IMPRESE. Tregua fragile sui dazi. Confindustria Trento, Delladio: “Sproporzionati e penalizzanti”

(Lorenzo Delladio, Presidente Confindustria Trento)
Lo stop temporaneo all’entrata in vigore dei nuovi dazi statunitensi ha dato un attimo di respiro all’industria italiana, ma la tensione resta alta. Anche in Trentino, dove numerose imprese operano in settori direttamente coinvolti dalle misure americane, l’incertezza si fa sentire.
“L’industria trentina, al pari di quella degli altri territori italiani ed europei, guarda con apprensione alle conseguenze dei tre pacchetti di dazi aggiuntivi che l’Amministrazione Trump ha per ora imposto al mondo”, ha dichiarato Lorenzo Delladio, presidente di Confindustria Trento. Il focus è sull’automotive e sui metalli: “Ci aspettavamo la ripresa dei dazi su acciaio e alluminio già adottati dalla prima presidenza Trump, così come quelli sull’automotive. Tuttavia, un dazio addizionale del 25% è molto alto e ci preoccupa, soprattutto per la componentistica automobilistica, un settore in cui operano molte imprese trentine", aggiunge.
La struttura dei dazi solleva perplessità: “I cosiddetti ‘dazi reciproci’ – ha spiegato Delladio – di reciproco hanno ben poco, perché sono calcolati dagli Stati Uniti sulla base del loro deficit commerciale e non sugli effettivi dazi che l’Europa applica, che in media sono solo dell’1,4%. Questo squilibrio è già pesante per l’Europa, figuriamoci per paesi come il Vietnam che si vedono applicare dazi addizionali fino al 47%.”
Con il fiato sospeso, il mondo industriale trentino attende ora di capire gli effetti concreti: “Solo nelle prossime settimane, quando le aziende definiranno con gli importatori americani quanto potranno assorbire gli aumenti di prezzo, si potrà valutare l’impatto reale. Se questi costi ricadranno sul consumatore statunitense, il rischio è che i prodotti italiani perdano competitività, nonostante la qualità e il prestigio del Made in Italy", continua.
Il blocco momentaneo delle nuove tariffe doganali rappresenta una tregua, ma non una soluzione. In gioco c’è la tenuta di intere filiere e la capacità delle imprese europee di restare sui mercati internazionali in un contesto sempre più instabile.
Delladio avverte: “Siamo in una fase cruciale. Se non si interviene con politiche industriali europee forti e coordinate, sarà difficile per molte aziende resistere alla concorrenza di Paesi meno penalizzati dai dazi. La partita si gioca adesso.”
Claudia Boccucci
(Riproduzione riservata)
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