ven 12 dic 2025

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Felici (Confartigianato Piemonte): “Caro tassi Bce, effetti pesanti su imprese piemontesi: sale di 210 milioni di euro il costo del credito per le Mpi”

(Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Imprese Piemonte)

Il numero uno regionale della confederazione: “Amplificata la compressione della redditività delle imprese già provata da caro energia e materie prime. Ricadute anche su occupazione, ma in Piemonte resta la difficoltà di reperimento del personale”

Il quadro economico nazionale ed internazionale colpisce con forza anche le imprese del Piemonte. Ovviamente il focus è sull’inflazione record dell’11.9%, la più alta dal 1994 e sul rialzo di 0.75 punti base dei tassi di interesse da parte della Bce, per assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2% a medio termine.

Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Imprese Piemonte, non nasconde la preoccupazione: “La salita del costo del credito - sottolinea - amplifica la compressione della redditività determinata dalla straordinaria pressione dei costi dell’energia e delle materie prime, mentre riduce la domanda per investimenti: un combinato che amplia la quota di imprese con una più elevata probabilità di insolvenza.

La stretta rallenterà il settore immobiliare e quello delle costruzioni, i comparti che hanno sostenuto la ripresa post-Covid-19”.

Recessione possibile con i dati attuali

La Banca centrale europea potrebbe infatti generare un eccessivo impulso recessivo sull’economia italiana. Le ricadute sulle imprese della stretta monetaria sono pesanti.

Per le micro e piccole imprese (MPI) fino a 20 addetti, al 30 giugno 2022 lo stock prestiti ammonta a 128.135 milioni di euro; nell’ipotesi controfattuale di un costo del credito che rifletta l’andamento dei tassi ufficiali – con una evoluzione simile a quella osservata nei rialzi adottati dalla Bce tra il 2006 e il 2007 – il ribaltamento degli ultimi tre aumenti dei tassi di riferimento avrebbe un impatto sul costo del credito per le Mpi di 2.563 milioni di euro su base annua.

Gli effetti si potrebbero ampliare con gli ulteriori rialzi previsti dal Consiglio direttivo della Bce.

I costi si impennano per le imprese della regione

Tutto questo - sottolinea Felici - significa per le imprese del Piemonte 210 milioni di euro di maggiori costi. Siamo la quarta regione più penalizzata dopo la Lombardia (491 milioni di euro), il Veneto (267 milioni) e l’Emilia-Romagna (262 milioni).

E non è tutto - prosegue Felici - È attesa a breve anche la proposta di riforma delle regole europee di bilancio da parte della Commissione europea e a novembre, infine, sarà varata la manovra di bilancio dal nuovo Governo Meloni, che dovrà tenere conto di questo rincaro dei tassi di interesse che ha rilevanti effetti sui conti pubblici”.

Per fortuna - afferma Felici - abbiamo il Governo nel pieno dei poteri e ci attendiamo subito provvedimenti che mantengano il credito d’imposta sui costi di elettricità e gas anche per dicembre e l’azzeramento degli oneri generali di sistema in bolletta anche per il primo semestre 2023, per arrivare ad un intervento strutturale che elimini definitivamente gli oneri generali di sistema dalle bollette delle piccole imprese.

In ambito europeo auspichiamo interventi contro la speculazione sul prezzo dell’energia”.

Dal confronto su dati Eurostat emerge infatti che a settembre i prezzi dell’energia elettrica in Italia salgono del 103,4% rispetto a dodici mesi prima, a fronte del +20,9% della Germania e del +10,6% della Francia; l’aumento in Italia è di 63,8 punti superiore alla media dell’Eurozona.

Tutto ciò - conclude Felici - ricade anche sull’occupazione per la preoccupazione sull’evoluzione dei costi energetici, anche se in Piemonte, in particolare, rimane diffusa la difficoltà di reperimento del personale, che ad ottobre arriva al 47,8% delle assunzioni previste”.

Redazione Cuoreeconomico
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