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04/07/2023

Colombini (Inail): "Dare risposte ai giovani su pensioni e occasioni di lavoro"

(Angelo Colombini, membro del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'Inail)

L'ex segretario confederale della Cisl, oggi  membro del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'Inail e vice presidente dell'Ente bilaterale dell'artigianato, parla al settimanale cattolico Tempi: "Pensione di garanzia potrebbe essere una risposta. Sul lavoro, fondamentale che escano quanto prima coloro che fanno quelli usuranti: creare nuovi spazi vuol dire garantire il pagamento anche alle prossime generazioni. Immigrazione è risorsa non ostacolo allo sviluppo economico"

"Dare immediatamente risposte ai giovani". Angelo Colombini, già segretario confederale della Cisl, attuale membro del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'Inail e vice presidente dell'Ente bilaterale dell'artigianato, parla al settimanale cattolico Tempi commentando il quadro della riforma delle pensioni attualmente in discussione.

"I ragazzi di oggi avranno una pensione bassa che coprirà solo dal 45 al 55 per cento di quanto versato negli anni, diversamente da oggi - spiega - Una cosa che si può fare è introdurre la cosiddetta pensione di garanzia, che valorizzi i buchi contributivi tra un lavoro e l’altro".

Altro grave problema è il riscatto della laurea, che oggi è  praticamente impossibile visti i costi. "Ma serve inserire una copertura contributiva. Per esempio incentivando la pensione integrativa quella complementare per avere in futuro una quota “parallela” che verrà sommata a quella dell’Inps.

Oggi solo il 35 percento dei dipendenti ce l'ha. Un incentivo possibile? Forzare l’adesione del lavoratore con il silenzio-assenso e fare pagare di meno la leva fiscale".

Opzione donna e quota 103

Sul tema Opzione Donna, Colombini sottolinea: "Deve essere un’opportunità per tutte le donne, anche quelle che vivono da sole e hanno problemi con il lavoro di cura nei confronti di figli con handicap o genitori anziani malati.

La penalizzazione dell’Opzione donna, però, oggi del 30 per cento, deve essere ridotta, e sarebbe bene ripristinare i requisiti precedenti alla legge di bilancio 2023 che li ha ridotti".

Mentre secondo Colombini, quello delle quote "è un sistema bloccato che va reso più flessibile, permettendo al lavoratore di scegliere più liberamente quando andare in pensione.

Quota 100, 101 e 103 non hanno dato i risultati sperati, solo il 40-50 per cento dei lavoratori le ha utilizzate, ma rappresentano una scelta di libertà per un lavoratore che sceglie di andare lui in pensione, anche se con una penalizzazione".

Per esempio a 62 anni o con 41 di contributi: "Altrimenti per molti lavoratori il rischio è il prepensionamento o l’isopensione.

E questo non va bene in un sistema che sta cambiando, che sta attraversando una transizione veloce legata al green e al digitale, in cui si ha necessità di avere persone che escono e sono sostituite da chi è formato diversamente. L’alternativa è che chi in queste condizioni non ha la possibilità di andare in pensione viene licenziato".

LEGGI LA NOSTRA INTERVISTA AD ANGELO COLOMBINI

La questione della denatalità

Vista la matrice cattolica, il mensile dà grande spazio anche al tema della denatalità, che è ovviamente legato al problema della mancanza di figure professionali.

Colombini sottolinea: "E' assolutamente opportuno che chi ha contribuito al pil della nazione facendo lavori considerati gravosi abbia la possibilità di uscire prima. Bisogna rispondere a queste esigenze e non guardare solo il tema dei costi, che è importante ma non sufficiente.

Vanno create le condizioni per un ricambio generazionale nel lavoro, che vuol dire  creare le condizioni per pagare le pensioni in questo periodo di transizione: chi è in pensione oggi infatti ha la propria pensione pagata da chi oggi lavora. Se tu ampli il numero di lavoratori con lavori stabili hai la garanzia di maggiori introiti che coprono questi costi".

"Il rilancio della natalità - conclude Colombini - si fa innanzitutto creando condizioni che migliorino il rapporto tra lavoro e famiglia, ma anche mettendoci nell’ottica che l’arrivo di persone da altri paesi non è un disturbo, ma un’opportunità per loro e per il nostro sistema economico".

Redazione Cuoreeconomico
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