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16/12/2022

Emilia Romagna, Milza nuovo coordinatore del tavolo dell'imprenditoria regionale

(Francesco Milza, presidente di Confcooperative Emilia Romagna)

Il cambio al vertice, alla presenza del presidente Bonaccini. Sale al timone il presidente di Confcooperative emiliano-romagnolo: “Occorre stabilire un diverso rapporto con i corpi intermedi con forme di autentica partecipazione, il Patto per il Lavoro e il Clima è una formidabile sede di confronto ma a volte rischia di diluire troppo le istanze delle imprese

Il Tavolo regionale dell’imprenditoria ha un nuovo coordinatore: è Francesco Milzapresidente di Confcooperative Emilia Romagna e attualmente anche di Alleanza Cooperative Italiane dell’Emilia-Romagna.  

Cinquantotto anni, piacentino, amministratore delegato di una cooperativa di servizi logistici, Milza riceve il testimone da Tommaso Leone, presidente di Confcommercio Modena, che ha coordinato il Tavolo negli ultimi due anni e mezzo in rappresentanza di Confcommercio Emilia-Romagna.  

Il passaggio di consegne si è tenuto oggi a Bologna nella sede della Regione Emilia-Romagna alla presenza del presidente Stefano Bonaccini

Nella sua introduzione, il coordinatore uscente Leone ha sottolineato come i due anni e mezzo del suo incarico siano stati “fortemente caratterizzati da eventi imprevedibili e straordinari, che non sono però riusciti a spezzare quella capacità tutta emiliano-romagnola di stare insieme, di stringersi ancora di più e lavorare compatti verso obiettivi condivisi.

E la Regione, per quanto possibile, ci ha accompagnati in questo percorso, con la sensibilità di chi comprende le ragioni altrui e sempre in una nitida e feconda distinzione dei ruoli”. 

Il Tavolo regionale dell’imprenditoria – ha esordito Milza nel suo intervento – fornisce il proprio contributo per semplificare la rappresentanza economica e limitarne la frammentazione, senza per questo sostituirsi alle singole associazioni di categoria e alle rappresentanze economiche settoriali, bensì valorizzandone le specificità e potenziandone le istanze in una visione armonica e coerente dello sviluppo regionale”. 

Cos'è il tavolo dell'imprenditoria

Sono 14 le associazioni riunite nel Tri, a fronte di un tessuto imprenditoriale che tra PMI e cooperative conta oltre 300.000 imprese (il 75,5% di quelle attive in Emilia-Romagna) con quasi 1,3 milioni di addetti (69% a livello regionale).

Numeri molto significativi che, ha sottolineato Milza, “rendono evidente il ruolo strategico e propositivo che è chiamato sempre più a ricoprire il Tavolo regionale dell’imprenditoria, come luogo di mediazione e sintesi delle istanze di quel tessuto imprenditoriale che rappresenta il motore di sviluppo economico e sociale dell’intero territorio regionale”. 

È necessario che la voce delle imprese sia sempre più ascoltata e presa in considerazione dalle Istituzioni regionali, anche valorizzando gli sforzi finalizzati a semplificare la rappresentanza” ha sottolineato Milza.

Il Tavolo regionale dell’imprenditoria dà voce in maniera unitaria ad una pluralità di Associazioni con realtà molto diverse tra loro, sia per modello di impresa che per settori, ma tutte unite dalla volontà di promuovere una sintesi che rafforzi le istanze del mondo delle imprese.

Abbiamo il dovere di ricordare ai nostri interlocutori che il Tri non è una singola organizzazione e per questo chiede di essere riconosciuta per il ‘peso’ delle tante Associazioni che rappresenta”. 

Il neo-coordinatore Milza si è poi soffermato sul Patto per il Lavoro e per il Clima, precisando l’apprezzamento da parte del Tri per il metodo e gli obiettivi in quanto “rappresenta una formidabile sede di confronto e di concertazione”.

Tuttavia, questa sede – ha aggiunto Milza – “rischia di essere a volte troppo ampia e di diluire eccessivamente le istanze e le proposte avanzate dalle associazioni imprenditoriali rispetto a quelle di altri soggetti.

Per questo chiediamo alla Regione di stabilire un diverso rapporto con i corpi intermedi della società, che vada oltre il mero confronto formale, anche sperimentando nuove forme di autentica partecipazione al di là delle modalità consultive garantite dalle normative”. 

Redazione Cuoreeconomico
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