 20 percent del totale, seguiti da servizi (14), dati (8), sicurezza informatica (4), governance (3) e interoperabilità (2).

Pienamente diffuso è l'uso del cloud: ne fanno ricorso il 100 percento delle pubbliche amministrazionoi locali, il 95 percento delle Regioni e Province autonome e l'89% delle pubbliche amministrazioni centrali; scende l'uso di nome utente e password a favore delle identità digitali Spid, Cie e Cns.

Aumenta l'indice di digitalizzazione complessivo delle  pubbliche amministraziono: è cresciuta la percentuale di amministrazioni appartenenti ai cluster dei Digital leader (12 percento) e degli Advanced (6), cala quello delle pubbliche amministraziono classificate come Digital starter (21) e Growing (1). 

Cybersicurezza e sanità

L'analisi dei dati raccolti mostra, nel periodo 2021-2024, un trend in crescita della spesa Ict della pubblica amministrazione (+5,2 percento). La maggior parte dei progetti si è focalizzata sull'attuazione degli obiettivi dal Piano Triennale per l'Informatica della Pubblica Amministrazione e in particolare sull'evoluzione dei servizi al cittadino, in ottica digital e mobile first.

In particolare, la componente Education segna un aumento del 17,5 percento e un valore pari a 470 milioni di euro, per supportare la digitalizzazione delle attività didattiche attraverso la crescente adozione di sistemi di videoconferenza, oltre che di strumenti per la gestione della relazione docenti-allievi-genitori (ad esempio il registro elettronico).

Complessivamente emerge che le istituzioni stanno continuando ad avanzare lungo il percorso di trasformazione digitale.

Tra gli ambiti principali di investimento che sosterranno la crescita nei prossimi anni si evidenziano: la cybersecurity, da rafforzare in tutti i comparti della pubblica amministrazione, per contrastare l'incremento degli attacchi che soprattutto negli ultimi anni hanno colpito numerosi enti pubblici e aziende sanitarie; la migrazione verso il cloud che riguarderà gli enti della pubblica amministrazione che dovranno attuare la Strategia Cloud Nazionale; le piattaforme dati, il cui sviluppo supporterà l'evoluzione verso un modello di scelte e strategie basate e guidate dai dati; l'evoluzione dei servizi online a cittadini e imprese e dei sistemi di autenticazione e dei pagamenti online. l'identità digitale nazionale unica, propedeutica all'evoluzione verso il portafoglio elettronico (Eudi Wallet). 

Per quanto riguarda la spesa Ict nella sanità territoriale dal rapporto emerge che il panorama presenta elementi e situazioni molto variegate, spesso caratterizzate da casi di eccellenza e vivacità progettuale, e costituisce un contesto in evoluzione.

Per quanto concerne le tipologie di progetti Ict  si registra una forte focalizzazione sui progetti di "Cybersecurity". Il Rapporto evidenzia inoltre come la "Telemedicina" rappresenti tuttora un ambito importante di investimento, con l'avvio di un numero significativo di progetti nel 2022 e nel 2023.

Anche i progetti in materia di "Cartella Clinica Elettronica" registrano un'accelerazione rispetto al passato, sostenuti dall'esigenza di estenderne l'adozione all'intera struttura ospedaliera e di rafforzare i servizi di telemedicina, che hanno spesso determinato la necessità di integrare e ampliare le funzionalità su questo fronte.

Da sottolineare, tuttavia, che le progettualità in essere e prospettiche si focalizzano principalmente sull'aggiornamento dell'esistente, mentre ancora limitati sono gli investimenti verso l'introduzione di soluzioni digitali che puntino su tecnologie innovative data-driven, nonostante si assista a un incremento previsto per il 2023. 

Ma l'accessibilità non è ancora per tutti

Rendere i servizi della pubblica amministrazione più accessibili e inclusivi per tutti i cittadini, anche per chi si trova in condizioni di disabilità temporanea o permanente, è uno degli obiettivi della misura 1.4.2 del Pnrr.

Ma la situazione, a dispetto degli investimenti, non è ancora così rosea. I siti della pubblica amministrazione italiana sono ancora poco accessibili, con un tasso di errori rispetto ai principi di accessibilità a due cifre percentuali.

E la Lombardia si scopre ben poco virtuosa: è più o meno allo stesso livello della Calabria (circa il 20 percento di errori), mentre la Sardegna è tra i migliori col 14 percento; al secondo posto sul podio, dietro il più prevedibile Trentino Alto Adige (13). Ultimi, i siti pubblici della Valle d'Aosta (24 percento).

Proprio l'agenzia italiana per il digitale, ha infatti pubblicato una nuova dashboard che presenta, per la prima volta in Italia, i dati di monitoraggio dell'accessibilità dei siti web della delle amministrazioni pubbliche.

Il sito permette di consultare l'elenco degli errori più frequenti relativi a oltre 14.000 siti estratti da IndicePA, analizzati con sistemi automatici nel primo trimestre dell'anno.

"Si tratta di un passo avanti nella giusta direzione per garantire pari diritti di accesso ai servizi della Pubblica Amministrazione - ha dichiarato il Sottosegretario di Stato con delega all'Innovazione tecnologica, Alessio Butti - affinché nessun cittadino sia escluso dai benefici che la nuova tecnologia è in grado di portare nelle vite di tutti noi", dice il sottosegretario Butti.

Gli errori maggiormente riscontrati riguardano la mancanza di indicatore visivo del focus quando gli utenti navigano con la tastiera anziché con il mouse (33,8 percento), la presenza di informazioni veicolate esclusivamente attraverso il colore, come ad esempio i link non sottolineati (19,9) e la presenza di testo con livello di contrasto del colore con lo sfondo non sufficiente (11,8).

Redazione Cuoreeconomico
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