L'allarme di Abi: l'inflazione fa correre i mutui. E i prestiti alle imprese restano stabili

(Antonio Patuelli, presidente Abi)
Nel consueto rapporto, l'associazione bancaria italiana fa sapere che la stretta monetaria della Bce sta spingendo verso l'alto i tassi, oggi 4,43 percento per le imprese e al 3,99 medio. Secondo l’associazione l’azione di politica monetaria deve cercare di posizionarsi in una condizione che non diventi restrittiva, perché questo andrebbe a penalizzare l’economia
Continuano a correre i tassi sui mutui e sui prestiti a imprese e famiglie, spinti verso l'alto dalla stretta monetaria avviata dalla Bce.
In particolare, segnala il Bollettino mensile dell'Abi, il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni è salito ad aprile al 4,03% (4,00% il mese precedente, 5,72% a fine 2007), come non accadeva da maggio 2012, quando risultava pari al 4,12%.
Il tasso medio sul totale dei prestiti si è invece attestato al 3,99% (3,80% a marzo e 6,18% prima della crisi, a fine 2007), anche in questo caso al top da maggio 2012, quando era pari al 4%.
Infine, il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è stato del 4,43% (4,30% il mese precedente; 5,48% a fine 2007), livello massimo da dicembre 2008, quando era pari al 4,52%.
Nel quarto trimestre del 2022 la quota di acquisti di abitazioni finanziati con mutuo ipotecario è scesa al 65,3% (da 68,0% nel trimestre precedente). Il rapporto fra l’entità del prestito e il valore dell’immobile è sceso al 77,3% dal 79,0% del trimestre precedente.
LEGGI LA NOSTRA INTERVISTA LUCA BONNE DI ABI
Stabili prestiti alle imprese
Sempre Abi fa sapere che ad Aprile, per la prima volta dopo 7 anni, restano stabili i prestiti alle imprese non finanziarie e famiglie sono rimasti invariati rispetto allo stesso mese di un anno prima.
Per trovare un episodio analogo nelle serie storiche dell’associazione bisogna tornare al gennaio del 2016, quando si era registrata una variazione negativa dello 0,1% sui prestiti.
A marzo questa voce, sebbene in netto rallentamento, aveva segnato comunque una variazione positiva, pari allo 0,4%.
E proprio sul mese di marzo l’Abi riporta che come i prestiti alle imprese fossero diminuiti dell’1% su base annua, laddove quelli erogati alle famiglie avevano mantenuto una dinamica di crescita pari all’1,9%.
L’associazione calcola queste variazioni depurandole da cartolarizzazioni, fluttuazioni dei cambi, aggiustamenti di valore o riclassificazioni.
L’indebolimento della dinamica del credito risente ovviamente della stretta monetaria che da metà 2022 la Bce sta portando avanti, per cercare di far abbassare l’inflazione.
Manovra che in ampia misura fa leva sul rialzo dei tassi di interesse di riferimento, complessivamente aumentati di 375 punti base (3,75 punti percentuali) dalla Bce.
Patuelli chiede prudenza
In diverse recenti occasioni l’Abi ha richiamato alla prudenza, in particolare con il suo presidente Antonio Patuelli, sui rischi di avere un incremento troppo elevato o/e troppo rapido dei tassi di interesse, perché questo potrebbe determinare uno scoraggiamento delle opportunità di investimento e quindi anche una minore richiesta di finanziamenti in banca.
Secondo l’associazione l’azione di politica monetaria deve cercare di posizionarsi in una condizione che non diventi restrittiva, perché questo andrebbe a penalizzare l’economia, con potenziali effetti recessivi che rischierebbero di risultare pesanti per tutti.
Redazione Cuoreeconomico
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