Lollobrigida (Masaf): "Banche tornino ad interessarsi dell'economia reale"

Il ministro dell'agricoltura in audizione alle camere: "L'agricoltura ha bisogno di sostegno, la garanzia di Ismea non è più sufficiente". E lancia un monito: "Se non c'è redditività per gli agricoltori attivi con le loro imprese nelle aree interne della Penisola, c'è spopolamento delle campagne. Nel tempo la Pac ha visto sempre meno l'agricoltore come garante del territorio ma piuttosto come soggetto in competizione con l'ambiente"
"Una delle priorità del governo è il sostegno al reddito agricolo, laddove negli ultimi anni il modello bancario ha perso un po' di attenzione rispetto all'economia reale, e il ritorno di questa attenzione deve essere un obiettivo condiviso". E' quanto comunicato, in audizione alle Commissioni congiunte nona del Senato e XIII Camera, dal ministro dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida.
"L'Ismea (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare), per ora con 80 milioni di euro, sta facendo da garante - ha ricordato il ministro - per abbattere i tempi e gli interessi dei prestiti che un tempo venivano dati con solerzia agli imprenditori agricoli proprio perché non possono scappare mettendo in valigia terra e beni fondiari".
Senza reddito agricoltori, campagne si spopolano
E aggiunge: "Se non c'è redditività per gli agricoltori attivi con le loro imprese nelle aree interne della Penisola, c'è spopolamento delle campagne.
Nel tempo la Pac ha visto sempre meno l'agricoltore come garante del territorio ma piuttosto come soggetto in competizione con l'ambiente. Invece noi in Europa, in sede Agrifish, abbiamo chiesto in un documento composito apprezzato anche da altri Paesi membri, un rafforzamento del ruolo dell'agricoltore".
"Questa Pac - ha osservato il ministro - è stata scritta in un tempo in cui il sistema produttivo poteva scegliere la riduzione. Inoltre la burocrazia è risultata molto condizionante con indicazioni a ridurre le produzioni che ora perdono di ragionevolezza con la crisi del Wto e con il crescente import di derrate agroalimentari da Paesi che non rispettano le nostre stesse regole, ad esempio sugli agrofarmaci.
L'Italia ha chiesto inoltre la semplificazione dell'iter degli aiuti - ha precisato - e chiesto l'estensione del periodo temporaneo di crisi, come avvenne per il Covid, per le imprese agricole in difficoltà. Inoltre abbiamo chiesto che la normativa sulle pratiche sleali venga estesa a livello europeo.
E abbiamo chiesto negli interscambi commerciali tra Paesi la regola del rispetto dei diritti umani, perché chi mette schiavi a produrre pomodori ha listini prezzi che non ci rendono competitivi" .
Lollobrigida sottolinea anche il ruolo primario dell'Italia nell'aver portato l'agricoltura fra i temi Ue: "Sono contento che l'Italia sia stata promotrice dell'inserimento di questo punto, non solo perché in questo giorni abbiamo registrato una forte mobilitazione degli agricoltori che rivendicano una centralità del loro ruolo, ma soprattutto perché il nostro governo negli ultimi diciotto mesi ha puntualmente richiesto che l'Europa tornasse a parlare come i trattati europei prevedevano di agricoltura come centralità dello sviluppo economico dell'Europa tesa alla sicurezza alimentare, fatto che emerge sempre più importante a causa delle crisi geopolitiche che si sono registrate negli ultimi due anni.
Questo ci fa riflettere sull'importanza dell'agricoltura come garanzia degli approvvigionamenti alimentari anche in caso di utilizzo del cibo come arma. Quello che in realtà sta già avvenendo in un guerra asimmetrica che non è più solo combattuta con le armi convenzionali", ha aggiunto il ministro.
Stop aiuti a chi non produce
Infine, un monito: "Chiediamo che venga interrotto ogni tipo di aiuto europeo agli agricoltori per non coltivare. Noi crediamo che gli aiuti abbiano un senso non con sussidio ma come incentivazione a coltivare meglio, a ridurre l'impatto ambientale ma mai a non produrre perché a nostro avviso questo porta a una desertificazione del territorio".
"Noi abbiamo un'agricoltura - ha sottolineato Lollobrigida - che non è la stessa agricoltura di altri. Noi abbiamo una pesca che non è la stessa pesca di altri. E se le misure di riduzione dell'impatto ambientale incidono solo su un tipo di agricoltura, ci sono alcune nazioni - ha rilevato ancora - più penalizzate e altre meno.
E così sulla pesca. Pertanto se in Europa abbiamo avuto una diminuzione delle aziende agricole del 24 percento, nel dettaglio dei Paesi abbiamo avuto una diminuzione in Germania del 12,2, in Spagna del 7,6, in Italia del 30,3 sullo stesso periodo di tempo.
E' evidente che, avendo coscienza che gli italiani amano l'agricoltura almeno quanto tedeschi e spagnoli, ci deve essere un problema di strategia che non ha portato alla crescita o al mantenimento.
Peraltro, secondo gli indirizzi i trattati europei di questo settore, sulla pesca è andata anche peggio perché rispetto a una media del 24, talvolta del 28 percento, di perdita delle marinerie in Europa l'Italia arriva circa al 40 percento di decremento".
Redazione Cuoreeconomico
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