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17/11/2023

Giovannini (Asvis): "5,7 milioni di persone in povertà assoluta, ma nessuna misura strutturale"

Incontro sui temi sociali dell'Agenda 2030. Il direttore scientifico dell'associazione: "Provvedimenti deboli in Manovra per servizi sanitari e riduzione del gap territoriale. Necessario ripensare al rapporto fra pubblico e privato e lavorare per mitigare l'impatto della crisi climatica sulla salute. Su lavoro di giovani serve un piano nazionale integrato"

Le diverse debolezze del sistema sanitario italiano, tra cui l’anzianità media del personale, la migrazione all’estero dei giovani laureati e la scarsa attrattività delle condizioni lavorative, è una grave minaccia per lo sviluppo sostenibile dell’Italia che bisogna affrontare con politiche di lungo periodo, puntando in primo luogo a potenziare le risorse e l’organizzazione dei servizi sanitari e ripensare al rapporto tra pubblico e privato.

Inoltre, è necessario mitigare l’impatto della crisi climatica sulla salute e prepararsi agli effetti di catastrofi ambientali in un’ottica “One health”, combattere il disagio psichico, le dipendenze e la violenza familiare, realizzare un’infrastruttura pubblica europea per lo sviluppo di vaccini e farmaci. 

L' ASviS (Alleanza per lo Sviluppo Sostenibile) ha riunito attorno a questi temi esponenti della politica, dell'impresa e dei sindacati, per un'analisi che è partita dal recente rapporto sugli obiettivi dell'Agenda 2030, che hanno evidenziato le grandi difficoltà dell'Italia nel rientrare nei parametri.

All’incontro, che si è svolto a Roma presso la CEOForLife Clubhouse Montecitorio, sono intervenuti Mariastella Gelmini, vicepresidente del gruppo di Azione del Senato, Enrico Giovannini, Direttore scientifico dell’ASviS, Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva, Marina Sereni, responsabile Diritto alla salute del Partito Democratico e Cristiano Zagatti, coordinatore area Stato sociale e responsabile Politiche della salute della Cgil.

“Benché alcuni interventi previsti dalla proposta di Legge di Bilancio per il 2024 riguardino i servizi sanitari, la portata dei provvedimenti appare debole, sia per la quantità di risorse sia per la mancanza di indicazioni concrete sul loro utilizzo ottimale – ha dichiarato Enrico Giovannini. – Lo stanziamento di 520 milioni di euro per ridurre le liste d’attesa non è sufficiente a contenere il problema, che dovrebbe essere affrontato anche monitorando prescrizioni mediche e riducendone l’inappropriatezza, migliorando le condizioni lavorative dei professionisti sanitari e riducendo le carenze di organico.

Servono inoltre finanziamenti orientati a provvedimenti integrati e multisettoriali ispirati al principio della salute in tutte le politiche (One health), che tengano in conto i rischi derivanti dalla crisi climatica e dalla perdita di biodiversità e le interconnessioni tra salute, benessere, ambiente, economia”.

Le proposte per la riduzione delle disuguaglianze

Insieme all’analisi e alle proposte su salute e benessere, l’ASviS evidenzia altri ambiti sociali a cui dare la priorità per accelerare la transizione verso lo sviluppo sostenibile dell’Italia.

Per sconfiggere la povertà e ridurre le disuguaglianze (Goal 1 e 10) servono interventi volti a ridurre la precarietà, il lavoro irregolare e il “lavoro povero”, affrontare le criticità derivanti dall’abolizione del Reddito di Cittadinanza e le iniquità fra i beneficiari delle due nuove misure create per sostituirlo.

La riforma sull’assistenza agli anziani non autosufficienti, prevista dal Pnrr, deve essere portata a compimento con la stesura dei decreti legislativi e l’incremento delle risorse dedicate.

Occorre inoltre redistribuire il carico fiscale per ridurre le disuguaglianze, disegnare politiche di contrasto alla povertà nelle periferie e nelle altre aree fragili, gestire con lungimiranza i flussi migratori e promuovere l’integrazione degli immigrati.

Anche per l’istruzione di qualità (Goal 4), su cui l’Italia impegna solo il 4,1 percento del Pil, secondo l’ASviS bisogna aumentare gli investimenti e dare coerenza alle politiche, con la priorità di recuperare i ritardi e migliorare il livello degli apprendimenti, investire in formazione e aggiornamento per i docenti, innovare le metodologie didattiche e contrastare la dispersione, ormai un’emergenza specialmente nel sud.

Gli investimenti per asili nido e servizi per la prima infanzia previsti dal Pnrr devono essere confermati e occorre sostenere le amministrazioni locali nella loro progettazione e gestione.

Per consolidare l’educazione allo sviluppo sostenibile e alla cittadinanza globale occorre aprire le scuole ai diversi attori delle comunità, rendendole snodi per la diffusione della cultura della sostenibilità.

Per quanto riguarda la parità di genere (Goal 5) tra le priorità ci sono le politiche per il lavoro, con l’adozione di un piano nazionale integrato e sistemico per l’occupazione femminile e giovanile.

Secondo l' ASviS Bisogna inoltre rafforzare i servizi sociali e riconoscere il valore economico dei carichi di cura, favorendone la redistribuzione e la condivisione tra uomini e donne in un’ottica di parità di genere.

Fondamentale è poi la prevenzione e il contrasto di discriminazioni e violenze in ogni forma, con particolare attenzione alle discriminazioni multiple.

Problemi soprattutto nel Mezzogiorno

“Come sottolineato nell’audizione alle Commissioni bilancio riunite il 10 novembre, l’ASviS ritiene che la dimensione sociale dello sviluppo sostenibile nella bozza della Legge di bilancio 2024 non sia affrontata in maniera adeguata – ha affermato Enrico Giovannini.Non viene finanziata la Legge delega 33/2023 per gli anziani non autosufficienti: di conseguenza, l’assistenza domiciliare continua a gravare in gran parte sulle famiglie, le RSA non vengono riformate e la trasformazione delle indennità di accompagnamento in sostegni reali è rinviata a tempi indefiniti.

Il Governo Meloni non prevede interventi strutturali per superare le disuguaglianze generazionali e ridurre la povertà assoluta, una condizione in cui si trovano 5,7 milioni di persone, in maggioranza famiglie numerose con figli minori residenti nel Mezzogiorno.

Non vengono inoltre corrette le misure create in sostituzione del Reddito di Cittadinanza, su cui l’ASviS propone: di eliminare dall’Assegno di inclusione il vincolo che esclude dalla fruizione le famiglie senza carichi familiari, per garantirne la fruizione universale da parte di tutte le famiglie povere, come avviene negli altri Paesi dell’Ue; di modificare il requisito dell’età (18-59 anni) per l’accesso al Supporto per la formazione e il lavoro, utilizzando un criterio che tenga conto delle reali possibilità di trovare un lavoro in base ai diversi livelli di istruzione, competenze, esperienze lavorative, durata della disoccupazione delle persone e uniformare le soglie Ise di accesso.

Non ci sono misure sulle politiche abitative, nonostante la mancanza di edilizia residenziale pubblica e il caro affitti, né per la riqualificazione di zone degradate, fondamentali per migliorare la coesione sociale”.

Redazione Cuoreeconomico
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