Sgambati (Uil Campania): “Lavoro dignitoso e politiche per lo sviluppo industriale del territorio o sarà drammatico”

(Giovanni Sgambati, segretario generale della Uil di Napoli e della Campania)
Il segretario generale del sindacato a CUOREECONOMICO: “Qui i giovani vanno via sempre di più e non ci sono prospettive, il Governo dica come vuole ridare fiducia alle nuove generazioni del Sud. Abbiamo chiesto di tagliare le tasse in maniera strutturale, ma si continuano ad erogare solo bonus. E i ritardi nel Pnrr rischiano di peggiorare la situazione”
Dalla Campania emerge l’attenzione dell’Uil alle politiche industriali e logistiche dell’intera Penisola italiana. Le recenti iniziative del sindaco sulle tematiche inerenti lavoro, occupazione, sostenibilità dei processi produttivi e tutela dei lavoratori hanno spinto i vertici regionali della Uil Campania a porre l’attenzione sulle gravi criticità della manovra economica, chiedendo al Governo e alle Istituzioni territoriali di assumere provvedimenti, a partire da quelli in materia di lavoro (salari, contratti, precarietà) e dedicando attenzione alle politiche industriali, alla sicurezza sul lavoro, al fisco, alla previdenza e alla rivalutazione delle pensioni, senza dimenticare i focus istruzione e sanità, necessari a ridurre le diseguaglianze e a rilanciare la crescita.
Nel tentativo di comprendere l’importanza delle vertenze aperte sul territorio e le preoccupazioni economiche nazionali, intervistiamo Giovanni Sgambati, segretario generale della Uil di Napoli e della Campania.
Quali sono le priorità e le emergenze economiche che ponete all’attenzione delle istituzioni politiche regionali e nazionali?
“L’emergenza principale che poniamo al governo è di sicuro quella che riguarda il lavoro, l’occupazione di qualità e lo sviluppo dei nostri territori. Negli ultimi venti anni le condizioni del lavoro e dei lavoratori sono peggiorate, con salari inadeguati, contratti precari e rinnovi contrattuali sempre rinviati.
Queste premesse non permettono ai lavoratori, alle lavoratrici e alle loro famiglie di dare valore al proprio lavoro e soprattutto di fronteggiare un periodo complicato come quello che stiamo vivendo, con costi aumentati su tutti i fronti, dall’energia ai beni di prima necessità.
Abbiamo chiesto al governo di detassare gli aumenti contrattuali, tagliare le tasse sul lavoro, queste misure in maniera istantanea avrebbe reso le buste paga più consistenti. Invece, il governo predilige misure una tantum o bonus che non sono strutturali.
Inoltre, sembra abbia dimenticato la dualità esistente nel nostro Paese tra Nord e Sud dove il Mezzogiorno continua ad arrancare.
In questa direzione, i rallentamenti dei progetti del Pnrr non aiutano e se penso all’autonomia differenziata di certo sarà un altro colpo mortale che si infliggerà ai cittadini meridionali perché genererà diseguaglianze ulteriori in quelli che sono diritti primari come la sanità e l’istruzione”.
In tema di lavoro e occupazione per le giovani generazioni, quali sono le vostre analisi e preoccupazioni?
“Le preoccupazioni per i giovani e il loro futuro le abbiamo denunciate numerose volte. I nostri ragazzi studiano e si formano qui per poi portare la loro preparazione, le loro conoscenze e le loro idee altrove, mentre chi invece non può emigrare si deve accontentare di contratti precari, lavoro in nero e salari da fame, senza dignità.
Inoltre, ci sono molti dei nostri giovani, i cosiddetti neet, che non lavorano e non studiano, lasciati in un limbo senza soluzioni, sono tutti coloro che hanno perso fiducia, che non si sentono tutelati, che credono di non avere nessuna opportunità per farcela.
Questo è un danno sociale, economico ed umano. E se poi se guardiamo alla loro vecchiaia, alle loro pensioni, visto l’ingresso ritardato e saltuario nel mercato del lavoro, le prospettive si fanno ancora più drammatiche.
Abbiamo proposto come Uil una pensione di garanzia per i giovani affinché quei vuoti lasciati tra un contratto precario e l’altro venissero riempiti, ma pure su questo il governo non ci ha dato risposte”.
Possiamo elencare e descrivere le gravi criticità dell’attuale manovra economica?
“Il 1° dicembre, come Campania siamo stati a Napoli, in piazza Matteotti, così come le altre regioni del Mezzogiorno si sono organizzate nelle città di Bari, Catanzaro, Potenza, per scioperare contro la manovra.
Siamo al nostro quinto sciopero sulla nazione, abbiamo scelto un incalzarsi di mobilitazioni nelle diverse aree del Paese perché vogliamo farci sentire, vogliamo che la manovra di bilancio venga modificata.
Vogliamo risposte, sul lavoro e sui rinnovi dei contratti, sul fisco, ma anche sulle pensioni: questo governo ha incredibilmente peggiorato la legge Fornero quando in passato dicevano di volerla abolire, ha ridimensionato l’ape sociale e opzione donna. Ha effettuato tagli alla sanità, alla scuola, ai trasporti e alle infrastrutture del Sud.
Tutti conoscono le condizioni dei nostri ospedali e delle nostre scuole, dei nostri collegamenti e mezzi di trasporto, i tagli alle risorse significano per i meridionali tagli ai diritti primari e ai servizi”.
E poi, ci chiediamo, ma quale politica industriale e di investimento ha in mente questo governo per tutelare e investire in industria e manifattura in Campania e nel resto del Mezzogiorno?
“Perché noi non l’abbiamo capita! Le ragioni della piazza, del mondo del lavoro, sono valide e serie. Siamo stati a Napoli, ma questi scioperi, per i quali i lavoratori pagano di tasca loro, sono solo l’inizio della nostra protesta e del nostro dissenso contro un governo che ha il dovere di dare risposte ai lavoratori, alle famiglie, ai pensionati e ai giovani di questo Paese”.
Di Domenico Letizia
(Riproduzione riservata)
Per inviare comunicati stampa alla Redazione di CUOREECONOMICO: cuoreeconomico@esg89.com
WHATSAPP Redazione CUOREECONOMICO: 327 70234751
Per Info, Contatti e Pubblicità scrivere a: customer@esg89.com











