ven 05 dic 2025

Seguici su:

28/09/2021

Primi (Borghi più belli d’Italia): «Fiscalità agevolata e digitale per il rilancio delle aree interne»

(Fiorello Primi, presidente Borghi più belli d’Italia)

Il presidente dell’associazione: «I piccoli centri rappresentano una risorsa per l’Italia. Con il Pnrr dobbiamo puntare su infrastrutture per creare imprenditorialità, attirare turisti ed evitare lo spopolamento»

In un contesto come quello attuale in cui l’innovazione rappresenta la chiave di svolta per il futuro, i borghi possono giocare un ruolo strategico.

Infatti rappresentano un polo importante per l’economia, sia per i turisti italiani e stranieri che li visitano, sia perché sono scelti da molti lavoratori in smart-working.

Dal 2001 esiste l’associazione I borghi più belli d’Italia, che rappresenta l’interesse dei borghi sparsi in tutta la penisola.

L’associazione è nata per iniziativa dell’Anci (associazione comuni italiani) e il presidente Fiorello Primi ne ha parlato a CUOREECONOMICO anche alla luce del prossimo Glocal Economic Forum su territori e sviluppo di fine novembre a Roma.

«Per entrare occorre possedere requisiti che vanno dalla cura delle infrastrutture alla qualità della vita fino alla tutela del paesaggio - dice Fiorello Primi - i nostri villaggi - continua - hanno bisogno di maggiore attenzione perché rappresentano la nostra tradizione e il nostro futuro».

Presidente, il Pnrr prevede fondi per il recupero dei borghi. Lei però ha detto che occorre fare di più. A cosa si riferisce?

«Come associazione abbiamo aperto la discussione con i ministri competenti per definire tutte le finalità della spesa dei fondi. Siamo ancora all’inizio della discussione perché dobbiamo lavorare con amministrazioni cittadine e le regioni.

Noi vorremmo che la strategia di spesa fosse a medio e lungo termine, proprio perché i borghi rappresentano una risorsa per l’Italia e quindi occorre garantire l’accessibilità fisica e digitale per evitare lo spopolamento.

Ad oggi esiste la legge Realacci che dovrebbe tutelare i borghi, ma che purtroppo è lettera morta perché negli anni non si sono fatti bandi e politiche per sostenere i progetti imprenditoriali». 

Già nel governo Conte-bis avevate proposto un fondo per il sostegno all’imprenditoria giovanile.

«Sì e c’è anche nel Pnrr per le piccole e medie imprese. Non devono essere a fondo perduto, ma per progetti concreti e discussi con le regioni e le amministrazioni locali.

Oltre alle imprese occorrono anche progetti di formazione dare tutte le indicazioni necessarie a chi intende aprire un’attività».

- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -

Leggi anche:

    - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -

    Nello specifico di quali interventi avrebbero bisogno i nostri borghi?

    «Innanzitutto della banda larga e provvedimenti di fiscalità di vantaggio per attirare nuove imprese e consentire alle persone che lavorano in smart-working di raggiungere i borghi.

    Dobbiamo mettere in condizioni i nostri borghi di esistere, anche perché il turismo è solo l’ultimo effetto di un borgo che funziona».

    Proprio con l’aumento smart-working diversi lavoratori hanno scelto i borghi per lavorare.

    «Si tratta senza dubbio di un effetto positivo ma che si sta smontando. Occorre rendere lo smart-working davvero intelligente, tanto che stiamo lavorando con alcuni parlamentari a una proposta di legge per il superamento delle condizioni contrattuali di oggi, con vantaggi a chi intende lavorare anche in co-working. Ovviamente i comuni dovranno avere le risorse necessarie per consentire che ciò avvenga».

    Gli amministratori locali hanno compreso le potenzialità dei borghi?

    «Purtroppo no e le condizioni delle strade e degli impianti energetici ne sono la prova. Un peccato perché trascurare i borghi significa trascurare il futuro.

    Non dimentichiamoci che oltre allo smart-working, tanti giovani agricoltori scelgono i nostri centri per lo sviluppo della propria attività.

    C’è da dire che il nostro paese va a due velocità e ciò si riflette anche nella tenuta dei borghi».

    Vista la sua esperienza di presidente dell’associazione, ha trovato un punto di forza comune e un punto di debolezza nei borghi?

    «Il punto di forza è senza dubbio la bellezza e il funzionamento delle attività fondamentali.

    Il punto di debolezza è la tenuta economica, tanto che soprattutto al Sud stiamo assistendo a frequenti fenomeni di spopolamento». 

    Di Matteo Melani
    (Riproduzione riservata)

    Per inviare comunicati stampa alla Redazione di CUOREECONOMICO: cuoreeconomico@esg89.com
    WHATSAPP Redazione CUOREECONOMICO: 327 7023475
    Per Info, Contatti e Pubblicità scrivere a: customer@esg89.com