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18/01/2023

Teleriscaldamento, Fabbri (Hera): “Sistemi interconnessi per un’Emilia-Romagna più green”

(Cristian Fabbri, direttore centrale mercato del gruppo Hera)

La società finanzia tre progetti per la riduzione ulteriore delle emissioni di anidride carbonica sul territorio. Il direttore mercato: “La sfida è arrivare ad azzerare rapidamente le fonti fossili”

Il gruppo Hera, partecipata da una serie di comuni, fra i quali anche Bologna, investe 150 milioni nel teleriscaldamento, per il periodo 2023-2026.

Un'iniziativa che consentirà di ottenere significativi benefici ambientali: una riduzione annua di circa 68.000 tonnellate di emissioni di anidride carbonica e di 96 tonnellate di ossidi di azoto.

Inoltre, una volta che l'operazione sarà a regime, verrà ridotto di circa 34 milioni di metri cubi il fabbisogno di gas metano.

In Emilia-Romagna, sono tre i progetti parzialmente finanziati, sui territori di Bologna, Ferrara e Forlì, che si sono aggiudicati un finanziamento nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (missione 2 'Rivoluzione verde e transizione ecologica'), per un importo complessivo di quasi 50 milioni di euro e che elimineranno, ogni anno, 28.700 tonnellate di emissioni di anidride carbonica e il consumo di 12.500 tonnellate equivalenti di petrolio.

I tre progetti consentiranno di migliorare l’efficienza delle attuali fonti di energia utilizzate per il teleriscaldamento (termovalorizzatori nel caso di Bologna e Forlì, geotermia a Ferrara), nell’ottica dell’economia circolare.

Contribuiranno, così, in misura significativa, anche al raggiungimento dell’obiettivo previsto dal Pnrr di ridurre, entro il 2026, i consumi energetici di almeno 20.000 tonnellate equivalenti di petrolio (tep) all’anno, grazie al teleriscaldamento.

Verso una regione carbon-neutral

Siamo molto orgogliosi di poter amplificare gli investimenti sui territori anche grazie ai contributi del Pnrr - spiega Cristian Fabbri, direttore centrale mercato del gruppo Hera -, un risultato che testimonia la validità dei nostri progetti e le competenze dei professionisti che lavorano in azienda”.

Lo sviluppo del teleriscaldamento - prosegue - rientra nella strategia delineata nel nostro piano industriale che prevede numerose iniziative e investimenti per traguardare la neutralità carbonica, abbattere le emissioni, incrementare la resilienza delle infrastrutture e promuovere l’economia circolare”.

Interventi di questo tipo - sottolinea - rafforzano ulteriormente il nostro impegno nella transizione energetica per un minor consumo di fonti fossili, fondamentale anche alla luce della situazione attuale.

Impegni come l’obiettivo che ci siamo dati di riduzione delle emissioni di gas serra, tra i più ambiziosi per un’azienda in Italia: il 37% in meno entro il 2030, rispetto al 2019, validato secondo i più rigorosi criteri scientifici dal prestigioso network internazionale 'Science based target initiative'”.

I progetti sul territorio per l’efficientamento energetico

Nel capoluogo di regione, il progetto “Estensione sistema teleriscaldamento efficiente Zona Nord di Bologna” ha ottenuto un finanziamento dal Pnrr di circa 18,7 milioni di euro e prevede lo sviluppo di una rete di circa 8,3 chilometri situata per la maggior parte all’interno del comune, con lo scopo di collegare quattro sistemi di teleriscaldamento gestiti dal gruppo Hera: Caab-Pilastro, Berti-San Giacomo, Fiera e Navile (questi ultimi tre servono, rispettivamente, una parte del centro storico, il complesso fieristico e il Comune di Bologna).

Attraverso la loro interconnessione, si recupererà al massimo il calore prodotto dal termovalorizzatore di Granarolo dell’Emilia, che già oggi alimenta il Caab-Pilastro e che rifornirà, a opera terminata, anche gli altri tre sistemi, oggi funzionanti a metano. Inoltre, si estenderà l'area delle utenze potenzialmente allacciabili alla rete.

La realizzazione di un unico sistema di teleriscaldamento garantirà a regime, entro marzo 2026, un risparmio di energia primaria fossile di circa 3.938 tonnellate equivalenti di petrolio all’anno (circa il 32% in meno rispetto alla configurazione impiantistica attuale), consentendo una riduzione delle emissioni di anidride carbonica di 9.000 tonnellate annue.

Grazie al successivo sviluppo delle reti secondarie di distribuzione, la riduzione delle emissioni di anidride carbonica potrà arrivare a superare le 15.000 tonnellate annue.

Di Paola Benedetta Manca
(Riproduzione riservata)

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