Calderone: "Puntare a tenere i ragazzi al lavoro"

Il ministro del lavoro: "Non c'è inasprimento per chi va in pensione a 64 anni con 20 di contributo. Bisogna creare le condizioni per l'ingresso dei giovani nel ciclo produttivo dopo il corso di studi"

"Se si va in pensione a 64 anni con 20 anni di contributi nell'ambito del sistema contributivo puro e quindi alle modalità con cui poi si deve determinare la soglia minima di pensione può sembrare che ci sia un inasprimento.

Ma dobbiamo guardare invece al fatto che dobbiamo puntare a tenere i ragazzi al lavoro nell'ambito di quello che è un processo che non deve parlare di discontinuità ma invece di una continuità di attività che portino ad una pensione di vecchiaia o anzianità che non deve essere quella certamente che si consegue con il minimo della contribuzione".

Lo ha detto la ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone, circa le difficoltà dei Millennials ad andare in pensione a 64 anni a margine della presentazione al Cnel del 'Manifesto del lavoro cooperativo'.

Spingere l'ingresso dei giovani nel lavoro

"Mi dà, invece, l'impressione che focalizzarsi sul 64/20, che è giusto certamente anche come punto di analisi, lasci fuori una riflessione complessiva sul fatto che i giovani devono entrare nel mondo del lavoro nel più breve tempo possibile e dopo aver completato il percorso formativo e non dover attendere per tanto tempo e devono poter fare una esperienza lavorativa di qualità non necessariamente all'interno della stessa impresa ma anche con più esperienze legate tra di loro, riducendo i periodi di non lavoro e mantenendo una stabilità occupazionale, una crescita occupazionale che si deve tradurre anche in termini di aumento di montante contributivo", ha spiegato la ministra.

Redazione Cuoreeconomico
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