Quando lo Stato non paga: ritardi fino ad 80 giorni per due ministeri su tre

L'indagine della Cgia di Mestre. Il peggiore è il Ministero dell'Università, male anche turismo e interno. Agricoltura in miglioramento. Ma anche Regioni e Comuni non sono da meno. La pubblica amministrazione ha un debito medio verso le Pmi di quasi 50 miliardi
Quando è la Pubblica amministrazione a non pagare, il quadro non può che essere nero. Lo avevamo scritto alcune settimane fa, lo Stato italiano è il peggior pagatore d'Europa. La Cgia di Mestre conferma: due ministeri su tre non pagano i fornitori. Storia vecchia, si dirà, ma il fatto che dopo decenni sia ancora la stessa, la dice lunga su tante cose.
Nell'ultima rilevazione 9 ministeri su 14 è stato anticipato dal segno più; ciò vuol dire che la maggioranza di questi enti non ha rispettato le disposizioni di legge in materia di pagamenti nelle transazioni commerciali tra Pubblica amministrazione e imprese private.
La situazione più critica riguarda il Ministero dell'Università e della Ricerca: se nel primo trimestre 2023 la media dei pagamenti era avvenuta con 12,22 giorni di anticipo, nel secondo il ritardo ha superato gli 80 giorni.
Male anche il Turismo che dopo il +14,26 del primo trimestre ha visto salire i ritardi nel secondo a +68,80. Male anche il Ministero dell'Interno: dopo il +46,70 dei primi 3 mesi, nei secondi tre è sceso a +39,85, ma comunque ancora in ritardo.
Critica la situazione del Ministero del Lavoro con un +9,45 e +26,28 giorni rispettivamente nel primo e nel secondo trimestre.
In controtendenza ci sono solo pochi ministeri: se quello delle Imprese e del Made in Italy ha dall'inizio del 2023 un anticipo di circa un solo giorno, gli Esteri sono passati da -3,65 a -2,73 giorni, mentre la Difesa nel primo trimestre aveva un ritardo di 2,92, ma nel secondo ha recuperato, saldando le fatture con 4,33 giorni di anticipo.
L'unico virtuoso è l'Agricoltura: se nei primi tre mesi del 2023 il pagamento rispetto al termine contrattuale è stato anticipato di 46,25 giorni, nei secondi tre mesi è sceso a -17,79 giorni.
Non solo Ministeri
E con il rallentamento dell'economia in atto, è probabile che in questi primi 9 mesi dell'anno ad allungare i tempi di pagamento ci abbiano pensato anche le altre realtà pubbliche (enti, Regioni, Province, Asl, Comuni e non solo.).
Gli ultimi dati disponibili al 2022 rilevano che la Pa ha un debito commerciale di parte corrente verso i fornitori, in gran parte Pmi, pari a 49,6 miliardi di euro. In rapporto al Pil, i mancati pagamenti in Italia ammontano al 2,6 percento.
Nessun altro paese dell'Ue ha un' incidenza così alta. Per Eurostat, infatti, nessun altro Paese in Ue presenta uno score peggiore del nostro.
Per la la Cgia c'è solo una cosa da fare: prevedere per legge la compensazione secca, diretta e universale tra i crediti certi liquidi ed esigibili maturati da una impresa nei confronti della Pa e i debiti fiscali e contributivi che la stessa deve onorare all'erario.
E c'è la possibilità di arrivare a una definizione normativa in tempi ragionevolmente brevi. I Radicali Italiani, stanno raccogliendo le firme per proporre al Senato una proposta di legge che ricalca quanto indicato dalla Cgia.
Redazione Cuoreeconomico
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