Il carovita travolge anche la produzione agroalimentare: "Subito accordi di filiera e aiuti a famiglie"

L'inflazione ed il costo del carrello della spesa crescono meno del previsto, ma questo non migliora la condizione dei cittadini. L'allarme di Coldiretti: "Caccia al discount, produzione scesa del 4.5%". Confesercenti: "Potere d'acquisto scenderà ancora, serviranno anni". Federconsumatori: "Famiglie spenderanno circa 2400 euro in più l'anno"
L’inflazione cresce meno del previsto (8,2% nell’ultima rilevazione), ma continua a salire e questo sta influendo non soltanto sulle tasche degli italiani, che hanno tagliato il carrello della spesa, ma anche sulla produzione industriale complessiva, che è scesa del 4,5%, secondo quanto dice Coldiretti su dati Istat, rispetto a Marzo 2022.
“Una frenata preoccupante che è il risultato – sottolinea la Coldiretti – delle difficoltà in cui si trovano le famiglie italiane che, spinte dai rincari mettono meno prodotti nel carrello ma è anche il segnale dei problemi della filiera produttiva alle prese con l’esplosione dei costi dell’energia e delle materie prime.
Il caro prezzi ha ridotto del 4,7% le quantità di prodotti alimentari acquistate dagli italiani nel 2023 che sono però costretti però a spendere comunque il 7,7% in più a causa dei rincari determinati dalla crisi energetica, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat relativi al primo trimestre del 2023 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente”.
Il quadro generale
Il costo carrello della spesa, per essere precisi, è leggermente migliorato, nel senso che si è passati dal +12,6% di marzo al +11,6% ad aprile.
Nel settore alimentare, in particolare, si è avuta un'attenuazione della crescita sia dei prezzi dei prodotti lavorati (da +15,3% a +14,0%), sia di quelli dei beni non lavorati (da +9,1% a +8,4%).
Ma non sembrano bastare questi ultimi lievi miglioramenti a rasserenare gli animi e le prospettive per le famiglie, con l'allarme che viene immediatamente rilanciato da più parti tra consumatori, associazioni di categoria e sindacati.
Il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra definisce "preoccupante la nuova accelerazione dei prezzi dei beni energetici non regolamentati" e sostiene che "serve un accordo governo-parti sociali per controllare prezzi e tariffe, bloccare e sanzionare la speculazione, tassare gli extra profitti, adeguare salari e pensioni all'inflazione".
Confesercenti avverte dal canto suo che la situazione non è ancora risolta e stima che il potere d'acquisto delle famiglie diminuirà di altri 2,9 miliardi nel 2023 e che bisognerà attendere addirittura il 2027 per recuperare la capacità di spesa del 2021, ovvero quella precedente all'accelerazione inflazionistica.
I consumatori invece, si affrettano a fare i conti di quanto la nuova fiammata dei prezzi impatterà sulle tasche degli italiani: è abbastanza generalizzata la stima secondo cui l'aggravio per una famiglia media italiana si aggirerà sui 2.400 euro all'anno.
Caccia al discount
Questa situazione ovviamente porta gli italiani ad andare in cerca dei discount ed in generale delle offerte, spesso anche a scapito della qualità.
Il risultato è un impatto negativo sulla produzione industriale che non è stata compensata dall’andamento positivo delle esportazioni con il cibo made in Italy che continua a crescere all’estero dopo aver fatto registrare nel 2022 il record di sempre a quota 60,7 miliardi, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat che evidenzia peraltro un aumento del 15% nel primo bimestre del 2023.
Accordi di filiera per il settore
“Occorre lavorare per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali per assicurare una più equa distribuzione del valore per tutelare i consumatori ed il reddito degli agricoltori dalle pratiche sleali” ha sottolinea il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare l’esigenza di “sostenere nel Piano nazionale di ripresa e resilienza l’agroalimentare dove abbiamo presentato tra l’altro progetti di filiera per investimenti dalla pasta alla carne, dal latte all’olio, dalla frutta alla verdura con più di 50 proposte e migliaia di agricoltori, allevatori, imprese di trasformazione, università e centri di ricerca coinvolti”.
Federconsumatori lancia l’allarme
Chi torna a parlare della necessità di aiuti concreti alle famiglie è invece Federconsumatori, che in una nota sottolinea come “i dati sull'inflazione ad aprile alimentano le preoccupazione per i mesi a venire e la necessità di mantenere obiettività e cautela, invitando a non cantar vittoria e ad allentare gli aiuti alle famiglie ad ogni minimo accenno di ribasso".
Secondo l’associazione afferente a Cgil, con un carovita a questi livelli, "le ricadute per le famiglie rimangano estremamente onerose".
Secondo le stime dell'Osservatorio Nazionale dell'associazione infatti si attesterebbero a 2.443,60 euro annui in più a famiglia.
Gli aumenti, secondo Federconsumatori, pesano molto di più per le famiglie meno abbienti. "Per questo - afferma l'associazione - si rende sempre più urgente che il governo affronti questa emergenza con misure in grado di aiutare e sostenere in maniera strutturale e duratura le famiglie".
Sulla stessa linea di pensiero anche Assoutenti che chiede al Governo il varo di un apposito decreto "anti-inflazione".
Di Emanuele Lombardini
(Riproduzione riservata)
Per inviare comunicati stampa alla Redazione di CUOREECONOMICO: cuoreeconomico@esg89.com
WHATSAPP Redazione CUOREECONOMICO: 327 70234751
Per Info, Contatti e Pubblicità scrivere a: customer@esg89.com











