Le imprese dell'Emilia-Romagna investono e sono sempre più sostenibili

Indagine a cura di Confindustria ER ed Intesa Sanpaolo: oltre il 60 percento hanno previsto investimenti in ambito sostenibile ed ogni anno hanno reinvestito in generale il 5 percento del fatturato. La presidente Sassi: "Nonostante lo scenario turbolento, gli imprenditori ci credono ancora". Florio: "Noi vicini alle realtà, ancora di più in questo momento"
Le aziende emiliano-romagnole hanno investito il 5 per cento del fatturato nel corso del 2022, con un aumento del 23 per cento rispetto al 2021.
Lo dice una indagine, realizzata da Confindustria Emilia-Romagna, insieme alle associazioni, ed unioni industriali della Regione ed Intesa Sanpaolo.
Il sistema industriale emiliano-romagnano si conferma vivace: le imprese nel 2022 hanno puntato soprattutto su investimenti di natura organizzativa e gestionale: il 52 per cento delle imprese ha investito in formazione e altrettanti in I Ict, il 48 per cento in linee di produzione e il 40 per cento in ricerca e sviluppo.
Anche le previsioni per il 2023 sono positive: le imprese che prevedono di effettuare investimenti sono l’88 per cento, una quota significativa ma in leggera contrazione rispetto al 2022.
Oltre il 50 per cento delle aziende prevede di investire in Ict e formazione, il 43 per cento in ricerca e sviluppo, il 31 per cento tutela ambientale e il 25 per cento in nuovi immobili.
Propensione agli investimenti volano economico
"La spinta delle imprese agli investimenti – dichiara la presidente di Confindustria Emilia-Romagna Annalisa Sassi − ha contribuito anche nel 2022 a mantenere elevato il ritmo di crescita dell’economia regionale.
Gli imprenditori emiliano-romagnoli hanno continuato ad investire pur in uno scenario incerto e turbolento, caratterizzato dal conflitto russo-ucraino, l’esplosione dei costi energetici e delle materie prime, l’aumento dell’inflazione e il rialzo dei tassi di interesse.
Occorre grande attenzione ad accompagnare e sostenere soprattutto le piccole imprese, che hanno possibilità di investimento strutturalmente più basse delle medio-grandi a causa di una minore capacità finanziaria e maggiore difficoltà a reperire risorse umane qualificate.
Le previsioni per il 2023 sono positive ma necessariamente caute. La cautela è accentuata dai possibili effetti delle recenti alluvioni sul sistema produttivo, non inclusi nella nostra indagine, che potranno ridimensionare la dinamica di crescita dell’Emilia-Romagna".
LEGGI LA NOSTRA INTERVISTA AD ANNALISA SASSI
I principali fattori di ostacolo agli investimenti
L’indagine rileva quali siano i principali fattori di ostacolo alle decisioni di investimento. La dinamica congiunturale è il primo freno ad investire: quasi il 40% delle imprese si attende una domanda insufficiente.
A seguire le difficoltà a reperire le risorse umane (35%), più stringenti per le grandi imprese, per le imprese del settore metalmeccanico e del terziario. Il 25% delle imprese segnala come la burocrazia e le difficoltà sulle risorse finanziarie frenino gli investimenti.
I costi dell’energia rappresentano un ostacolo per il 18% delle imprese e sono più critici per le medio-grandi imprese, le imprese del settore metalmeccanico e della chimica/plastica.
Si conferma, sotto il profilo dimensionale, il divario tra piccole e grandi imprese: la quasi totalità delle medio-grandi imprese ha investito, mentre una piccola impresa su cinque non ha effettuato investimenti nel 2022. L'indagine completa è consultabile a questo link.
Emilia-Romagna regione dinamica
"L’indagine – afferma Alessandra Florio, direttrice Regionale Emilia-Romagna e Marche di Intesa Sanpaolo − conferma come l’Emilia-Romagna sia una regione dinamica e un traino per l’economia nazionale anche nei momenti di incertezza, poiché costantemente proiettata verso gli investimenti strategici e l’innovazione.
Come prima banca italiana siamo impegnati ad essere partner a 360 gradi delle imprese sostenendole con misure straordinarie ove necessario e supportandone i progetti di sviluppo, come quelli verso l’indipendenza energetica e la sostenibilità ambientale cui le imprese regionali dimostrano grande attenzione.
Come Direzione Regionale Intesa Sanpaolo nel 2022 abbiamo erogato 1,6 miliardi di euro di nuovo credito a medio-lungo termine alle imprese regionali, con oltre 370 milioni legati ad obiettivi di sostenibilità concordati con le aziende con specifici meccanismi di premialità.
Intendiamo fornire alle imprese gli strumenti più innovativi per cogliere le opportunità derivanti dalla transizione sostenibile: nell’ambito dei 410 miliardi di euro di finanziamenti che il Gruppo prevede a sostegno degli obiettivi del Pnrr, 76 sono dedicati alla transizione energetica e agli investimenti in energie rinnovabili".
Misure straordinarie per salvare le eccellenze
"Per una situazione straordinaria come quella provocata dalle recenti alluvioni abbiamo ritenuto doveroso mettere a disposizione misure straordinarie per contribuire al superamento dell’emergenza e sostenere una ripresa quanto più celere possibile per imprese e famiglie – sottolinea la Florio –. Due misure sono a fondo perduto: Intesa Sanpaolo donerà 5 milioni di euro e restituirà gli interessi sul mutuo per le famiglie a reddito più contenuto con casa danneggiata irreversibilmente.
Abbiamo poi stanziato 2 miliardi di euro per finanziamenti a condizioni agevolate, con possibilità di preammortamento per le imprese fino a 36 mesi e di accesso alle garanzie pubbliche.
Famiglie, imprese, anche di piccolissime dimensioni, aziende agricole e enti del Terzo Settore possono così contare sul nostro sostegno.
Abbiamo previsto anche la possibilità di sospendere fino a 24 mesi le rate dei finanziamenti in essere e l’azzeramento per un anno delle commissioni sui pagamenti Pos fino a 30 euro e la gratuità del canone".
Redazione Cuoreeconomico
(Riproduzione riservata)
Per inviare comunicati stampa alla Redazione di CUOREECONOMICO: cuoreeconomico@esg89.com
WHATSAPP Redazione CUOREECONOMICO: 327 70234751
Per Info, Contatti e Pubblicità scrivere a: customer@esg89.com










