SOCIALE. Pnrr, giovani e sicurezza sul lavoro: l’allarme della Uil sul fallimento delle clausole sociali

Le promesse del Pnrr rischiano di restare lettera morta. A lanciare l’allarme è Ivana Veronese, segretaria confederale della Uil, che commenta con preoccupazione il recente rapporto dell’Anac (Autorità nazionale anticorruzione), denunciando i gravi ritardi nell’attuazione del Piano e la fragilità delle tutele sociali e lavorative previste
Secondo Veronese, la clausola che prevedeva l’assunzione di almeno il 30% di giovani e donne negli appalti legati al Pnrr “non funziona”. Da due anni – sottolinea – la Uil chiede al governo di rafforzare i criteri e impedire le deroghe che di fatto hanno svuotato la norma. “È una questione di giustizia generazionale e parità di genere – afferma – non possiamo continuare a ignorare i soggetti più fragili del mercato del lavoro”.
Ma l’allarme più grave riguarda la sicurezza: “Gli appalti a cascata – denuncia la sindacalista – sono una delle principali cause degli infortuni sul lavoro, spesso mortali. Nella lunga catena dei subappalti svaniscono le responsabilità e, con esse, le tutele per i lavoratori”. Per questo la Uil ribadisce la richiesta di modificare il Codice degli Appalti, mettendo fine alla logica del massimo ribasso e rafforzando i controlli.
Il terzo punto critico è l’avanzamento del Pnrr stesso. Veronese ricorda che la revisione del piano, avvenuta nel 2024, ha posticipato molti obiettivi agli ultimi due anni della scadenza, creando un “collo di bottiglia” che potrebbe compromettere il raggiungimento dei risultati attesi. “Serve un’operazione verità da parte del governo – incalza – a partire dalla riattivazione della cabina di regia con le parti sociali, ferma dal dicembre 2023”.
Redazione Cuoreeconomico
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