ven 12 dic 2025

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Le piogge non compensano la siccità: allarme fiumi nel Nord Italia

L’analisi dell’osservatorio Anbi: le precipitazioni portano a lievi miglioramenti ma non basta. Il presidente Vincenzi: “Destinare i 2 miliardi del Pnrr per il dissesto idrogeologico sul Piano Laghetti”

Allarme acqua in Italia, soprattutto al Nord Italia dove le precipitazioni di questi ultimi giorni mitigano solo parzialmente il deficit accumulato dalla siccità estiva.

L’allarme arriva dall’Anbi, l’associazione nazionale bonifiche idriche, che registra una situazione di sofferenza idrica perdurante dal 2021 su ampie zone del Paese (le portate del fiume Po, attualmente in leggera crescita, sono addirittura sotto media da fine 2020).

Emerge sempre più evidente - commenta Massimo Gargano, direttore generale dell’associazione nazionale dei consorzi per la gestione e la tutela del Territorio e delle acque irrigue - la necessità di capitalizzare gli apporti pluviali che, nelle attuali condizioni infrastrutturali, terminano al 90% in mare, ristorando solo superficialmente il territorio, non creando riserva idrica per i mesi a venire”.

Per questo – aggiunge il presidente di Anbi, Francesco Vincenzichiediamo che i circa 2 miliardi e mezzo per il dissesto idrogeologico, che risulterebbero non ancora destinati nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, possano essere indirizzati su alcuni dei progetti multifunzionali, ma soprattutto cantierabili in tempi celeri,  del Piano Laghetti, da noi presentato con Coldiretti”.

Piemonte in rosso

In Piemonte, l’indicatore Spi (Standard Precipitation Index) a 12 mesi definisce “estrema” la condizione di siccità su tutta la regione (uniche eccezioni, i bacini di Dora Baltea ed Alto Po, la cui crisi idrica è classificata “severa”).  Anche a Novembre è piovuto pochissimo e le portate dei fiumi registrano scarti dal 63 al 91%

Veneto: anche il Piave in difficoltà

In Veneto, a Novembre, si segnala un deficit idrico regionale del 21% con il record nel bacino del Piave (-50%). Questo inizio d’anno idrologico (Ottobre-Novembre), conferma un apporto pluviometrico dimezzato.

Nonostante qualche timida ripresa, nella maggior parte delle stazioni di rilevamento le falde sono ben al di sotto dei minimi storici (in qualche caso oltre i 60 centimetri). 

Non va meglio alle acque superficiali: il volume invasato nei bacini del Piave si attesta complessivamente al 45% del consueto, mentre l’invaso del Corlo, sul Brenta, è stabile al 26%. Rispetto alla media storica, le portate dei fiumi risultano mediamente inferiori dal 38 all’80%.

Il lago di Garda ha toccato il minimo storico, ma tutti i grandi laghi settentrionali sono sotto media.

La situazione in Lombardia ed Emilia-Romagna

In Lombardia, dove la portata del fiume Adda cresce di 12 metri cubi al secondo, le riserve idriche stoccate sono deficitarie del 57,6% rispetto alla media storica.  

In Emilia-Romagna restano “a secco” i bacini irrigui piacentini, i cui i volumi idrici stoccati sono addirittura inferiori a quelli del 2017, anno di grande siccità. Comunque, si segnala un cospicuo aumento di portata nei fiumi Secchia, Enza e Tar. 

La situazione nel centro-Italia

Una congiuntura idricamente favorevole accomuna due regioni confinanti ed entrambe finora colpite da importanti condizioni di siccità: in Toscana, infatti, le forti piogge cadute soprattutto sul grossetano hanno ingrossato i corsi d’acqua. Scendono i livelli dei corsi d’acqua marchigiani e umbri, mentre nel Lazio il Lago di Nemi cresce e resta invariato quello di Bracciano. Cresce invece la portata del Tevere e degli altri fiumi laziali.

Il quadro al Sud.

Scendono i volumi dei fiumi campani, mentre si  conferma il positivo trend idrico di Basilicata e Puglia.

Nonostante le perturbazioni abbiano coinvolto un po’ tutta l’Italia, continua ad essere il Meridione la zona più umida del Paese, dove l’estremizzazione degli eventi meteo mette alla prova la resilienza dei territori. I fenomeni più violenti si sono manifestati in Calabria ed in Sicilia

In Sardegna, infine, le precipitazioni di inizio Dicembre sono state inferiori a quelle registrate nelle altre regioni: sul Medio Campidano sono caduti circa 15 millimetri d’acqua, mentre nel resto della regione in pochi casi si è toccata la doppia cifra.

Redazione Cuoreeconomico
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