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22/03/2023

Gardini (Confcooperative): “Noi protagonisti anche in questa fase. Banche rinegozino i prestiti dopo il rialzo dei tassi”

(Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative)

Il presidente di Confcooperative a CUOREECONOMICO: “L’acuirsi dei disagi in periodi di forti incertezze come quelli che stiamo vivendo  ci chiama a un ulteriore assunzione di responsabilità. Governare la transizione, senza abbandonarla: è la sola strada per non restare indietro”

La cooperazione italiana si prepara a recitare un ruolo chiave in questa delicata fase dell’economia nazionale, con la necessità di mettere a terra i progetti del Pnrr, per non perdere denaro, ma anche con la consapevolezza che lo scenario è cambiato e che bisogna introdurre una nuova prospettiva ed un nuovo grandangolo, dai quali guardare lo sviluppo economico.

CUOREECONOMICO prosegue il viaggio nel mondo della cooperazione. Dopo Mattia Granata, presidente del centro studi di Legacoop, è il presidente di Confcooperative Maurizio Gardini a tracciare un quadro del settore.

Che almeno per quanto concerne il primo trimestre dell’anno, è in chiaroscuro: “Dall’ultima nota congiunturale elaborata dal nostro ufficio studi - spiega Gardini - emerge qualche flebile segnale di incoraggiamento che però ancora si innesta in un quadro complessivo caratterizzato da forte incertezza sull’andamento atteso del sistema Italia.

Tra i settori male l’agroalimentare, stabile il sanitario, bene industria e costruzioni. Il 60% delle nostre cooperative prevede un andamento stazionario dell’economia nazionale nei prossimi mesi”.

Fare economia mettendo al centro l’uomo

La vera sfida è dimostrare che si può fare economia - e quindi profitto - mettendo al centro l’uomo. Una dimensione sociale di cui i valori ESG sono solo una parte, sia pure oggi fondamentale.

Il Santo Padre aveva tracciato la strada nel corso dell’ultimo appuntamento di “Economy of Francesco” ad Assisi: “L’acuirsi dei disagi in periodi di forti incertezze come quelli che stiamo vivendo - sottolinea Gardini - ci chiama a un ulteriore assunzione di responsabilità.

Prima la pandemia, poi gli effetti della guerra in Ucraina, hanno catapultato la società italiana in uno scenario imprevedibile.

Sono cresciute le diseguaglianze, lo scollamento sociale sta mostrando i suoi effetti, c’è una generale disaffezione verso la politica, segnali che destano forte allarme.

La cooperazione insegna che per superare le difficoltà bisogna trasformare debolezze in punti di forza e ciò è possibile solo se si riesce ad anteporre un interesse collettivo a quello individuale”.

Il ruolo della cooperazione

In uno scenario economico che sta mutando completamente, la cooperazione mira ad essere protagonista. Lo strumento del workers buyout in questi anni è stato fondamentale per mettere in sicurezza le aziende in crisi.

Ma non c’è solo questo: “Storicamente la cooperazione cresce quando crescono i bisogni, perché il senso della cooperazione è proprio quello di aggregare persone che condividono un disagio per provare, in modo sussidiario, a organizzare una risposta”, sottolinea Gardini.

“I workers buyout sono una riprova di questa capacità. Come lo sono state in passato, agli albori della nascita del nostro movimento in Italia, i primi magazzini cooperativi, le prime banche rurali o sul finire del secolo scorso le prime cooperative sociali”.

In questa capacità rigenerativa - aggiunge - sta l’essenza della cooperazione. Un patrimonio di valori di cui credo ci sia un gran bisogno. E poi il workers buyout è il territorio che reagisce e si dà da fare.

Persone che da operai si trasformano in imprenditori di se stessi credendo nella formula cooperativa tanto che investono e rischiano le loro risorse, il loro tfr, la loro Naspi per trasformare un insuccesso imprenditoriale in nuova impresa”.

Governare la transizione, non subirla

In tutto questo ovviamente, c’è da fare i conti anche con le richieste dell’Europa, intransigente sul tema della transizione ecologica e digitale. Argomenti ai quali invece il Governo Meloni sembra meno sensibile.

Gardini traccia la strada: “Sono certo che nel governo ci sia la consapevolezza dell’importanza di governare processi come quelli della transizione ecologica e digitale.

Sono strade obbligate, percorsi a cui non ci si può sottrarre perché proseguirebbero in ogni caso nella loro evoluzione. Il tema è quello di riuscire a governare questi fenomeni per non subirli.

Avere un ruolo da protagonisti, non arrancare nelle seconde o terze file, essendo obbligati ad andare a rimorchio con chi invece su queste direttrici sta costruendo il futuro della propria economia e della propria società. È successo in passato mi auguro ci sia la capacità di imparare dagli errori del passato”.

L’insidia dei tassi

L’ultima, ma non meno insidiosa, zavorra allo sviluppo economico, è il nuovo rialzo dei tassi di interesse annunciato dalla Bce, che si porta dietro nuovi problemi di accesso al credito, soprattutto per le Pmi e – per colpa di un’inflazione che scende molto piano – il rischio di una bomba sociale: “Occorre trovare il giusto equilibrio tra misure che siano in grado di contrastare le spinte inflattive che rappresentano una tassa occulta che colpisce in particolare chi ha meno, e la necessità di non zavorrare la nostra economia e le famiglie con una politica monetaria eccessivamente restrittiva”,  conclude Gardini.

Nella ricerca di questo equilibrio complessivo mi auguro che il sistema bancario sappia mettere in campo misure che consentano, ad esempio, di rinegoziare prestiti a imprese e famiglie nella consapevolezza che sia preferibile rinunciare a una quota di marginalità piuttosto che veder crescere le sofferenze”.  

Di Emanuele Lombardini
(Riproduzione riservata)

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