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28/03/2024

Superbonus, stop allo sconto in fattura: la contrarietà degli edili

Cna Costruzioni: "La nuova stretta avrà pesanti effetti sul settore che si stava adeguando alle residue opportunità previste nell'ultima Legge di Bilancio. L'ennesimo giro di vite e la disordinata exit strategy dal Superbonus rischiano di gettare nuovamente il settore delle costruzioni in una crisi pesante". Confapi: "Venga chiarito che le nuove disposizioni non si applichino ai procedimenti in corso e sia salvaguardata, soprattutto, l'area della ricostruzione post sisma nella quale la proroga dello sconto in fattura al 2025 ha già prodotto ordinanze". Mazzetti (Fi): "Bisogna accompagnare questa coda finale cercando di impattare il meno possibile sulle imprese e sui cittadini onesti che hanno investito"

Stop allo sconto in fattura e alle cessioni dei crediti del Superbonus per case popolari (Iacp), cooperative di abitazioni, onlus, aree terremotate o alluvionate, ma con delle eccezioni per gli iter già avviati.

E' quanto prevede il decreto approvato ieri in cdm che 'salva' anche le barriere architettoniche.

Le deroghe riguardano chi abbia presentato la Cila e, nei condomini, abbia anche votato la delibera assembleare per i lavori. In caso di demolizione e ricostruzione degli edifici deve invece risultare presentata l'istanza per l'acquisizione del titolo abilitativo.Infine, dove il titolo non è richiesto dovranno essere già iniziati i lavori oppure dovrà essere stato già stipulato un accordo vincolante tra le parti e versato un acconto sul prezzo. 

Edili in protesta

"Il decreto approvato, a sorpresa, dal consiglio dei ministri rappresenta l'ennesimo durissimo colpo al settore delle costruzioni.

Cancellare la cessione del credito e lo sconto in fattura alle residue fattispecie per i bonus edilizi che ancora potevano utilizzare l'opzione evidenzia un grave approccio del governo nei confronti di un comparto che assicura un contributo rilevante all'economia del Paese".

Lo scrive Cna-costruzioni a seguito della decisione del Governo di revocare lo sconto in fattura.

"Il provvedimento - sottolinea l'associazione di categoria - colpisce gli interventi che riguardano gli enti del terzo settore e quelli di ricostruzione nelle zone colpite da terremoti. Si tratta di lavori che hanno un elevato valore sociale e un limitato impatto sui conti pubblici, per cui è incomprensibile la decisione del Consiglio dei ministri.

Inoltre, l'esecutivo continua a produrre norme restrittive nei confronti del settore delle costruzioni, generando caos e incertezza per le imprese e i committenti.

La nuova stretta avrà pesanti effetti sul settore che si stava adeguando alle residue opportunità previste nell'ultima Legge di Bilancio.

In mancanza del testo del provvedimento è impossibile conoscere se, a esempio, contratti già firmati potranno continuare a utilizzare l'opzione della cessione del credito. L'ennesimo giro di vite e la disordinata exit strategy dal Superbonus rischiano di gettare nuovamente il settore delle costruzioni in una crisi pesante".

La preoccupazione di Confapi Aniem

Il nuovo "improvviso" decreto sul Superbonus suscita "perplessità e preoccupazioni" in Confapi Aniem, l'associazione delle pmi edili.

"Attendiamo di valutare il testo del decreto - anticipa in una nota il presidente Giorgio Delpiano - ma non possiamo condividere questa continua rincorsa alla decretazione d'urgenza.

Il superbonus è stato già soggetto a oltre trenta provvedimenti modificativi che ogni volta destabilizzano imprese e cittadini.

Ci auguriamo che questo ulteriore provvedimento, che tende a eliminare le residue possibilità di ricorrere allo sconto in fattura e alla cessione del credito, non vada a incidere sui contratti già sottoscritti e sulla ricostruzione nelle aree terremotate". 

