Carlino (Corte dei Conti): "Pnrr, i controlli saranno sulla gestione"

Il presidente della magistratura contabile: "Le notevoli dimensioni dei flussi finanziari appostati per l'attuazione del Pnrr possono rivelarsi molto vulnerabili alle frodi, alla corruzione e alle infiltrazioni della criminalità organizzata". Il giuslavorista Fava: "Successo del Pnrr sta nelle riforme"
"Il successo del Pnrr dipenderà in maniera cruciale da un ampio spettro di riforme strutturali. Pensato in questo modo il piano non è soltanto un programma di investimenti ma un vero e proprio progetto di trasformazione del Paese che darà impulso alla ripresa e alla crescita economica".
E' quanto sostiene il giuslavorista Gabriele Fava intervenendo al convegno "Pnrr. Il controllo: motore del rilancio del Paese", promosso dall'Osservatorio per le risorse pubbliche della Corte dei conti di cui è presidente uscente e dall'Università Cattolica di Milano.
Un tema come è evidente caldissimo, dopo la frenata imposta dal Governo ai controlli e la presa di posizione in favore della decisione della maggioranza del presidente del Cnel Renato Brunetta.
"Il controllo è fondamentale ma serve anche agilità procedurale", sottolinea Fava, spiegando che "il Pnrr deve fare i conti con una realtà in continuo mutamento in relazione al panorama politico nazionale e internazionale che provoca, inevitabilmente, il moltiplicarsi delle incognite con cui fare i conti.
A questo occorre rispondere in tempi ristretti e a questo occorre guardare per valutare e adeguare il piano e l'insieme delle politiche pubbliche di sviluppo".
La posizione della Corte dei Conti
Nell'ambito dello stesso convegno è intervenuto Guido Carlino, presidente della magistrature contabile, il quale ha sottolineato come "Il controllo della Corte dei Conti sull'attuazione del Pnrr, pur nell'ipotesi di approvazione definitiva degli emendamenti in questione continuerà ad essere proficuamente esercitato, anche in corso di esercizio".
Il controllo, sottolinea Carlino "avverrà mediante il cosiddetto controllo sulla gestione. Tale controllo, garantito dall'articolo 100 della Costituzione e come tale non comprimibile se non con legge costituzionale, è finalizzato alla verifica della legittimità e della regolarità della gestione, anche ai fini del referto semestrale al Parlamento sullo stato di attuazione del Pnrr".
Rischio frodi dietro l'angolo
Carlino ricorda come in situazione di genere il rischio frodi sia sempre dietro l'angolo: "Le notevoli dimensioni dei flussi finanziari appostati per l'attuazione del Pnrr possono rivelarsi molto vulnerabili alle frodi, alla corruzione e alle infiltrazioni della criminalità organizzata", sottolinea anche alla luce della proroga del cosiddetto "scudo erariale", spiegando che sul tema, "va richiamata la giurisprudenza costituzionale, secondo cui le proroghe devono riguardare un periodo breve ed essenziale".
In tale prospettiva, e secondo i principi affermati dalla Consulta, "l'ulteriore reiterazione della disciplina derogatoria non si giustificherebbe più con la straordinarietà delle contingenze", aggiunge Carlino, nel corso del convegno 'Pnrr, il controllo: motore del rilancio del Paese', all'Universi Cattolica.
"Per scoraggiare e contrastare efficacemente le molte tipologie di mala gestio bisogna puntare su un quadro normativo certo e stabile, che agevoli i controlli - sottolinea Carlino -, soprattutto dei momenti dell'azione amministrativa più esposti a situazioni di rischio e che garantisca la trasparenza dei processi decisionali".
"Dove c'è scarsa trasparenza e confusione normativa - avverte - è infatti più facile che si annidino condotte illecite, frodi o gestioni contabili irregolari".
Da tutti questi fattori organizzativi e normativi, "a mio avviso, potrebbe generarsi la cosiddetta "paura della firma" e certamente non dalla prospettiva della responsabilità amministrativa, cui si intende far fronte mediante l'ulteriore proroga, sino a giugno del 2024, del cosiddetto scudo erariale".
Nell'ambito del Pnrr, aggiunge Carlino, "il corretto utilizzo delle risorse non deve essere disgiunto da a un adeguato sistema di controlli".
"Da un lato, l'Unione Europea ha avviato questo straordinario strumento di ripresa economica, dall'altro i cittadini chiedono trasparenza sui costi delle opere, sui tempi e sulle modalità della loro realizzazione", dice sottolineando che "a tali legittime attese la Corte dei Conti risponde con un sistema di controlli posti a garanzia della corretta, responsabile e sana gestione del pubblico denaro, della tempestività e qualità dei risultati conseguiti con criteri di efficienza ed efficaci".
Redazione Cuoreeconomico
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