MODELLI. De Pascale, presidente Emilia-Romagna: “Oggi siamo un punto di riferimento internazionale per la ricerca, l’innovazione e la qualità del lavoro”

(Michele De Pascale, Presidente Regione Emilia Romagna)
L’Emilia-Romagna consolida il proprio ruolo di hub europeo per ricerca e innovazione, trasformando supercalcolo, AI e filiere ad alta tecnologia in leve strategiche per competitività, sostenibilità e attrazione di capitale umano qualificato.
Con investimenti su Data Valley, politiche per la transizione digitale delle imprese e un piano abitativo da 300 milioni per trattenere talenti, la Regione punta a integrare sviluppo economico e coesione sociale, rafforzando il suo modello produttivo nel contesto globale. A parlarne è il presidente della Regione Emilia Romagna Michele De Pascale, in una intervista esclusiva a CUOREECONOMICO.
L’Emilia-Romagna si conferma un punto di riferimento mondiale per la ricerca e l’innovazione. In che modo la Regione sta costruendo un futuro sostenibile e inclusivo, favorendo l’incontro tra tecnologia e valori umani e creare valore per il territorio?
“L’Emilia-Romagna è una regione che ha costruito la propria identità sulla forza della manifattura, sull’integrazione delle filiere e sull’investimento costante nelle competenze. È grazie a questo patrimonio che oggi siamo un punto di riferimento internazionale per la ricerca, l’innovazione e la qualità del lavoro. In questa fase complessa, segnata da cambiamenti geopolitici, transizione ecologica e trasformazioni tecnologiche profonde, stiamo sviluppando politiche che tengono insieme sviluppo economico, sostenibilità e coesione sociale.
La Data Valley, il Tecnopolo di Bologna, il supercomputer Leonardo e la nuova AI Factory rappresentano infrastrutture strategiche e asset fondamentali non solo per la nostra regione, ma per l’Europa, che devono essere ulteriormente rafforzati e tutelati.
La loro funzione non è esclusivamente tecnologica: sono luoghi dove la conoscenza si traduce in applicazioni concrete per le imprese, per le università, per la sanità, per l’agroalimentare e per la pubblica amministrazione. L’obiettivo è rendere il supercalcolo accessibile anche alle piccole e medie imprese, accompagnando i nostri distretti verso modelli produttivi più efficienti, sicuri e sostenibili.
La nostra ambizione è chiara: vogliamo che l’IA e le tecnologie emergenti diventino un fattore di inclusione, permettendo alle imprese di competere senza sacrificare diritti, sicurezza e ambiente, riducendole disuguaglianze e rafforzando il modello sociale emiliano-romagnolo.
In parallelo, grazie al Patto per il Lavoro e per il Clima, stiamo consolidando un percorso condiviso con il mondo economico e sociale che unisce innovazione e riduzione delle disuguaglianze. Ne sono un esempio i programmi dedicati alla transizione digitale e alla transizione energetica: penso al bando da oltre 50 milioni di euro per sostenere la transizione digitale per più di mille piccole e medie imprese. L’obiettivo è aumentare la flessibilità e adattabilità, la sicurezza, l’efficienza dei processi organizzativi, produttivi e di servizio, oltre che favorire l’innovazione dei prodotti e l’adozione di modelli di business che garantiscano attenzione agli impatti ambientali e sociali delle attività svolte.
La transizione digitale e i processi di trasformazione tecnologica rappresentano oggi un elemento strategico per l’evoluzione del sistema economico e produttivo dell’Emilia-Romagna, strumenti imprescindibili per favorire l’innovazione, la crescita e la creazione di occupazione.
In questo percorso i valori umani, insieme alla dignità del lavoro, la qualità delle relazioni nelle comunità, l’accesso equo alle opportunità di crescita restano il riferimento centrale. È in questa integrazione tra sviluppo tecnologico e progresso umano che si crea valore reale e duraturo per l’Emilia-Romagna.”
Come intende valorizzare i talenti umani, specialmente giovani altamente specializzati, favorendone l’attrazione e la permanenza nel territorio?
“La valorizzazione dei talenti è una priorità strategica. La competitività del nostro sistema produttivo, così come la qualità dei servizi e della ricerca, dipende dalla capacità di attrarre, formare e trattenere persone altamente qualificate. Per questo la Regione ha approvato una legge specifica per l’attrazione e la permanenza dei talenti.
Lavoriamo in stretta collaborazione con i quattro atenei della regione, con gli enti di ricerca e con il sistema imprenditoriale per rafforzare percorsi formativi avanzati: master, dottorati, programmi internazionali di ricerca, gli ITS e gli IFTS, che consentono di formare figure tecniche di alto profilo in coerenza con le esigenze delle filiere produttive. Meccatronica, mobilità sostenibile, data science, biotecnologie, agroalimentare e logistica sono solo alcuni dei settori in cui stiamo costruendo nuovi percorsi di specializzazione per rispondere ai fabbisogni odierni delle imprese.
Accanto alla formazione, stiamo consolidando un ecosistema dell’innovazione che oggi conta quasi 900 startup e una rete di laboratori, cluster tecnologici e centri di ricerca capaci di offrire opportunità e ambienti competitivi per i giovani altamente specializzati. La presenza della Data Valley, del supercalcolo e delle infrastrutture europee sta generando nuove occasioni per chi lavora nella ricerca e nelle tecnologie emergenti.
Un ulteriore elemento decisivo riguarda l’abitare. Per rispondere all’emergenza abitativa e sostenere l’attrattività del territorio, la Regione Emilia-Romagna ha avviato un piano straordinario da 300 milioni di euro, realizzato attraverso un finanziamento agevolato della Banca europea degli investimenti per 200 milioni e 100 milioni di risorse regionali. L’obiettivo è recuperare e riqualificare il patrimonio di edilizia residenziale pubblica e sociale oggi inutilizzato, con l’impegno di offrire abitazioni di qualità a canoni calmierati rivolte a famiglie, lavoratrici e lavoratori, studenti e giovani professionisti con redditi medio e medio-bassi.
L’accesso alla casa, insieme alla qualità della formazione e a opportunità di lavoro qualificate, è un elemento essenziale per trattenere e attrarre competenze.
Valorizzare i talenti significa costruire un territorio dove opportunità professionali, formazione di qualità, innovazione e servizi pubblici efficienti procedono insieme. È in questa direzione che l’Emilia-Romagna sta investendo, con l’obiettivo di garantire alle nuove generazioni un futuro qui, e alla nostra economia la capacità di competere a livello europeo e globale.”
Simona Fuso
(Riproduzione riservata)
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