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01/12/2021

Glocal Economic Forum ESG89, Pnrr e transizione per una visione di lungo periodo, ma servono le riforme

(Enrico Giovannini, Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili)

I relatori si sono confrontati sul tema del valore della rinascita economica. Il ministro Giovannini: «Infrastrutture che tengano conto dell’impatto ambientale e dell’assunzione di donne e giovani». Focus sulla qualità dei contratti e sull’etica della responsabilità

Il valore della rinascita economica è stato uno dei temi del Glocal Economic Forum di ESG89 che si è svolto a Roma.

(Francesco Giorgino, Luiss Business School)

Francesco Giorgino, della Luiss Business School ha sottolineato come la pandemia sia «un fatto sociale, medico, economico, culturale antropologico con conseguenze irreversibili.

La domanda è cosa accadrà dopo la pandemia, per questo occorre potenziare il partenariato pubblico e privato. I brand si fanno pubblici grazie a un percorso di attivismo sociale, ambientale con forte rilevanza pubblica che va a coprire certi vuoti».

Altro tema il Pnrr. Giorgino ha le idee chiare: «Va associato alle altrimenti incorreremo in 4 rischi: quello di non attuare le riforme, allocare le risorse senza vigilanza.

Poi il rischio di non creare relazione tra centro e periferia per una visione unitaria della spesa e dei progetti, infine la sottovalutazione dello shock da offerta da transizione green e digitale».

(Maurizio Marchesini, Confindustria)

Maurizio Marchesini, di Confindustria ha fatto eco: «Sono più importanti le riforme che la massa di finanziamenti. Il Pnrr metterà in azione investimenti privati e in questo senso la transizione non è un interruttore che si accende a comando, solo se fatta nel modo giusto sarà una grande occasione per le imprese».

Enrico Giovannini, Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili ha pensato al cambio di paradigma. «Oggi abbiamo una possibilità attraverso il Next Generation Eu di pensare in modo diverso sia al breve, sia al medio e lungo periodo.

La programmazione fatta prima del Covid non può essere uguale a quella dopo il Covid. Per la costruzione di strade, ferrovie, porti, non si possono utilizzare i criteri di prima.

Le infrastrutture sin dalla progettazione devono tener conto dell’impatto ambientale, dell’aspetto della sicurezza sul lavoro, l’assunzione di donne e giovani.

Rispetto ai fondi Pnrr assegnati al ministero delle infrastrutture, il 38% delle risorse saranno convogliate per ridurre l’indice delle disuguaglianze rispetto all’accesso ferroviario: il 76% al contributo alla lotta al cambiamento climatico, il 56% al mezzogiorno».

Il ministro ha parlato poi del trasporto pubblico locale. «Il mio ruolo è quello di affrontare il tema delle esigenze del Tpl, della riduzione del disagio dei cittadini a causa della pandemia in un'attività quotidiana come quella di spostarsi, ma parallelamente, anche quello di impostare ragionamenti di medio termine, perché senza dei programmi non andiamo molto lontano.

Ci sono interi settori come il settore aereo che si domanda se e quando tornerà ai livelli anti-crisi. Questi cambiamenti sono scelte antropologiche non solo economiche.

Riusciremo a soddisfare questa richiesta di mobilità semplicemente perché con il Pnrr sostituiremo autobus inquinanti con autobus non inquinanti? Assolutamente no. Il servizio pubblico locale deve migliorare complessivamente. Non possiamo usare i criteri di prima».

(Padre Enzo Fortunato, Sacro Convento di Assisi)

Padre Enzo Fortunato del Sacro Convento di Assisi ha voluto evidenziare come vivere questa transizione. «Il rischio è che ciò che ha valore in sé lo perda per andare su ciò che acquista valore in base all’utilità.

Questo è essere mercenari, tanto che alcuni prodotti aumentano di prezzo. Il vero orizzonte è mettere l’uomo al centro, secondo un’etica della responsabilità.

Una vera rivoluzione deve creare un sistema che crei fiducia e non sfiducia, ma in queste settimane cogliamo troppi segnali di rabbia per la crisi economica e occupazionale in cui vaccino è un pretesto».

(Franco Amelio, Deloitte)

Franco Amelio di Deloitte ha spiegato cos’è la rinascita. «Le aziende sono motore di coesione sociale, promotrici e distributrici di ricchezza e qualità del lavoro.

La transizione non è un interruttore, ma una opportunità e l’Italia può trarne vantaggio grazie a una economia con una reattività migliore rispetto ad altri, come evidenzia la Bce».

(Giuseppe Garesio,Synergie Italia)

Giuseppe Garesio di Synergie Italia ha rilevato: «C’è una fase di accelerazione e di fiducia verso la doppia transizione: ecologica e digitale.

Ma bisogna risolvere il problema del lavoro, siamo 10 punti sotto rispetto alla occupabilità. Abbiamo un esercito di giovani disoccupati. Il tutto in un turbillon di sviluppo.

Servono misure di politiche attive con 5 mld per riorganizzare i centri per l’impiego. Non possiamo pensare all’assistenzialismo a vita, ma accompagnare persone a trovare lavoro».

(Ilaria Caporali, Liomatic)

Ilaria Caporali della Liomatic ha evidenziato come le «aziende debbano proporre modelli di lavoro innovativi, con una politica di gestione, un piano di formazione e welfare su specializzazioni che non si trovano.

Far lavorare le donne consentirebbe un aumento di Pil del paese. Ma il loro contributo si perde per il bilanciamento tra vita professionale e lavoro. Le aziende devono pensare a un piano di sostegno e welfare per poter seguire i figli».

Gianna Fracassi, della CGIL ha insistito sul tema del lavoro: «Le donne e i giovani sono perdenti di questa fase. Il recupero occupazionale vede un disallineamento quantitativo sui posti di lavoro: ci sono disomogeneità territoriali.

E parliamo di lavori con brevi durata, precari. Dobbiamo creare posti di lavoro di qualità, non possiamo poggiare sulla precarietà e sulla flessibilità. E’ un vero e proprio dumping contrattuale nelle politiche di ingresso nel lavoro che crea quindi un gap retributivo».

(Giorgio Graziani, CISL)

Giorgio Graziani, della CISL ha incentrato l’intervento sulla riforma fiscale. «Deve dare risposte al lavoro dipendente. Poi serve una riforma delle pensioni che oggi sono un ammortizzatore sociale».

Altro tema quello della «revisione della filiera industriale energetica e dell’istruzione. Abbiamo una dipendenza strutturale dall’estero in termini di filiere produttive, non è più possibile. Per questo chiediamo un patto sociale per un cambiamento».

(Antonella Giachetti, Aidda)

Antonella Giachetti di Aidda ha insistito sulla questione femminile: «Bisogna superare una visione verticistica per far posto a una orizzontale.

La dimensione della cura deve diventare una dimensione antropologica affinché le donne partecipino alla vita economica e sociale del paese».

Altra chiave di rinascita quella di «Mantenere risorse nei territori con il Pnrr, partendo dai borghi e dalle aree interne».

(Pierluigi Stefanini, Asvis)

Pierluigi Stefanini di Asvis chiede «una visione di lungo periodo con il Pnrr e agenda 2030. Serve uno sguardo integrato sul futuro, un patto condiviso.

Non dobbiamo trascurare l’aspetto sociale e dobbiamo dimezzare il numero di neet entro il 2030. L’obiettivo è poter occupare i giovani e ridurre il gap dell’occupazione femminile».

Di Luigi Benelli
(Riproduzione riservata)

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