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24/11/2025

ORIENTAMENTO. Molinari (CCIAA Modena): “Il mismatch è la nostra prima sfida. Agiamo su orientamento e formazione professionalizzante di alto livello”

(Giuseppe Molinari, Presidente Camera di Commercio di Modena)

In un mercato del lavoro che promette oltre 1,3 milioni di assunzioni, ma fatica a trovare competenze adeguate, la Camera di Commercio di Modena accelera su orientamento, formazione tecnica e transizione digitale.

Dalla spinta agli ITS ai voucher per l’adozione dell’IA, fino ai nuovi strumenti per la sostenibilità energetica, l’ente camerale delinea una strategia a tre assi — capitale umano, innovazione e green economy — per mantenere competitivo un territorio che guarda al 2026 con cauto ottimismo. A spiegare le strategie il Presidente della Camera di Commercio di Modena Giuseppe Molinari, in una intervista esclusiva a CUOREECONOMICO.

Secondo il bollettino Excelsior di Unioncamere, le imprese italiane prevedono oltre 1,3 milioni di assunzioni entro fine anno, ma lamentano gravi difficoltà nel reperire personale qualificato. Quali iniziative la vostra Camera di Commercio sta promuovendo per ridurre il mismatch tra domanda e offerta di lavoro, e per valorizzare la formazione tecnica e digitale nel territorio?

Confermo i dati del sistema Excelsior, che anche sul nostro territorio evidenziano una tensione costante. Il "mismatch" è la nostra prima sfida. Come Camera di Commercio di Modena, agiamo su due fronti principali.

Il primo è l'orientamento. Stiamo intensificando i nostri programmi nelle scuole per mostrare ai giovani e alle loro famiglie le opportunità offerte dalle filiere tecniche. Dobbiamo spiegare che un percorso tecnico o digitale oggi offre prospettive di carriera e retribuzione spesso superiori ad altri percorsi.

Il secondo fronte, che è cruciale, è il sostegno alla formazione professionalizzante di alto livello. E qui mi preme sottolineare il ruolo strategico degli ITS (Istituti Tecnici Superiori), che non sono più un'alternativa di serie B, ma rappresentano la risposta più efficace e moderna alla domanda di "super-tecnici" che le nostre imprese, dalla Motor Valley al biomedicale, ci chiedono.

Come Camera portiamo i dati previsionali del nostro sistema Excelsior per aiutare a programmare i corsi futuri e sosteniamo la connessione tra gli istituti e il nostro tessuto di PMI. Un diplomato ITS a Modena, che sia in meccatronica, big data o ceramica avanzata, ha un tasso di occupazione a un anno dal termine dell’80-90%. È su questo modello di co-progettazione tra formazione e impresa che stiamo investendo. 

Molte Camere di Commercio stanno lanciando bandi per l’adozione dell’intelligenza artificiale e la digitalizzazione delle PMI. Qual è la strategia della vostra Camera per accompagnare le imprese locali in questa trasformazione, e quali settori ritiene più pronti o più in ritardo nel processo di innovazione?

La nostra strategia di "accompagnamento" si fonda sul ruolo attivo del Punto Impresa Digitale (PID) che opera all’interno di una rete nazionale per la digitalizzazione delle imprese italiane, con il coordinamento di Unioncamere e con il supporto tecnico di Dintec.  Negli ultimi anni sono stati messi a punto sevizi di assesment e di formazione per aiutare le PMI a capire dove e come investire in tecnologie 4.0.

Uno strumento fondamentale offerto dalla Camera di commercio di Modena già da diversi anni è rappresentato dai voucher digitali attraverso i quali co-finanzia l'acquisto di software, hardware, consulenza e formazione 4.0 delle imprese e delle persone.

Riguardo ai settori, Modena ha realtà molto avanzate: l'automotive/Motor Valley – che non guarda solo all'elettrico ma anche a frontiere come l'idrogeno – e il biomedicale sono già altamente digitalizzati e stanno sperimentando attivamente con l'IA. Anche il distretto ceramico ha livelli di automazione industriale altissimi. I settori che mostrano un ritardo relativo sono forse quelli più tradizionali, come una parte dei servizi alla persona, il commercio al dettaglio e le micro-imprese artigiane, che spesso necessitano di un supporto più basico per la digitalizzazione dei processi aziendali prima ancora che per l'IA.

 

Con l’avvio dei nuovi fondi europei per la transizione green, le imprese chiedono supporto per rendere sostenibili i propri processi produttivi. Come si sta muovendo la Camera per promuovere la sostenibilità ambientale ed energetica nelle aziende del territorio, e quali strumenti di incentivo ritenete più efficaci?

La transizione "green", per le imprese, non è un'opzione, ma un fattore di competitività. La nostra azione si muove in piena sinergia con Unioncamere Emilia-Romagna che, ha attivato il progetto "Transizione Energetica", con un focus strategico sulle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER). Come Camera di Modena, non solo aderiamo a questa iniziativa regionale – che prevede webinar e desk informativi – ma abbiamo proposto contributi alle imprese per favorire il risparmio energetico e la riduzione dell'impatto ambientale delle attività produttive attraverso il "Bando Transizione Energetica".

Lo strumento più efficace è però la consapevolezza. Per questo offriamo assesment di sostenibilità, come il SUSTAINability, per aiutare le imprese a capire il loro posizionamento ESG (Environmental, Social, Governance) e a identificare le azioni prioritarie, che spesso si traducono anche in un risparmio economico.

A livello locale, poi, lavoriamo in stretta sinergia con partner specializzati come AESS (l'Agenzia per l'Energia e lo Sviluppo Sostenibile), che supporta le imprese nelle diagnosi tecniche e nell'implementazione di sistemi di gestione.

In un contesto internazionale incerto, ma con segnali di ripresa per l’export italiano, quali sono le prospettive economiche del vostro territorio per il 2026 e quali sono, secondo lei, le priorità su cui le imprese e le istituzioni dovranno concentrare gli sforzi nei prossimi mesi?

Modena ha un'economia storicamente robusta, con una forte vocazione all'export che funge da motore. Le nostre filiere (meccanica, biomedicale, agroalimentare e ceramica) sono competitive a livello globale. Le prospettive per il 2026 rimangono "cautamente positive", ma sono strettamente legate all'andamento dei mercati internazionali, specialmente Germania e Stati Uniti. L'incertezza geopolitica e il costo dell'energia restano le principali preoccupazioni.

Le priorità per i prossimi mesi sono chiare e condivise tra imprese e istituzioni:
Capitale Umano: Dobbiamo risolvere il mismatch (come dicevamo nella prima domanda). Senza competenze, le nostre imprese non possono crescere.
Doppia Transizione (Digitale e Green): Dobbiamo accelerare gli investimenti in queste due direzioni. Chi rimane indietro oggi, sarà fuori mercato domani.
Internazionalizzazione: Occorre continuare a supportare le PMI nell'accesso a nuovi mercati, diversificando le destinazioni per ridurre i rischi legati alle singole aree geografiche.

Su questi tre assi si concentrerà l'azione della Camera di Commercio, in sinergia con tutte le associazioni di categoria e le istituzioni locali.

Simona Fuso
(Riproduzione riservata)

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