IMPRESE. Piemonte, solo il 22,5% delle imprese è guidato da donne

In Piemonte, solo il 22,5% delle imprese è guidato da donne, un dato che evidenzia un divario ancora marcato nella rappresentanza femminile nel mondo dell’imprenditoria. È quanto emerge dal dossier Donne Impresa-8 marzo di Confartigianato Imprese Piemonte, basato sui dati Unioncamere-Infocamere
Le difficoltà principali che le imprenditrici devono affrontare riguardano l’accesso al credito, la complessità burocratica e un sistema di welfare carente. Secondo un’indagine dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Piemonte, il 43,5% delle donne a capo di un’impresa chiede agevolazioni fiscali e finanziarie, mentre il 65,5% denuncia l’insufficienza dei servizi pubblici di assistenza per figli e anziani. La conciliazione tra lavoro e famiglia rimane una sfida cruciale: molte donne abbandonano l’attività imprenditoriale proprio per l’impossibilità di bilanciare i due ambiti.
Sara Origlia, Presidente del Movimento Donne Impresa di Confartigianato Piemonte, sottolinea come non bastino interventi occasionali o quote di rappresentanza, ma servano politiche strutturali per incentivare la crescita delle imprese femminili. Tra le proposte avanzate: un accesso agevolato ai finanziamenti, sgravi fiscali per chi investe nelle imprese femminili, congedi di maternità più flessibili e un potenziamento dei servizi di assistenza all’infanzia.
Oltre il 39% delle imprenditrici intervistate ritiene che la riduzione della burocrazia potrebbe favorire lo sviluppo dell’imprenditoria femminile, mentre il 31% chiede più formazione, networking e percorsi di mentoring. Inoltre, il 55,9% delle donne intervistate auspica una maggiore presenza femminile nei tavoli decisionali economici e politici.
“Le donne imprenditrici rappresentano una risorsa fondamentale per l’economia piemontese – afferma Origlia –. Per valorizzare il loro contributo, occorre creare un ambiente più favorevole, in cui non debbano più scegliere tra carriera e famiglia, ma possano esprimere appieno le proprie potenzialità”.
L’appello alle istituzioni è chiaro: servono misure concrete e durature per sostenere l’imprenditoria femminile, garantendo pari opportunità di crescita e un welfare in grado di rispondere alle reali esigenze delle lavoratrici autonome.
Claudia Boccucci
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