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06/12/2022

Duò (Cantiere Vittoria): “Rincari dei materiali condizionano il settore, si intervenga nel prossimo Dl Aiuti”

Intervista ai titolari dell’azienda veneta specializzata in scafi veloci per le forze dell’ordine: “Siamo ancora lontani da una vera sostenibilità, è difficile una traversata con mezzi full electric. Bene il Ministero del Mare, pronti a dialogare col Governo”

Come incidono l’inflazione e il caro prezzi sul valore finale delle commissioni navali, notando che spesso i contratti con l’armatore sono stati stipulati prima delle crisi relative a materie prime e conflitto, e prima dell’aumento inflativo.

E in che modo i cantieri del settore navale, al pari di automotive e aviazione, si orientano oscillando su due mercati che vanno a braccetto: il militare e il diporto.

Con il presidente del cantiere Vittoria, Paolo Duò e il figlio Filippo, analizziamo il resoconto qui offerto, di una strategia Made in Italy che vede l’incontro di settori diversi ma complementari, in grado peraltro di fronteggiare contingenze e opportunità soggette ai cambiamenti dello scenario geopolitico, che convergono come è noto su un futuro di commesse militari aumentate a fronte del riarmamento imposto dal conflitto.

Approfondiamo inoltre il difficile approccio alla transizione ecologica, per un settore come quello navale, che impatta seriamente sull’ambiente. 

La vostra, nei cantieri di Adria, è un’attività storica e fiore all’occhiello per l’industria navale del Paese. Come si è modificata l’attività di Cantieri Navali Vittoria a fronte del conflitto?

“La nostra realtà è un punto di riferimento indissolubile per il territorio, vista la storicità, i traguardi raggiunti e la possibilità di creare svariati posti di lavoro per l’indotto locale. L’attività non ha subito modifiche strutturali immediatamente visibili a seguito del conflitto.

Non sono arrivati ordini derivanti dalle contingenze di attualità, e allo stesso tempo non abbiamo rallentato la nostra attività produttiva.

Penso che, parlando del nostro settore, ciò che sta accadendo in Ucraina porterà effetti più sulla geopolitica futura, non visibili nel presente. L’aspetto che, però, ci tengo a sottolinearlo, è stato più colpito da tali eventi, è legato al costo delle materie prime.

Senza una revisione dei prezzi da parte dello Stato, cosa che chiediamo da mesi, molti contratti firmati prima del conflitto saranno di difficile sostenibilità. È per questo che auspichiamo un intervento a favore della cantieristica navale privata nel prossimo Decreto Aiuti”.

Come è andata quest’anno ad Euronaval, la fiera nautica militare più importante d’Europa?

“È andata molto bene. È sempre un’ottima occasione di incontro e scambio reciproco, di fondamentale importanza per tutto il settore della difesa, e del navale in particolare.

È stato bello farvi ritorno dopo quattro anni di assenza forzata, causa pandemia. Sono state poste ottime basi per il futuro”.

Quali sono i paesi nei quali esportate di più?

“Lavoriamo e abbiamo lavorato molto sia con lo Stato Italiano, per i Corpi d’Armata della Repubblica, che con diversi paesi del Mediterraneo.

Da Malta alla Grecia, da Cipro alla Croazia, passando per Algeria e Tunisia. Non mancano eccellenti collaborazioni anche nel Medio Oriente, con Oman e Qatar su tutti”.

Come vi ponete nei confronti del ministero del Mare e del nuovo governo? Ritenete sufficienti i provvedimenti presi nell’ultima manovra per le industrie?

“Riteniamo che l’introduzione del Ministero del Mare sia un segnale forte per sottolineare quanto le attività portuali e marittime siano da traino per l’economia nazionale.

Speriamo di poter dialogare al meglio, con scambi di vedute aperti e proficui. La manovra per le industrie ha inserito dei provvedimenti di indubbia utilità, vedremo come verranno poi declinati nella realtà dei fatti.

