ven 05 dic 2025

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DAZI USA. Deloitte, allarme per il Made in Italy: in gioco oltre 13 miliardi di dollari

Le imprese italiane chiamate a reagire in tre fasi secondo Deloitte: analisi, riorganizzazione e strategia per non perdere terreno negli Stati Uniti

Le nuove politiche commerciali protezionistiche degli Stati Uniti rischiano di mettere in ginocchio una fetta significativa dell’export italiano. Secondo uno studio Deloitte, se venissero applicati dazi maggiorati sui beni italiani, il costo complessivo per le imprese si tradurrebbe in un incremento superiore ai 13 miliardi di dollari. Una cifra che potrebbe compromettere la competitività del Made in Italy sul mercato americano.

I dati parlano chiaro: le esportazioni italiane verso gli Stati Uniti nel 2024 ammontano a circa 78 miliardi di dollari, con una crescita annua dell’11% nel periodo 2020-2024. Tra i settori più esposti spiccano i macchinari industriali (14,2 miliardi), i prodotti farmaceutici (11,6 miliardi) e le automobili (5,5 miliardi). L’aumento dei prezzi al consumo dovuto ai dazi potrebbe ridurre sensibilmente la domanda, in base all’elasticità dei vari settori.

Ma la sfida può trasformarsi in opportunità. Secondo il report “Politiche commerciali protezionistiche e frammentazione. Le risposte delle imprese”, Deloitte propone un approccio in tre fasi per le imprese italiane colpite: analisi dell’impatto; riorganizzazione operativa e pianificazione strategica. 

Pier Paolo Ghetti, Partner di Deloitte, sottolinea: “Le decisioni della politica commerciale statunitense stanno ridisegnando gli equilibri globali. Le aziende europee, e italiane in particolare, sono chiamate a ripensare il proprio modello di business per restare competitive”. Anche Marco Vulpiani, Senior Partner di Deloitte, lancia un messaggio chiaro: “È il momento di analizzare la domanda, rivedere le strategie di pricing e ripensare il posizionamento sul mercato. Chi reagisce ora potrà trasformare la crisi in un vantaggio competitivo”.

Nel panorama globale, l’Italia è il decimo paese per esportazioni verso gli Stati Uniti, in un contesto dominato da giganti come Messico, Cina, Canada e Germania. L’Unione Europea e il Regno Unito insieme rappresentano il 17% delle importazioni USA, con Germania, Irlanda e Italia tra i maggiori esportatori. Con i venti di guerra commerciale sempre più forti, le imprese italiane non possono più permettersi di aspettare. La resilienza del Made in Italy passerà dalla capacità di adattarsi rapidamente a un mondo che cambia.

Redazione Cuoreeconomico
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