ven 05 dic 2025

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Lombardia verso il futuro: “Sistema imprenditoriale resiliente, ma Germania e Suez possono condizionarlo”

Dall’analisi congiunturale del comparto manifatturiero regionale presentata da Confindustria emerge una regione che continua a muovere numeri importanti ed ancora in crescita, ma le situazioni internazionali incombono sul 2024. Buzzella: “Se non vuole seguire la parabola tedesca la Lombardia dovrà trovare una sua strada per la crescita, strada che inevitabilmente passa dalla diversificazione energetica e dal contrasto all’ideologia oggi dominante in Ue che mira a deindustrializzare l’Europa”. Presentata anche l’analisi della Camera di Commercio: Milano continua a fare da traino

Nell’ultimo trimestre 2023 il comparto manifatturiero lombardo segna una crescita grazie a un quadro economico generale meno negativo.

I rischi geopolitici che minacciano il flusso degli scambi commerciali internazionali con i recenti problemi legati al Canale di Suez uniti al perdurare della crisi industriale tedesca e agli alti tassi d’interesse non intaccano il comparto manifatturiero che mostra una lieve crescita congiunturale della produzione industriale (+0,4 percento) ed artigiana (+0,7 percento).

Grazie ai risultati di fine anno, il 2023 può essere considerato un anno in positivo con una media annua in aumento rispetto al precedente, sia per l’industria (+0,2 percento) che per l’artigianato (+1,8). Lo dice Confindustria Lombardia, che ha varato la consueta analisi del comparto industriale.

Moderato ottimismo quindi, anche se il clima di fiducia è in parte mitigato dall’incertezza dovuta ai nuovi rincari nel traffico delle merci. Questo è evidenziato dall’aumento delle quote di imprenditori che non si aspettano variazioni di rilievo per produzione, fatturato e ordini.

I settori migliori e quelli peggiori

Tra i settori più performanti nel 2023 quello dell’abbigliamento (+5,5 percento la media annua) i mezzi di trasporto (+5,4), l’alimentare (+2,2), la meccanica (+1,3) e il pelli-calzature (+0,7).

Praticamente stazionari il legno-mobilio (+0,1) e i minerali non metalliferi (-0,1) legati perlopiù all’edilizia. In difficoltà invece il settore tessile che marca un -7,1 percento, la siderurgia (-4,8), la carta-stampa (-3), la gomma-plastica (-2,6) e, meno intensamente, la chimica (-1,3).

Si attenua la dinamica rialzista dei prezzi, sia per le materie prime che per i prodotti finiti, ma ancora non cedono terreno. Grazie a flussi di ordini che non si sono interrotti, le giornate di produzione assicurata dal portafoglio restano ai massimi livelli.

Sistema lombardo forte ma non senza timori

“Il sistema lombardo si conferma più forte del contesto negativo internazionale. Le nostre imprese si stanno dimostrando ancora una volta capaci di resistere alle criticità dettate dagli scenari globali: come Regione siamo e saremo costantemente al loro fianco” spiega Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia.

Gli fa eco l’assessore allo sviluppo economico Guido GuidesiInfluenze negative globali ci hanno rallentati ma non fermati. Grazie alle nostre imprese rimaniamo ottimisti”.

Buzzella e Massetti mettono in guardia

Anche le associazioni datoriali e di categoria ostentano un moderato ottimismo di fronte a dati che comunque fanno ancora della Lombardia una regione leader. Francesco Buzzella, presidente di Confindustria Lombardia sottolinea:  “Nonostante l’andamento piatto di fine anno i dati economici lombardi del 2023 sono da considerare positivamente, in particolare per l’aumento del fatturato e degli ordini esteri. Il 2024 si apre però con due minacce alla crescita: l’instabilità nel Mar Rosso e la crisi.

La Lombardia, infatti, è legata a doppio filo al sistema produttivo tedesco, sistema penalizzato – a favore di Usa e Cina – dalla perdita delle fonti energetiche a basso costo e dalla maggiore spinta verso la decarbonizzazione del sistema industriale”.

E lancia un monito: “Se non vuole seguire la parabola tedesca la Lombardia dovrà trovare una sua strada per la crescita, strada che inevitabilmente passa dalla diversificazione energetica e dal contrasto all’ideologia oggi dominante in Ue che mira a deindustrializzare l’Europa”.

Una scia raccolta anche da Eugenio Massetti, presidente di Confartigianato Lombardia:L’artigianato fa registrare performance positive, con segnali ancora incoraggianti soprattutto per il segmento 10-49 addetti – dice – La flessibilità è senza dubbio un elemento che contribuisce a spiegare la differenza rispetto alle prestazioni dell’industria, con una maggior duttilità delle piccole imprese ad adattarsi alle evoluzioni di mercato e agli scossoni degli scenari internazionali.

Tale incertezza porta alla contrazione degli investimenti, che è l’elemento che più ci preoccupa, guardando al futuro, soprattutto in un’ottica d’integrazione di nuove soluzioni tecnologicamente avanzate.

Naturalmente, i due universi – quello dell’industria e dell’artigianato – non possono essere scissi, nella lunga catena delle forniture, pertanto il nostro primo auspicio è che si torni a crescere con un certo vigore, sostenuti da un ritrovato equilibrio internazionale, della Germania in primis”.

Il quadro di Confcommercio Milano

Parallelamente a quella di Confindustria, è andata in scena anche la presentazione dell’indagine congiunturale di Camera di Commercio Milano Lodi Monza e Brianza.

A Milano il 2023 si chiude in leggera crescita per l’area metropolitana (0,4 percento) dunque meglio del dato lombardo con un fatturato in crescita di 1,6 percento, anche in questo caso meglio rispetto alla media regionale. Bene anche l’export, mentre leggera flessione per il mercato interno.

Il quadro delinea nel quarto trimestre 2023, quindi nel corso degli ultimi tre mesi dell’anno, un lieve miglioramento congiunturale rispetto al trimestre precedente, per quanto riguarda la produzione industriale e il fatturato milanese (+0,4 e +0,5%destagionalizzato). Tiene l’area del lodigiano, con una crescita nella produzione mentre si registra una leggera flessione della zona monzese-brianzola.

Redazione Cuoreeconomico
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