‘D’ GLOCAL ESG89 TERRITORI | Picca Bianchi (FIPE Confcommercio):’L’Italia crescerà dai territori come centri generativi e leva più solida per il futuro’

(Valentina Picca Bianchi, Presidente Gruppo Donne Imprenditrici di FIPE e Presidente Comitato Impresa Donna, Ministero delle Imprese e del Made in Italy)
ESG89 presenta la prima edizione del ‘D’ GLOCAL ECONOMIC FORUM – STATI GENERALI DELLE ECONOMIE DEI TERRITORI iniziando così un lungo cammino che nei prossimi mesi ci porterà ad analizzare la situazione socio-economica lungo tutto lo stivale. CUOREECONOMICO e ESG89 si dedicano da sempre all'approfondimento con un approccio "glocal" (globale e locale), focalizzandosi su temi di sviluppo sostenibile, territori, imprese e politica, attraverso eventi, pubblicazioni e analisi, con l'obiettivo di informare il mondo istituzionale e aziendale. L’Obiettivo? Raccontare in modo compiuto l’economia dei territori, promuovendone l’eticità e la sostenibilità e collegando le realtà locali alle dinamiche globali
Gli Stati Generali delle Economie dei Territori di ESG89 si confermano una delle sedi più autorevoli per comprendere la dinamica profonda del Paese. È nei territori – nelle loro imprese, nei loro ecosistemi produttivi, nelle comunità che li abitano – che si definiscono oggi le traiettorie più significative dello sviluppo italiano.
L’Italia continua a distinguersi nel panorama europeo come un laboratorio di economie diffuse: un sistema fatto di eccellenza quotidiana, micro-innovazione, saperi generazionali e capacità di trasformare identità in valore economico. In questo contesto, la trasformazione in atto assume una fisionomia duplice. Da un lato, il quadro globale evolve a velocità crescente, sospinto dall’intelligenza artificiale, dalla transizione energetica, dalla digitalizzazione dei servizi e dal riposizionamento delle catene del valore.
Dall’altro, proprio i territori – con la loro capacità di coniugare radicamento e modernità – tornano centrali come protagonisti di un nuovo paradigma competitivo fondato su prossimità, sostenibilità e qualità.
In un Paese in cui oltre il 90% delle imprese è costituito da micro e piccole realtà e in cui più di 5.500 comuni sotto i 5.000 abitanti rappresentano un patrimonio culturale ed economico senza equivalenti, la dimensione locale non è un residuo del passato, ma un orizzonte di futuro.
Tra i fattori abilitanti di questa trasformazione, il capitale umano emerge come la sfida più urgente.
Le previsioni Unioncamere–ANPAL, che stimano per il 2027 una carenza di oltre 1,5 milioni di lavoratori qualificati, indicano un nodo sistemico che coinvolge l’orientamento formativo, la qualità delle competenze, la capacità dei territori di attrarre professionalità e di trattenerle nel tempo.
Nei settori cardine delle economie locali – turismo, ospitalità, manifattura specializzata, agroalimentare, servizi alla persona – il rischio non è soltanto rallentare l’innovazione, ma ridurre il potenziale competitivo dei territori stessi.
La tecnologia può amplificare le possibilità di crescita, ma rimane inefficace se non è accompagnata da adeguate competenze.
A questa sfida si affianca un’altra dimensione di forza: quella delle filiere radicate.
Oltre il 46% delle esportazioni manifatturiere italiane nasce da sistemi produttivi locali capaci di integrare tradizione e innovazione, custodire identità e generare posizionamento internazionale.
Questo patrimonio, tuttavia, necessita di infrastrutture capaci di sostenerne l’espansione.
La competitività territoriale richiede logistica efficiente, connessioni rapide, digitalizzazione capillare: elementi che incidono tanto sulle prestazioni produttive quanto sulla qualità della vita dei cittadini.
Il Piano Italia 5G ha ridotto il divario digitale del 20% negli ultimi due anni, ma persistono ancora aree del Paese penalizzate, con ripercussioni dirette sull’accesso ai servizi e sulle opportunità di crescita.
In questa architettura complessa, l’imprenditorialità femminile si conferma una delle leve strategiche più dinamiche.
Le oltre 1,3 milioni di imprese guidate da donne presenti in Italia rappresentano non solo un contributo economico rilevante, ma una vera infrastruttura sociale dei territori.
Nelle attività ad alta intensità relazionale – turismo, accoglienza, ristorazione, cultura, servizi, welfare – le imprese femminili svolgono un ruolo essenziale di coesione, innovazione e interpretazione dei bisogni emergenti.
Per questo è fondamentale rafforzare politiche mirate: strumenti finanziari stabili, percorsi di formazione continua, sostegno alla giovane imprenditoria e sistemi di welfare di prossimità che consentano alle donne di conciliare in modo sostenibile vita, lavoro e impresa.
Non si tratta di una misura di equità, ma di una determinante competitiva.
Guardare ai territori come luoghi generativi significa riconoscere la loro capacità di essere laboratori di trasformazione responsabile.
Significa valorizzare il ruolo dei corpi intermedi, delle istituzioni e delle imprese come architetture di fiducia, strumenti di connessione e generatori di visione.
Gli Stati Generali delle Economie dei Territori non sono soltanto un appuntamento, ma un metodo: un processo permanente di ascolto, confronto e costruzione di strategie condivise.
È da questa combinazione – identità e innovazione, capitale umano e tecnologia, infrastrutture materiali e infrastrutture sociali – che può prendere forma un’Italia più coesa e più forte. Un’Italia che cresce a partire dai territori, riconoscendoli non come periferia dello sviluppo, ma come il suo centro generativo e la sua leva più solida per il futuro’.
Di Valentina Picca Bianchi, Presidente Gruppo Donne Imprenditrici di FIPE e Presidente Comitato Impresa Donna, Ministero delle Imprese e del Made in Italy
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