Giorgetti (ESG89): “Desertificazione bancaria e Bce, arriva l’autunno caldo”

(Giovanni Giorgetti, presidente di ESG89 Group)
Il presidente di ESG89: “Serve un intervento per migliorare la qualità della vita. La sfida è ripartire dai giovani ma servono innovazione e vere opportunità”
Era molto attesa la mossa della Bce e alla fine ha deciso di incrementare di un altro quarto di punto il tasso di riferimento. Una vera e propria mazzata per cittadini e imprese alle prese con i tassi variabili sui prestiti e mutui.
Ne abbiamo parlato con il presidente di ESG89, Giovanni Giorgetti che già da qualche mese aveva anticipato questa situazione sollecitando l’organizzazione di un tavolo governativo che potesse dare delle risposte concrete e non discrezionali.
Giorgetti, l’Europa e la Bce tuonano…
“La Bce non poteva fare altrimenti di fronte ad un’inflazione che non manifesta segnali di rallentamento importanti. Dagli Stati Uniti, inoltre, non arrivano notizie incoraggianti.
I prezzi dei carburanti continuano a segnare record su record e sappiamo quanto la logistica incida sul prezzo delle merci e sugli alimentari. L’autunno caldo che ci attendevamo sta arrivando”.
E in Italia poi c’è il problema della desertificazione bancaria…
“Questo tema si aggiunge a quello precedente. Nelle ultime settimane è un tam tam continuo da parte di associazioni e sindacati.
L’Italia, che era il paese delle banche del territorio, sta subendo un cambiamento repentino legato alla chiusura di migliaia di sportelli e al taglio del personale del settore. Il digitale e la mancanza di margini operativi (fino a quando i tassi erano a ‘0’) ha spinto il sistema a riposizionarsi”.
E cosa accade nei piccoli comuni?
“La situazione è drammatica. Senza servizi adeguati lo spopolamento sembrerebbe inevitabile anche se, a mio parere, alcune soluzioni potrebbero essere trovate puntando sul benessere, sulla qualità della vita, sull’ambiente e sull’economia turistica di territorio che tanto abbiamo apprezzato durante il covid.
Sta di fatto, comunque, che i giovani sono sempre più tentati di abbandonare queste aree del paese per andare all’estero o in centri più grandi dove le opportunità sono maggiori”.
Ma l’Italia è il Paese degli 8000 comuni…
“E’ proprio così! E lo rimarrà. E’ necessario ripensare il futuro della nostra bella Italia rimettendo al centro con equilibrio la persona e non solo la tecnologia, l’umanità e non il digitale.
Siamo un grande Paese con potenzialità importanti ed i nostri giovani devono tornare a riconsiderare il lavoro manuale e artistico come fattore distintivo e di valore.
La nostra manifattura, il nostro artigianato e la biodiversità agricola potrebbero essere a rischio se non si invertirà la tendenza dell’abbandono. Sono convinto che un giusto mix fra innovazione e tradizione potrà dare le giuste risposte al futuro della nostra economia”.
Redazione Cuoreeconomico
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