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11/01/2024

Sconti, promozioni e low-cost: così l'inflazione ha cambiato i consumi degli italiani

L'analisi di Coldiretti e quella di Assoutenti: si spende di più per acquistare meno ed è sempre più alto il ricorso alla doggy bag e i discount. Risparmio prima della qualità. Il maltempo aggrava la situazione soprattutto nel settore agricolo

Gli italiani hanno speso nel 2023 circa 9 miliardi in più per mangiare meno: a causa del caro prezzi hanno dovuto tagliare del 3,9 percento le quantità di cibi e bevande acquistate.

E' quanto emerge dalla proiezione annuale della Coldiretti su dati Istat relativi al commercio al dettaglio nei primi undici mesi rispetto allo stesso periodo del 2022. Una tendenza confermata dal fatto che, osserva la Coldiretti, volano gli acquisti di cibo low cost con i discount alimentari che fanno segnare un balzo del +8,5 percento in valore, il più elevato tra gli scaffali del dettaglio. 

Il cambiamento dei consumi italiani

Se in testa alla classifica delle strategie salva-carrello c'è il ricorso, sottolinea Coldiretti, a sconti e promozioni, al secondo posto si piazza il taglio degli sprechi, con una maggiore sensibilità verso la riduzione del cibo che finisce nella pattumiera con effetti economici ed ambientali, anche attraverso l'utilizzo delle ricette del giorno dopo, con la cucina degli avanzi e il ricorso alla doggy bag al ristorante che quasi un italiano su 2 (49 percento) è pronto a chiedere.

Inoltre secondo Coldiretti/Censis, il 77 percento degli italiani prepara regolarmente una lista della spesa con relativa programmazione di cosa comperare.

In questo contesto, conclude l'organizzazione agricola, è "importante nel Pnrr l'aumento dei fondi per l'agroalimentare destinati agli accordi nella filiera per salvare la spesa delle famiglie italiane e sostenere l'approvvigionamento alimentare del Paese".

In generale scendono gli acquisti alimentari

"Il segnale più allarmante che arriva dal commercio è relativo agli alimentari, settore che in volume registra un calo sia su base mensile (-0,2 percento) che annuale (-2 percento), a fronte di una spesa per cibi e bevande che sale in valore del 4,1 percento sull'anno.

Questo significa che, al netto degli effetti dell'inflazione, le famiglie hanno tagliato nel 2023 la spesa alimentare per complessivi 3 miliardi di euro annui": è quanto stima Assoutenti, commentando i dati Istat sulle vendite al dettaglio di novembre, che secondo l'associazione dimostrano ancora una volta come l'emergenza prezzi che ha caratterizzato il 2023 abbia determinato un taglio della spesa e un cambiamento nei comportamenti delle famiglie.

"Gli italiani da un lato tagliano la spesa, dall'altro cambiano le proprie abitudini, attuando strategie tese a massimizzare i risparmi" afferma il presidente Gabriele Melluso.

Emergenza maltempo

L’emergenza si estende – continua la Coldiretti – alle imprese agricole colpite dal maltempo che ha decimato i raccolti e dai bassi prezzi pagati alla produzione che non molti casi non coprono neanche i costi di produzione con il rischio dell’abbandono di interi territori.

In questo contesto – conclude la Coldiretti – è importante nel Pnrr l’aumento dei fondi per l’agroalimentare destinati agli accordi nella filiera per salvare la spesa delle famiglie italiane e sostenere l’approvvigionamento alimentare del Paese.

Un’occasione unica, che non va sprecata per crescere e garantire una più equa distribuzione del valore lungo la filiera, dal produttore al consumatore.

Redazione Cuoreeconomico
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