ven 05 dic 2025

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ECONOMIA. Coface: “Dazi USA, rischio a catena per il Golfo”. Il Bahrein è il sorvegliato speciale

I nuovi dazi del 10% imposti dagli Stati Uniti sulle importazioni globali, inclusi i Paesi del Golfo, hanno un impatto diretto limitato – solo il 3% dell’export del CCG è destinato agli USA e gli idrocarburi sono esclusi. Ma secondo Coface, leader mondiale nell’assicurazione del credito e nella gestione del rischio commerciale, i rischi indiretti soprattutto per i Paesi più fragili come il Bahrein (definito “sorvegliato speciale”), potrebbero essere ben più destabilizzanti

Il 10% delle esportazioni totali del Bahrein è diretto agli Stati Uniti, ma il dato più critico riguarda l’alluminio, che da solo ha rappresentato circa 201.000 tonnellate esportate nel 2024. Con un debito pubblico che ha toccato il 130% del PIL e un equilibrio fiscale sostenibile solo con un prezzo del petrolio a 140 dollari al barile (contro i circa 60 attuali), il margine di manovra per il Regno è sempre più ristretto. Anche l’Oman viene segnalato tra i Paesi a rischio, sebbene con esposizione minore. Ma la fragilità macroeconomica e la dipendenza dalle entrate energetiche rendono il contesto comunque delicato.

Più strutturati, ma non immuni, gli Emirati Arabi Uniti, che esportano circa il 9,4% dei propri metalli verso Washington. Il Paese dispone di un’economia più diversificata, ma la frenata degli investimenti diretti esteri (IDE) – passati da 23 miliardi nel 2023 a livelli più modesti – potrebbe rallentare il percorso di modernizzazione già avviato. Il contesto internazionale complica ulteriormente lo scenario: l’instabilità dei mercati, il calo della domanda globale, il raffreddamento dell’attività industriale e l’aumento della produzione deciso dall’OPEC+ contribuiscono a un quadro precario. Il rischio è che le agende di trasformazione economica dei Paesi del Golfo – fondate su innovazione, sostenibilità e attrazione di capitali esteri – possano deragliare.

Mentre gli Stati Uniti cercano di riequilibrare la bilancia commerciale attraverso il protezionismo, nel Golfo cresce la consapevolezza che la diversificazione economica non è solo una scelta strategica, ma una necessità urgente. E in questo contesto, ogni barriera doganale rischia di diventare una mina sul cammino della stabilità regionale.

Claudia Boccucci
(Riproduzione riservata)

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