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18/10/2023

Migranti, Congia (Ministero Lavoro): "Imprese chiedono personale, serve lungimiranza"

Il direttore generale per l'immigrazione alla presentazione del rapporto Caritas: "Noi gridiamo all'allarme se ci sono migliaia di sbarchi ma poi il nostro stesso ministero ha evidenziato il numero di 850.000 richieste da parte dei datori di lavoro"

"Il lavoro è il cuore della democrazia ma lo è se lo consideriamo nella sua dignità", "oggi il lavoro è anche quello che viene svolto negli insediamenti informali dei ghetti, quello delle persone che curano i nostri anziani, che lavorano nel sommerso senza permesso di soggiorno", "quindi lavoro sì ma su questi temi ci vorrebbe molta lungimiranza".

Lo ha detto, intervenendo alla presentazione del Rapporto Immigrazione 2023 Caritas-Migrantes, Stefania Congia, direttore generale dell'Immigrazione e delle Politiche di integrazione del Ministero del Lavoro. 

Serve visione di lungo periodo

"Ci vorrebbero gli statisti di cui si parlava un tempo - ha spiegato Congia -, una visione di medio lungo periodo, la visione dell'oggi non premia e questa visione purtroppo non appartiene con facilità a molti dei nostri decisori perché l'immigrazione è un tema su cui si vincono e si perdono le elezioni non solo in Italia, lo vediamo anche in Europa mentre le risposte che dovremmo dare sono risposte che dimostrino di avere un pensiero che supera "io o tu", come ha detto qualcuno.

Questo pensiero in questo momento lo ritrovo molto spesso nel Santo Padre e nel nostro presidente della Repubblica che ci rivolge appelli importanti". 

Uomini, non braccia

"Noi - ha quindi detto - abbiamo un documento di programmazione integrata che abbiamo elaborato nel 2021-2022 e che è già superato in alcune parti perché il mondo corre veloce.

Oggi abbiamo una richiesta molto forte da parte del mondo imprenditoriale, abbiamo da una parte aperto col decreto flussi nuovo l'ingresso a 450m.00 persone nel prossimo triennio, abbiamo aperto con la formazione all'estero per dare la possibilità alle aziende di formare all'estero e poi fare l'ingresso in Italia fuori quota, non pensiamo però - ha avvertito - che poi le persone che arrivano non abbiano bisogno dell'inclusione sociale, altrimenti faremo l'errore dei nostri predecessori, pensavamo di ricevere braccia, abbiamo invece ricevuto uomini".

"Allora anche in questo c'è una contraddizione - ha osservato - , noi gridiamo all'allarme se ci sono migliaia di sbarchi ma poi il nostro stesso ministero ha evidenziato il numero di 850.000 richieste da parte dei datori di lavoro".

Redazione Cuoreeconomico
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