Ferraloro (Ance Liguria): “Gravi ritardi su attuazione Pnrr, investire su infrastrutture e digitale”

(Emanuele Ferraloro, presidente di Ance Liguria)
Il presidente dei costruttori edili liguri: “Sulla sostenibilità fatti passi avanti impiegando materiali che possono essere riutilizzati. Prima demolivamo l'immobile, oggi il materiale utilizzato nel cantiere può essere reimmesso nel mercato”
La Liguria cresce, ma le infrastrutture ed i collegamenti logistici col resto del Paese vanno potenziati, per riportare la regione al centro degli snodi economici non sono italiane.
Il quadro, già disegnato dai sindacati, è confermato da chi ha le mani “in pasta” nel settore, ovvero Emanuele Ferraloro, presidente di Ance Liguria, l’associazione regionale dei costruttori edili.
Qual è il suo giudizio sul Pnrr?
“Sicuramente ci sono dei ritardi. In più sconta gravi problematiche dovute al caro materiale ed energia: tutta una serie di opere pensate non hanno la copertura finanziaria, perciò si sarà costretti a ridurre la loro entità o a trovare altri fondi oppure a rinunciare a determinati interventi per occuparsi di quelli più strategici.
Una richiesta da parte del nostro Governo di rimodulazione e slittamento dei tempi è necessaria.
Le opere in lista sono tante e il nostro settore, in più, arriva da una crisi 'nera' e deve attrezzarsi per far fronte alla domanda: è necessario più tempo per mettere a terra queste opere, progettarle, andare a gara e per l'esecuzione”.
Qual è, invece, il bilancio del Next generation EU?
“E' un grande tema. L'innovazione e la digitalizzazione del nostro settore scontano una certa arretratezza rispetto al mondo industriale, dovuta a differenze strutturali.
Questo non vuol dire che non si può avanzare. In Liguria, grazie a fondi Ue, è partito un progetto molto importante, il 'Dihcube' (Digital innovation hub for construction and built environment), che fa capo all'Ance, con la collaborazione di Federcostruzioni, e interessa l'ambiente costruito e la rigenerazione urbana. Ha già ricevuto una prima tranche di finanziamento per circa 6 milioni di euro”.
Quali sono gli asset principali dello sviluppo per il futuro?
“Di sicuro ci deve essere un miglioramento delle infrastrutture e della viabilità su gomma e ferro, ci sono tanti progetti che si stanno valutando, come il raddoppio della linea ferroviaria tra Genova e Ventimiglia, l'ultimo miglio tra il Terzo Valico e il porto di Genova, il collegamento Genova-Milano dell'Alta velocità e l'espansione della metropolitana di Genova”.
Quali sono i problemi della viabilità?
“Dopo che negli anni '60-'70 c'è stato lo sviluppo dell'arteria autostradale, negli ultimi decenni, al di là qualche bretella, non è stato fatto granché per migliorare i carichi di viabilità autostradale. La Liguria è rappresentativa, dalla caduta del Ponte Morandi a oggi, della mancata manutenzione della viabilità, con infinite gallerie, code chilometriche e cantieri eterni.
Dobbiamo assolutamente potenziare la nostra rete autostradale e ferroviaria. Da qui ai prossimi 20 anni è necessario un raddoppio delle linee”.
Quali sono le azioni necessarie per una maggiore sostenibilità?
“Un grande passo avanti lo stiamo facendo impiegando materiali che possono essere riutilizzati. Prima demolivamo l'immobile e diventava tutto rifiuto, oggi il materiale utilizzato nel cantiere può essere reimmesso nel mercato, riciclandolo o stoccandolo in cantiere.
La norma che disciplina il riutilizzo dei materiali, però, per come è scritta, è troppo restrittiva e costringe a smaltirli quasi tutti in discarica”.
Che apporto può dare la digitalizzazione alla sostenibilità nell'edilizia?
“Grazie al fatto che ci stiamo spostando verso la digitalizzazione, un progetto ora non viene realizzato solo in funzione di un edificio ma è possibile studiare un utilizzo di materiali più duraturi, prodotti entro 100 chilometri dal sito di costruzione e riutilizzabili tra 30 anni, quando l'immobile non servirà più e sarà da smantellare.
I materiali hanno, poi, un grado di manutenzione più alto, per poter mantenere prestazioni energetiche più efficienti e abbattere i costi, aumentando la sostenibilità.
Non c'è più una visione dell'opera da inizio a fine cantiere, ma più a lungo termine, grazie alla progettazione con il Building Information Modeling (Bim) che mette insieme elementi architettonici, strutturali e impiantistici”.
Gli edifici, però, in Italia, dal punto di vista energetico sono poco efficienti, come rimediare?
“Per aumentare la sostenibilità è senz'altro necessario una maggiore efficienza energetica degli edifici ma il Governo ha voluto affossare il superbonus non intervenendo in modo efficace.
Il passaggio degli stabili a classi energetiche superiori porterebbe a un risparmio energetico dal 65 al 75%. Vorrebbe dire una riduzione di quasi il 30% del fabbisogno di energia e non saremmo costretti a dipendere dal gas russo”.
Di Paola Benedetta Manca
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