ven 12 dic 2025

Seguici su:

LAVORO. Il Piemonte in affanno, mancano operai e tecnici specializzati

(Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte)

Un 2024 difficile per le aziende piemontesi che cercano personale: la difficoltà di reperire manodopera ha toccato il 61,7%, ben al di sopra della media nazionale del 55,2% e in netto peggioramento rispetto al 57,7% del 2023

Un fenomeno colpisce in particolare le piccole e microimprese artigiane, che faticano a trovare lavoratori qualificati in settori chiave come edilizia, costruzioni, idraulica e serramentistica.

A denunciare la situazione è Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Imprese Piemonte, che individua tra le cause principali la perdita della cultura del lavoro e il divario tra il mondo dell’istruzione e quello produttivo: "Nelle scuole non si insegna più la cultura del lavoro da 40 anni. Abbiamo bisogno di tecnici, di professionalità e di riqualificare i ragazzi, creando un legame più forte tra imprenditori e istituti professionali".

Se da un lato le imprese faticano a trovare manodopera, dall’altro il numero di giovani inattivi rimane elevato: 1,5 milioni tra i 25 e i 34 anni non studiano né lavorano. Eppure, nel triennio 2021-2024, l’occupazione giovanile in Italia è cresciuta a un ritmo doppio rispetto alla media UE (+9,2% contro il +4,6% europeo), dimostrando che le opportunità esistono per chi vuole coglierle.

L’avanzata della digitalizzazione e della transizione ecologica potrebbe aggravare ulteriormente il disallineamento tra domanda e offerta di lavoro, se non verrà rafforzato il collegamento tra istruzione e mercato. Il Piemonte, che già oggi è tra le regioni più in sofferenza nella ricerca di personale, rischia di trovarsi ancora più indietro nei prossimi anni.

Secondo Felici, il problema non è legato solo al tipo di contratto o alla retribuzione, ma a una questione più profonda: "Si è assottigliata la cultura del lavoro. Molte famiglie preferiscono far proseguire gli studi ai figli nella speranza di un impiego migliore, senza considerare le ampie opportunità di crescita offerte dalle professioni tecniche e artigiane".

Nonostante le difficoltà, nel primo trimestre del 2025 le micro e piccole imprese prevedono un incremento delle assunzioni del +1,7%, in controtendenza rispetto al calo generale (-0,2%). Tuttavia, senza un’azione mirata sulla formazione e sull’orientamento scolastico, il rischio è che molte di queste posizioni rimangano ancora vacanti.

La sfida per il Piemonte è chiara: colmare il gap tra scuola e impresa, rivalutare il valore delle professioni tecniche e rendere il mercato del lavoro più accessibile ai giovani. Senza un cambio di rotta, la carenza di manodopera rischia di diventare una zavorra insostenibile per l’economia regionale.

Claudia Boccucci
(Riproduzione riservata)

Per inviare comunicati stampa alla Redazione di CUOREECONOMICO: cuoreeconomico@esg89.com
WHATSAPP Redazione CUOREECONOMICO: 327 70234751
Per Info, Contatti e Pubblicità scrivere a: customer@esg89.com