Siamo molto curiosi di osservare le novità che il nuovo Governo potrà portare. Nonostante questo, come detto in precedenza, auspichiamo aiuti per la cantieristica navale privata, settore di storica strategicità per il Paese”.

Il vostro modello OPV P71, costato 50 milioni di euro, è stato consegnato a Malta di recente. Quanto vale in proporzione percentuale nella vostra attività il segmento diporto navale e quello militare. C’è un sostegno finanziario dell’Europa, in termini di fondi, per la vostra attività?

“La nostra attività cantieristica, ad oggi, è prettamente militare, il settore occupa gran parte della percentuale della nostra produzione.

A livello commerciale e civile continuiamo comunque a realizzare costruzioni di primaria importanza, dalle navi da lavoro ai battelli passeggeri.

Il diporto legato alla nautica di lusso è invece un settore che stiamo esplorando da relativamente poco. Dall’Europa non proviene un sostegno economico diretto.

Ciò è più rivolto ai ministeri della Difesa o dell’Interno dei singoli stati, con politiche comuni per l’UE. Politiche che poi, di riflesso, hanno un impatto sulla nostra attività lavorativa”.

Venendo alle contingenze, avete riscontrato problematiche di approvvigionamento per le materie prime, lo stock, l’inflazione e il caro prezzi? Può darci i dati di fatturato di quest’anno, e le previsioni di fatturato e di crescita per il prossimo anno?

“Come detto, abbiamo risentito del rincaro delle materie prime soprattutto per contratti firmati precedentemente al conflitto.

Chiediamo al Governo una valutazione sul tema, per includere nella prossima revisione del Decreto Aiuti, norme specifiche a sostegno del settore”.

Per quanto concerne il diporto civile, state pensando a modelli più leggeri, oppure dei format particolari di costruzione, in grado di competere con le tematiche relative alla sostenibilità ambientale. In questo senso avete implementato delle policy utili anche in azienda?

“Di sicuro il tema della sostenibilità è all’ordine del giorno, abbiamo già realizzato varie imbarcazioni a propulsione ibrida.

Abbiamo delle policy aziendali di sostenibilità, certo, cerchiamo di essere il più green possibili nella quotidianità lavorativa.

Ciò però non si applica per forza alle singole costruzioni. Spesso, ci adattiamo alle esigenze del cliente, in tutti gli ambiti in cui operiamo”.

Super yacht: il segmento sta andando benissimo, sono aumentate anche le vostre commesse? Come vi ponete rispetto agi altri sotto un profilo di tempi di consegna? Quali sono i broker ai quali vi affidate?

“Stiamo lavorando intensamente per chiudere in breve tempo i primi ordini. Per quanto riguarda i tempi di consegna, cerchiamo di fare del nostro meglio per rispettare le esigenze del cliente.

La nostra produzione è abituata a lavorare con grande efficienza e rapidità. Sui broker al momento non possiamo sbilanciarci sui nomi, c’è riservatezza sul tema, potrà immaginare.

Ciò che possiamo dire è che siamo molto felici di lavorare con realtà come Floating Life per la nostra linea Veloce 32 RPH”.

Come vanno le collaborazioni con Fincantieri?

“Stiamo iniziando la costruzione Uam (Unità d’Altura Multiruolo), nuovo pattugliatore da 85 metri per la Guardia Costiera Italiana, aggiudicata un anno fa, in cui siamo in RTI proprio con Fincantieri.

Inoltre, stiamo per consegnare quattro Landing Crafts destinati alla nave Trieste, anch’essa costruita da Fincantieri.

Insomma, lavoriamo in sinergia da alcuni anni ormai, per quello che è, per ovvi motivi, un rapporto principalmente concorrenziale ma anche di collaborazione, su specifici progetti”.

Cantieri navali Vittoria nasce nel mercato delle imbarcazioni militari, quale è la vostra storia con Vittoria Yachts, quali sono le imbarcazioni di cui andate orgogliosi per il diporto navale?

