Uggè (Conftrasporto): “Digitale, internazionalizzazione e nuovi autisti per il rilancio del settore”

(Paolo Uggè, presidente di Conftrasporto)
Il presidente dell’associazione che riunisce le realtà del trasporto e della logistica, aderente a Confcommercio, a CUOREECONOMICO: “Si alla transizione ideologica, ma attraverso l’applicazione della neutralità tecnologica. Intermodalità è il futuro, ma bisogna spendere bene le risorse. Ponte sullo Stretto struttura utile”
Transizione ecologica, ma senza colpire un settore che andrebbe in difficoltà soprattutto per colpa di una rete infrastrutturale nazionale carente.
Ma anche intermodalità come futuro inevitabile e la sfida del Pnrr per rilanciare non solo i trasporti e la logistica, ma tutto il Paese nella fase più difficile della sua ripartenza economica.
Paolo Uggè, presidente di Conftrasporto, l’organizzazione di settore aderente a Confcommercio, traccia con CUOREECONOMICO un quadro del settore in chiaroscuro, stretto fra i rincari, alcune questioni aperte con l’Europa e le tante sfide che il Pnrr può offrire al Paese. Una tutte: il Ponte sullo stretto di Messina, “opera fondamentale per il Paese”.
Lo stato di salute
Prima di tutto però, c’è da fare i conti con una situazione del settore che paga il quadro internazionale. “Dopo una fase di rimbalzo che ha generato una ripresa significativa delle merci trasportate - spiega Uggè - oggi siamo in fase di evidente calo.
Certamente i fatti che stanno succedendo nel mondo: Russia/Ucraina; calo dell’economia cinese stanno producendo conseguenze anche sui trasporti nazionali e che interessano il nostro Paese”.
Transizione ecologica o questione economica?
Il grande nodo è quello della transizione ecologica. L’Italia ha votato contro lo stop ai motori endotermici nel 2035, contribuendo a rinviare il provvedimento.
Uggè sottolinea: “Il fatto che l’Italia sia sostanzialmente priva di una rete di rifornimento adeguata per le auto elettriche è del tutto evidente.
Il Governo italiano, anche su forte pressione da parte di Conftrasporto, per il mondo del trasporto pesante e marittimo, ha assunto una posizione che di fatto sta generando uno stop ad una tecnologia che induce a qualche dubbio o perplessità”.
E spiega: “Conftrasporto è favorevole ad interventi atti a salvaguardare l’ambiente ma attraverso l’applicazione della neutralità tecnologica.
L’energia elettrica non pare a noi la soluzione adeguata. Innanzitutto perché il valore dell’inquinamento deve tener conto di quanto inquinamento si produce per la produzione della stessa. Successivamente quanto il Litio e le batterie presentino dei problemi per lo smaltimento e per la stessa produzione.
Infine occorre anche mai dimenticare che l’inquinamento determinato dall’economia europea non è così impattante sulla percentuale mondiale”.
“Il problema della transizione ecologica - prosegue - va affrontato a livello Mondiale, dove ci sono Paesi, ad esempio Cina, Usa e India, che hanno che hanno emissioni inquinanti molto più elevate di quelle generate a livello europeo. Dunque? Il dubbio che si tratti di una operazione non ecologica bensì economica è piuttosto rilevante”.
Il futuro è l’intermodalità
Parlando di transizione ecologica nel trasporto, una delle chiavi, come già sottolineato da altre realtà del settore, potrebbe essere l’intermodalità: “E’ una evoluzione che va perseguita con conoscenza - dice Uggè - Coinvolge infatti per il mare la funzionalità dei porti e per il ferro quella delle ferrovie.
Non basta stanziare risorse in modo generico ma intervenire tenendo sempre conto che in Italia oltre l’80% dei trasporti si realizza su distanze non superiori ai 200 chilometri.
Quindi, anche in questo caso il rischio è di stanziare risorse che vengono utilizzate solo per i bilanci di qualche altra realtà”.
Nel frattempo però Conftrasporto è impegnata anche nella battaglia per la riduzione del traffico dei mezzi pesanti al Brennero.
Una battaglia che molte associazioni di categoria stanno portando avanti e che sta minando l’economia del Paese, vista l’ingente quantità di merce trasportata che passa da quelle parti.
Di recente è sceso in campo il ministro delle Infrastrutture Salvini, che ha promesso di portare la questione a livello comunitario: “Noi siamo totamente schierati a sostegno della sua azione. Incontri sono in corso e presto vedremo quali risultato daranno.
Senza cambiamenti noi assumeremo anche iniziative forti, non escludendo blocchi al Brennero”, sottolinea il numero uno di Conftrasporto.
Le prossime priorità
Di certo c’è che con gli scenari economici in continuo mutamento, anche il trasporto e la logistica vogliono farsi trovare pronti. Paolo Uggè disegna quindi le prossime priorità “La digitalizzazione, l’evoluzione logistica e la internazionalizzazione delle imprese.
Soprattutto occorrerà mettere in atto una forte iniziativa europea per trovare soluzione al grave problema della carenza del personale viaggiante.
Al Governo chiediamo invece che venga superato l’ostracismo inventato che le risorse non debbano essere utilizzate per le infrastrutture stradali.
Cito ad esempio il Ponte sullo Stretto o altri interventi che possono essere finanziati, purchè rispettino il principio del criterio di soddisfare le esigenze ambientali”.
Di Emanuele Lombardini
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