ESG89 MADE in UMBRIA - Brunetti (ISE Cablaggi): “Stiamo vivendo un momento particolare, cruciali collaborazione e valorizzazione dei talenti”

“Dal 20 dicembre al 6 gennaio le rubriche di CUOREECONOMICO racchiuderanno le idee, le riflessioni e gli interventi che hanno contribuito ad analizzare il quadro economico e sociale italiano nel 2024”
(Claudio Brunetti, Presidente ISE Cablaggi)
Occupazione giovanile, spopolamento, calo demografico e difficoltà nella reperibilità di manodopera sono criticità che riguardano il Made in Umbria e, più in generale, il Made in Italy.
Il primo a vivere in prima persona questa condizione è Claudio Brunetti, Presidente ISE Cablaggi, azienda specializzata nella produzione di assemblaggi elettrici per le industrie, nonché una dei partner del tradizionale evento di fine anno MADE IN UMBRIA firmato ESG89
Quali sono le principali sfide e opportunità che vede per il futuro del "Made in Umbria" nel contesto industriale e manifatturiero, soprattutto in un mondo sempre più globalizzato?
"Le principali sfide per il futuro del Made in Umbria riguardano la capacità delle imprese di innovare pur mantenendo le proprie radici territoriali. È fondamentale investire in nuove tecnologie e digitalizzazione per competere a livello globale, ma al tempo stesso preservare la qualità e l'artigianalità che caratterizzano i nostri prodotti.
Un'altra sfida è la sostenibilità: i mercati internazionali richiedono sempre più prodotti ecologici e a basso impatto ambientale, e le aziende umbre devono adeguarsi per non perdere competitività.
Infine, è cruciale valorizzare i talenti locali e attrarre giovani per contrastare lo spopolamento e il calo demografico che minaccia la continuità delle nostre realtà imprenditoriali. Ci troviamo in un momento particolare che spero finisca quanto prima. Una situazione che tuttavia, non coinvolge solo il Made in Umbria, ma il Made in Italy in generale".
La reperibilità di manodopera qualificata è un tema critico per molte aziende. Anche lei vive questa problematica?
"Come presidente di Ise Cablaggi, posso confermare che la reperibilità di manodopera qualificata è una delle sfide più rilevanti nel nostro settore. Io personalmente sto cercando figure specifiche e qualificate ma nonostante mi stia affidando ad agenzie apposite, la scelta dei candidati è molto limitata, soprattutto in Umbria.
Probabilmente i motivi rientrano nello scarso interesse verso il percorso formativo legato alla scelta di spostarsi verso realtà che offrono opportunità più ampie".
Come crede che le istituzioni regionali e le imprese possano collaborare per incentivare maggiormente l'occupazione giovanile in Umbria?
"Le istituzioni regionali e le imprese possono collaborare in modo strategico attraverso diverse iniziative sinergiche. Da una parte, le istituzioni devono fornire incentivi fiscali e agevolazioni burocratiche per le imprese che assumono giovani, promuovendo al contempo politiche formative mirate a colmare il gap tra domanda e offerta di competenze.
Le imprese, invece, dovrebbero investire maggiormente in programmi di apprendistato e tirocini, lavorando a stretto contatto con le scuole e le università per orientare i giovani verso settori chiave, come la tecnologia, l'innovazione e l'industria sostenibile.
Ad oggi vedo una scarsa collaborazione: tanti controlli e forse pochi incentivi e il risultato è un’occupazione precaria e poco lungimirante".
Di Claudia Boccucci
(Riproduzione riservata)
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