ven 12 dic 2025

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Tragedia di Brandizzo, Tardiola (Inail): "Formazione e più automazione per limitare sottovalutazione rischi"

(Andrea Tardiola, direttore generale dell'Inail)

Il direttore generale dell'istituto parla a Radio 24: "Non demonizzare subappalto, ma c’è un tema celerità e penali richieste dal committente". La Cgil: "Incidente mortale frutto della frenesia da profitto, intervenire subito a tutela dei lavoratori"

“La stagione di politiche pubbliche che stiamo vivendo è fatta non solo di grandissimi investimenti ma anche di grandissima accelerazione degli investimenti.

In merito alla sicurezza c’è un punto di equilibrio che alcune volte salta, come abbiamo visto a Brandizzo, tra l’accelerazione degli interventi e l’asticella altissima che deve essere posta sui temi della sicurezza.

A Brandizzo, da quello che trapela dalle indagini, sembra esserci stato un errore umano nelle comunicazioni. Però è pur vero che in questi investimenti, che riguardano molto anche l’infrastruttura ferroviaria, una quota significativa è dedicata proprio all’automazione dei sistemi di gestione della rete che dovrebbe impedire, che, un intervento programmato di manutenzione non debba essere gestito con comunicazioni come quelle che stiamo leggendo ma con un livello di automazione più alta rispetto alle quali esistono già standard adottati in parte della rete, come il sistema Ertms”.

Lo ha detto Andrea Tardiola, direttore generale dell'Inail a 24 Mattino su Radio 24, commentando i recenti sviluppi sulla tragedia di Brandizzo.

Emerge infatti che i cinque lavoratori sarebbero morti perchè avevano ricevuto l'ordine di iniziare i lavori anche senza attendere l'autorizzazione e quindi la certezza del passaggio del treno che li ha travolti.

La questione della velocità e l'over-confidence

"C'è un tema di aggiustamento dei tanti strumenti che si utilizzano per mettere a terra gli investimenti, la celerità, le penali che vengono richieste da una stazione di committenza ad un esecutore che magari ha avuto quel lavoro attraverso un subappalto, presumibilmente con una riduzione delle risorse disponibili per eseguire quell'opera.

Il subappalto non va demonizzato, richiede fortissimi contraltari, c'è una grande attenzione da parte delle stazioni di committenza che stanno a monte su il rispetto dei contratti di lavoro che devono essere attuati da tutti quelli che sono nella filiera, e naturalmente da tutti gli istituti che un contratto di lavoro, o un contratto di una realizzazione di un'opera sono da rispettare", sottolinea Tardiola, che poi aggiunge: "L’over-confidence è un tema per questo bisogna lavorare molto in termini di formazione.

Alcuni contratti come quello degli edili, quello applicato ai lavoratori morti a Brandizzo, dedicano molte risorse alla formazione non solo sulle tecniche di lavorazione di utilizzo di strumenti che possono avere un pericolo ma anche per superare i rischi di sottovalutazione del rischio come forse è accaduto a Brandizzo".

Cgil: frenesia del profitto

"La ‘frenesia del profitto’ è la causa principale degli infortuni e delle morti sul lavoro. La regola dominante nel lavoro non è più la qualità, il merito, la sicurezza, ma il massimo profitto o il massimo risparmio, secondo i punti di vista. Imporre quindi ritmi frenetici, risparmiare sul costo del lavoro e sui dispositivi di sicurezza è una realtà spesso taciuta".

É quanto si legge nella memoria depositata  in audizione dalla Cgil, rappresentata dalla segretaria confederale nazionale Francesca Re David e dai segretari confederali di Filt e Fillea Eugenio Stanziale e Antonio Di Franco.

“Nello specifico quello che è accaduto il 30 agosto scorso a Brandizzo - sottolineano Cgil nazionale, Filt e Fillea - impone la necessità di intervenire immediatamente a tutela dei lavoratori ripensando complessivamente il sistema delle manutenzioni ferroviarie. Nel dibattito politico si stanno sollevando soluzioni e individuando le responsabilità con estrema facilità, ma i problemi sono molto più complessi”.

Infatti, secondo Cgil nazionale, Filt e Fillea: “Bisognerebbe concentrarsi prioritariamente su alcuni aspetti. Serve maggiore selezione, controllo e esclusione del ricorso al sub-appalto nel lavoro di manutenzione.

I controlli su tutti i requisiti di regolarità e qualificazione degli operatori economici contrattualizzati e presenti nei cantieri, sulle gare, sugli appalti, non devono essere effettuati da RFI, in quanto stazione appaltante coinvolta nel processo, bensì da una società della holding appositamente preposta a questo”.

Occorrerebbe - si legge sempre nella memoria - rivedere i tempi di intervento incrementando da tre a cinque ore l’interruzione media per manutenzione. Invece, a causa degli attuali tempi ristretti medi di intervento, tutto il personale impegnato diretto RFI ed esterno risulta costretto ad operare in regime di costante criticità e ‘pressione’.

Il fenomeno si amplifica ancor di più quando operano imprese in sub-appalto, con margini di guadagno ancora più bassi. L’obiettivo non deve essere quello di diminuire i costi del lavoro, bensì quello di privilegiare il benessere e la qualità della vita lavorativa con maggiori compensazioni in termini economici e di riposi compensativi di qualità”.

Infine, per Cgil nazionale, Filt e Fillea: “necessiterebbe una verifica e un controllo del rispetto della normativa in materia di orario di lavoro da parte delle imprese che eseguono i lavori di manutenzione e sviluppare e applicare tutte quelle tecnologie più avanzate, già esistenti in alcuni casi, con la destinazione di risorse certe per assicurare una maggiore sicurezza per gli operatori che operano, a vario titolo, nel sistema ferroviario”.

Redazione Cuoreeconomico
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