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04/11/2020

Gambarini (Wise): ’Prendiamo per mano le PMI pronte a fare il salto di qualità e affacciarsi sui mercati globali’

(Paolo Gambarini, presidente Wise Equity)

Alla base della nostra strategia, non investiamo in aziende che non abbiano la possibilità di affacciarsi nei mercati esteri per essere competitivi nel mondo. L’obiettivo è investire sul prodotto e sulle reti distributive anche grazie ad acquisizioni di aziende estere

Prendere per mano le piccole e medie imprese, eccellenze italiane pronte a fare il salto di qualità e affacciarsi sui mercati globali. Wise Equity si occupa da una ventina d’anni di gestione di fondi di private equity investendo in aziende leader di tecnologie, componenti, specializzazioni. Ed è grazie a processi di aggregazione per linee interne o attraverso acquisizioni di altre aziende italiane o estere che punta alla crescita e all’internazionalizzazione. Noi di ‘CUOREECONOMICO’ abbiamo parlato con il fondatore Paolo Gambarini.

Siamo dentro la seconda ondata della pandemia: come lo sta affrontando Wise?

«Abbiamo investito in settori diversi, alcuni impattati dalla pandemia altri favoriti. Certo oggi è più complicato fare previsioni, ma il nostro obiettivo è avere chiaro un piano di investimenti a medio termine. Questa emergenza planetaria ha già cambiato i modelli di business. L'E-commerce ha avuto in sei mesi un’accelerazione di dieci anni. Si nota un trend molto chiaro ed esasperato: molto probabilmente il retail come lo conoscevamo non lo rivedremo più. Di conseguenza la minore attrattività dei punti fisici avrà impatti sul mercato immobiliare e sull’occupazione. Ma dobbiamo anche pensare che la pandemia può portare nuove opportunità e fette di mercato».

Quali sono quindi i settori in crescita su cui investite?

«Oggi i comparti vincenti sono quelli della trasmissione dei dati, cloud, telecomunicazioni, software, cyber security, farmaceutica e meccanica. E ovviamente il tempo libero. Anche qui stanno cambiando i paradigmi. Tanto che noi stessi abbiamo investito in un’azienda specializzata in gomme per bicicletta. Un prodotto sempre più richiesto. Le aziende che sperano che torni tutto come prima inevitabilmente perderanno fette di mercato».

Quanto è importante lo strumento del Private Equity per lo sviluppo e la crescita della media impresa italiana?

«Spesso ci sono aziende familiari con storie di successo, ma che negli ultimi anni hanno investito meno. Il famoso piccolo è bello funziona, ma non sempre. Avere un socio come noi può consentire di rilanciare l’attività e fare un piano di investimenti per rimettere l’azienda su un percorso di crescita. Wise ha la capacità di attrarre management professionale e fare operazioni a fianco di imprenditori che hanno possibilità di condividere scelte e rischi con operatori professionali».

Un tema che ci sta particolarmente a cuore è l’internazionalizzazione. Il prossimo GLOCAL ECONOMIC FORUM ESG89 del 13 novembre tratterà proprio questo tema perché lo riteniamo sempre più strategico per le imprese vincenti. Quanto conta oggi?

«E’ alla base della nostra strategia, non investiamo in aziende che non abbiano la possibilità di affacciarsi nei mercati esteri per essere competitivi nel mondo. L’obiettivo è investire sul prodotto e sulle reti distributive anche grazie ad acquisizioni di aziende estere. In questo senso i mercati del nord America, quelli europei e del Sud est asiatico sono un punto di riferimento. Come Wise Equity facciamo due o tre acquisizioni di aziende internazionali per ogni azienda di cui deteniamo la maggioranza perché le aziende esportatrici sono sempre le più appetibili per gli investitori».

Il sistema Italia, in questo particolare momento segnato dai continui DPCM, a livello governativo regionale e nazionale sta supportando le aziende?

«Abbiamo assistito a una moratoria sui prestiti e allo sviluppo di strumenti per reperire liquidità garantita attraverso il sistema bancario. Ma questi sono elementi che aiutano la sopravvivenza a breve termine. Sarebbe più importante investire in attività strutturali come servizi pubblici, infrastrutture, tecnologia, ricerca e innovazione per permettere alle aziende di avere vantaggi competitivi rispetto ad altri paesi. Abbiamo pensato ai prossimi sei mesi, senza guardare oltre l’ostacolo: questo genererà incremento di debito e deficit».

Quali sono le previsioni per le aziende partecipate dal vostro Fondo nel 2021?

«Sarà un anno ancora molto difficile in cui non crediamo si possa tornare subito ai livelli del 2019 sul mercato interno. Sul mercato internazionale la situazione più rosea potrebbe essere verso i mercati più flessibili come Usa o Far East. Abbiamo una decina di aziende in portafoglio e ci aspettiamo nel 2021 una crescita intorno al 10% per un fatturato aggregato di circa 500 milioni di euro. Si può avere fiducia».

Di Luigi Benelli

#glocalforum2020 #RestartItalia

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