“Vittoria Yachts nasce con l’esigenza di portare l’esperienza quasi secolare di costruzioni militari e civili nel mondo della nautica di lusso, conferendo all’armatore un senso di protezione, sicurezza e solidità.

Ciò unito al servizio custom made e su misura che l’azienda è in grado di fornire. Abbiamo lanciato il brand solo due anni fa, suscitando molto stupore nel mercato. E il meglio deve ancora venire”.

Ci può raccontare qualcosa del Veloce 32 RPH, e come va la collaborazione con uno dei grandi nomi fra i designer nautici, Sergio Cutolo? Avete altri progetti con Hydro Tech?

“Il Veloce rappresenta perfettamente lo spirito del Cantiere Navale Vittoria, azienda altamente specializzata in scafi veloci per le forze dell’Ordine, in lega leggera.

Veloce è la tipica barca mediterranea, relativamente rapida, con ampi spazi aperti e una grande cabina armatoriale sul ponte principale.

La prua verticale, unita al giusto sviluppo delle linee dello scafo, le conferisce un aspetto aggressivo che evoca la velocità.

Si tratta tuttavia di uno yacht dotato di una carena studiata per ottenere massima efficienza su tutto il range di velocità.

La wheelhouse, a basso profilo e con parabrezza rovescio, si ispira alle veloci motovedette prodotte dal cantiere e, oltre al look aggressivo, garantisce una perfetta visibilità. C’è una storica amicizia che lega l’amministratore delegato Michele Zorzenon e Sergio Cutolo.

Quest’ultimo è stato fin da subito entusiasta di poter entrare a far parte del progetto Vittoria Yachts, condividendo con noi un obiettivo comune molto chiaro”.

I vostri scafi sono più dislocanti oppure da planata? Lavorate anche alle sovrastrutture o soltanto lo scafo?

“Realizziamo ogni tipologia di scafo: siamo estremamente flessibili sulle richieste dei clienti. Costruiamo sia sovrastrutture che scafo, sia nel militare, che nel civile, che nel diporto”.

Cosa deve fare l’industria dei super yacht per rendersi più sostenibile veramente? Quali sono i materiali innovativi da prediligere?

“Al momento siamo lontani da una completa sostenibilità, è un tema spesso abusato per scopi di retorica comunicativa. C’è poco da fare: si può investire su materiali innovativi e tecnologicamente avanzati, ma il cliente medio, ad oggi, raramente chiederà un’imbarcazione full electric.

È impossibile fare grandi traversate oceaniche solo con l’ausilio di propulsione elettrica. Qualcosa si muove sull’ibrido, ma ci vorrà tempo”.

Dove vengono costruiti gli scafi? C’è adesso un altro stabilimento oltre quello di Adria?

“Gran parte del processo costruttivo avviene nella sede principale di Adria. In un futuro prossimo diventerà operativo lo stabilimento di Monfalcone, dove termineremo le costruzioni degli yacht e avverranno tante altre cose, tra cui servizi di reffiting e hospitality”.

In termini di avanzamento dei lavori con l’armatore e il progettista, c’è una disponibilità a rifiniture personalizzate?

“Siamo totalmente disponibili ad un servizio full custom. Anzi, oserei dire che ne facciamo una bandiera. Ogni imbarcazione da noi costruita è, in fin dei conti, custom.

Non siamo un cantiere che opera con costruzioni seriali. Tutto è modificabile, e tutto è adattabile. Basta che ci sia chiarezza di intenti di fondo con l’armatore”.

Vittoria Yachts è nata di recente, quali sono le linee di super yacht che proponete. Ci sono anche gli Explorer?

“Abbiamo due linee principali: il già citato Veloce, e l’Explorer Bow Sprit, sempre a firma Sergio Cutolo. È un progetto perfetto per il mercato attuale e per le necessità degli armatori contemporanei, che richiedono un lusso e una vivibilità tali da garantire lunghe navigazioni, per giorni e mesi, anche in aree impervie del pianeta”.

Di Andrea G. Cammarata
(Riproduzione riservata)

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