"Comprendiamo le preoccupazioni sulla tenuta dei conti pubblici - aggiunge - ma dobbiamo garantire una gestione adeguata della parte finale del superbonus che sia fondata sulla certezza del diritto e non sul continuo rischio di norme che mettono in discussione discipline già recentemente oggetto di modifiche; chiediamo pertanto che venga chiarito che le nuove disposizioni non si applichino ai procedimenti in corso e sia salvaguardata, soprattutto, l'area della ricostruzione post sisma nella quale la proroga dello sconto in fattura al 2025 ha già prodotto ordinanze commissariali, provvedimenti dell'Agenzia delle Entrate e, conseguentemente, impegni degli operatori economici con gli istituti di credito".

"Chiediamo al Governo - conclude Delpiano - di attivare una concertazione vera e preventiva all'approvazione dei provvedimenti".

Mazzetti: misura da riscrivere

"È chiaro a tutti che sono stati fatti degli errori al momento della prima scrittura della norma, errori che hanno generato problemi di cui oggi paghiamo il conto, fermo restando che bisognerebbe certificare con i numeri le entrate e non solo le uscite.

Rimangono degli aspetti da chiarire e perfino da correggere in fase di conversione del decreto: per esempio sulla cessione o sugli immobili appartenenti a onlus o in zone terremotate. Sono convinta ci sarà modo di farlo con modifiche chiare e condivise".

Lo sottolinea Erica Mazzetti, componente della Commissione ambiente e responsabile dipartimento lavori pubblici di FI, in merito al nuovo provvedimento sul Superbonus.

"Consapevoli che quando si parla di conti pubblici - aggiunge Mazzetti - si parla di soldi di tutti, che servono per fare programmazione ma anche per interventi emergenziali, siamo altrettanto coscienti che il settore dell'edilizia e in generale l'economia necessita di regole certe, per fare programmazione, e soprattutto di stabilità: questo non è accaduto con il bonus del governo giallorosso".

"Siamo, a tutti gli effetti, fuori - spiega - dalla stagione dei bonus, bisogna accompagnare questa coda finale cercando di impattare il meno possibile sulle imprese e sui cittadini onesti che hanno investito, seguendo una legge dello Stato, e che da ieri sono nel panico; sono certa che ci sono tempi e modi per correggere un provvedimento uscito all'improvviso durante l'ultimo Cdm.

Per fare le dovute correzioni servirà, infatti, confronto con la maggioranza, con le categorie economiche e gli ordini professionali della filiera edile".

"Dobbiamo imparare dagli errori ma anche valutare razionalmente i progressi fatti, fermo restando che dovremo creare una nuova cornice per accompagnare i lavori di efficientamento degli edifici, che sono indispensabili", conclude l'esponente di FI

La contrarietà di Adiconsum

In una nota, anche Adiconsum giudica "inopportuno il provvedimento del Consiglio dei Ministri che ha abolito le opzioni dello sconto in fattura e della cessione del credito ancora concesse per gli interventi di superamento ed eliminazione delle barriere architettoniche, e di riqualificazione energetica e anti-sismica per le abitazioni dei Comuni colpiti da eventi sismici verificatisi dal 1° aprile 2009 e da eventi metereologici nella Regione Marche dal 15 settembre 2022, e per quelli realizzati dagli Istituti Autonomi Case Popolari e dalle Organizzazioni no profit, APS e di volontariato appartenenti al Terzo Settore".

"Sarà sempre più difficile, per il patrimonio immobiliare pubblico e privato del Paese, rispettare la road map dell’Unione europea in tema di riduzione delle emissioni inquinanti (FIT for 55 e Direttiva “Case green”), in quanto gli interventi di efficienza energetica, così come quelli per la sicurezza e la corretta manutenzione degli apparati negli edifici, permettono di ridurre l’inquinamento e di combattere più efficacemente il cambiamento climatico.

Le nostre case non efficienti energeticamente, infatti, sono responsabili del 39% delle emissioni di andride carbonica", scrive l'associazione.

Ad avviso di Adiconsum, la soluzione al problema degli interventi di riqualificazione edilizia, di efficientamento energetico e di sicurezza nelle case potrebbe essere quella di prevedere dei bonus per i redditi bassi e le famiglie in difficoltà o almeno di concedere, da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze, dei prestiti agevolati.

Redazione Cuoreeconomico
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