Emo Capodilista (Confagricoltura): “L’agricoltura italiana è un modello economico da seguire, ma possiamo crescere”

(Giordano Emo Capodilista, Componente della Giunta nazionale di Confagricoltura)
Di fronte ai cambiamenti climatici e ai precari equilibri geopolitici, l’impegno di Confagricoltura verso una sostenibilità integrale diventa una responsabilità sociale e al tempo stesso, un atto di coraggio.
Di seguito l’intervista a Giordano Emo Capodilista, Componente della Giunta nazionale di Confagricoltura.
Quanta importanza assume l’agricoltura nello sviluppo sostenibile agroalimentare?
"L’agricoltura è un settore chiave per lo sviluppo sostenibile agroalimentare, con implicazioni che vanno oltre la produzione di cibo.
Essa ha un rapporto strettissimo con l’ambiente: preserva i suoli attraverso pratiche di produzione sempre piu’ performanti con le innovazioni, migliorando la qualità delle produzioni, ma anche della vita degli agricoltori, per soddisfare i consumatori sempre piu’ attenti a quello che mangiano.
Tutto questo riveste un ruolo di primo piano in termini di sostenibilità ambientale, sociale e crescita economica del Paese.
Confagricoltura crede molto in questa ‘condotta’ virtuosa, ma allo stesso tempo coraggiosa – alla luce delle difficoltà emergenziali oggettive a livello geopolitico e degli effetti dei cambiamenti climatici sempre più intensi e continui nel corso dell’anno – che oggi fa dell’agricoltura italiana un modello economico da seguire, ma possiamo crescere ancora.
“Mediterranea”, alleanza tra Confagricoltura e Unione Italiana Food, è nata con l’obiettivo di promuovere l’innovazione, rafforzare le filiere e la loro efficienza dal campo alla tavola, la sostenibilità delle produzioni e rendere funzionale la rete logistica e quella dei sistemi di stoccaggio. E ovviamente promuovere la Dieta Mediterranea nel Mondo".
Nella strada della transizione ecologica, l’agricoltura è un modello di produzione alimentare che può diventare anche un modello di produzione energetica?
"L’Italia rappresenta l’eccellenza mondiale dell’agroalimentare e uno dei Paesi più attenti alla qualità e alla sostenibilità. La strada della transizione ecologica è stata tracciata e l’agricoltura ha dimostrato di poter dare il suo contributo non solo per la produzione alimentare ma anche per quella energetica da fonti rinnovabili come quella solare o da biomasse, fungendo da apripista per le agroenergie.
Le aziende agricole hanno a disposizione risorse naturali, come gli scarti della produzione, piante e legno, e la stessa superficie occupata consente investimenti su scala più ampia rispetto alle aree urbane. Anche le deiezioni organiche degli allevamenti possono essere convertiti in energia, promuovendo l’economia circolare e riducendo le emissioni di metano.
A partire dalla metà degli anni 2000, l’installazione di impianti di produzione di energia rinnovabile nelle aziende agricole ha portato a una potenza installata di 3.500 MW. Questo ha contribuito a una produzione di energia elettrica rinnovabile, tra fotovoltaico e biogas, che rappresenta l’8,5% della produzione totale.
Questo è un grande passo avanti verso un futuro più sostenibile. Continuiamo a lavorare per aumentare queste percentuali e ridurre la nostra dipendenza dalle fonti di energia non rinnovabili.
E’ bene ricordare che sostenibilità ambientale e sociale sono degli obiettivi, ma esistono solo se c’e’ sostenibilità economica delle imprese e una politica agricola comunitaria che vada a sostenere l’agricoltura e le sue imprese con lo spirito con la quale essa e’ stata concepita dai padri fondatori".
Di Claudia Boccucci
(Riproduzione riservata)
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