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16/07/2023

Grassi (Confindustria): "Incertezza su Pnrr può paralizzare anche fondi di coesione"

(Vito Grassi, vicepresidente di Confindustria)

Parlando a Il Sole 24Ore, il numero due di Confindustria lancia l'allarme: "Il rischio è quello di ritardare anche l'avvio dei bandi della programmazione 2021-2028, sta già avvenendo nei territori con il gap maggiore. Assegnare alle imprese le risorse dei progetti che non creano crescita"

Per l'attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza “non c'è più tempo da perdere. L'Italia è chiamata a rispondere della fiducia che le è stata accordata dall’Europa. Le risorse per progetti che non creano crescita meglio destinarle alle imprese attraverso crediti d’imposta”.

Vito Grassi, vicepresidente di Confindustria e presidente del consiglio delle rappresentanze regionali e per le politiche di coesione territoriale, parla a Il Sole 24 Ore e non nasconde la preoccupazione per il ritardo certificato dal nostro Paese nell'attuazione del Pnrr.

Sulle riforme attese da decenni, Grassi sottoliena che “da tempo constatiamo un allentamento della tensione politica e riteniamo ingiustificata qualunque loro rimodulazione temporale. Il fattore tempo è fondamentale, i mesi per riflettere sono diventati troppi, occorre decidere e attuare.

Con una operazione verità sugli investimenti, più volte richiamata dal presidente Bonomi. Siamo preoccupati che l’indeterminatezza si trasformi in paralisi”.

Attenzione ai ritardi nelle politiche di coesione

La paura, paventata da Grassi - CUOREECONOMICO ne aveva parlato di recente anche con il docente di Politica Economica alla Sapienza Giuseppe Croce - è che che questo ritardo e il conseguente clima di incertezza che ruota intorno al Pnrr si trasferisca a tutta la politica di coesione, coinvolgendo più programmazioni finanziarie: "Il rischio di ritardare anche l’avvio dei bandi della programmazione 2021-2027, esiste - sottolinea - e sta già avvenendo in alcuni territori, quelli che devono recuperare il divario maggiore.

Adesso non è produttivo cercare responsabilità o errori passati, piuttosto è fondamentale pensare al futuro, rivolgendo sforzi e risorse su interventi e misure di accelerazione come potrebbero essere quelle destinate alle imprese".

Sistema produttivo può trainare lo sviluppo

"Il sistema produttivo, infatti - prosegue Vito Grassi -, può essere protagonista nel traghettare l'Italia verso lo sviluppo, in particolare verso il completamento delle transizioni green e digitale, tenendo sempre al centro il fattore umano e le sue competenze”.

E in merito alla transizione energetica,il vicepresidente di Confindustria ricorda che, in base ai dati Ue, per l’obiettivo intermedio al 2030 del Fit For 55, l’Italia dovrebbe investire tra i 650 e 670 miliardi, mentre il Pnrr ne stanzia 60.

Quindi, “non solo c’è la difficoltà di spendere queste risorse – ha aggiunto Grassi – ma di attuare urgenti misure a sostegno dell’enorme sforzo che si chiede ai privati”.

Inoltre, come si è potuto vedere dal Documento di Economia e Finanza “nei prossimi mesi le risorse di bilancio saranno limitate.

Le uniche a disposizione della crescita saranno proprio quelle previste dal Pnrr, dal RepowerEu e dai fondi di coesione. Per questo occorre, ancora con maggiore determinazione, utilizzarle tutte e nel modo più efficace". Occorre riscoprire lo spirito del piano che “nasce nell'ambito del Next Generation EU.

È un'occasione storica ed è necessario che il Pnrr sia indirizzato innanzitutto a ricucire i divari che penalizzano lo sviluppo del paese”, e che per il Vice Presidente sono soprattutto due: infrastrutturale e di competitività.

Rischio concreto di blocco della crescita

Sulle rimodulazioni del Pnrr, (l'Italia come noto ha chiesto cambiamenti per 10 dei 27 prossimi obiettivi - Grassi osserva che non si conoscono i dettagli delle modifiche né si hanno informazioni sul contenuto dell'addendum al Pnrr previsto dal Repower EU, che dovrà contenere le misure di contrasto alla crisi energetica (l'Italia è il solo Paese a non averlo annunciato).

Un'incertezza che investe tutti i finanziamenti della politica di coesione: “si parla da mesi di spostare i progetti del Pnrr sulla programmazione dei fondi Sie, i fondi strutturali e di investimento europei, e del Fsc, il fondo per lo sviluppo e la coesione.

È essenziale che questa ipotesi venga definita al più presto nei dettagli, condividendo il percorso con le Regioni e con il partenariato economico-sociale”, dice Grassi.

Il fatto che l'Italia abbia chiesto modifiche sostanziali al Pnrr, secondo Grassi “significa implicitamente riconoscere un ritardo su più di un terzo di quegli obiettivi, oltre al fatto che, al momento, non sono noti i termini della richiesta di pagamento che sarà presentata alla commissione. C'è il rischio paralisi.

Inoltre, dal successo del Pnrr dipende anche la possibilità che il Next Generation EU non sia una scelta isolata per l'Europa. L'Italia è chiamata a rispondere della fiducia che le è stata accordata con il massimo delle somme disponibili”- ha sottolineato.

Sulla governance del Piano

Infine, il tema della Governance del Piano, per il vicepresidente, “resta un elemento fondamentale ed è stata buona la scelta del Governo di rafforzare il ruolo della Presidenza del Consiglio, istituendo una struttura di missione, anche se questo passaggio ha determinato un periodo di assestamento che ha pesato sui ritardi. Quindi va rafforzato un rapporto tra pubblico e privato e il confronto con le parti sociali.

La partecipazione alla Cabina di regia non è automatica e finora è stata sporadica. Mentre è necessario un confronto effettivo con le parti sociali, specie in questo periodo, per individuare in modo efficace le linee di intervento”.

Redazione Cuoreeconomico
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