Montroni (Legacoop ER): “Ritardi stanno uccidendo la ripartenza post alluvione. E l’inflazione è un colpo ulteriore”

(Daniele Montroni, presidente Legacoop Emilia-Romagna)
La denuncia del numero uno della cooperazione emiliano-romagnola: “In sei mesi c’è stata solo la nomina del commissario e sono stati stanziati la metà dei fondi residui. E intanto le aziende chiudono. L’agricoltura è il settore maggiormente penalizzato: nessuno investe più. Non è facile provare a resistere in questo modo”
La cooperazione dell’Emilia-Romagna è chiamata ad un ruolo chiave, soprattutto in questo periodo complesso che il territorio sta attraversando, dopo i ripetuti eventi alluvionali che hanno messo in ginocchio l’economia.
CUOREECONOMICO ha fatto il punto della situazione con chi in queste settimane è stato in prima linea, ovvero Legacoop Emilia-Romagna e nello specifico col suo presidente Daniele Montroni.
Il maltempo rende la vita difficile alle aziende, qual è la situazione attuale?
“L’alluvione ha determinato danni alle infrastrutture, dalla Romagna fino al modenese, a causa delle frane in collina. Molte aziende hanno dovuto cessare la produzione per difficoltà nella fornitura di materiali o per le interruzioni delle vie di comunicazione”.
Qual è lo stato dei risarcimenti per il maltempo da parte del Governo?
“Siamo indietro. Per diversi mesi le imprese non vedranno risarcimenti, sono passati 6 mesi dall’alluvione e solo a luglio c’è stata la nomina del commissario. I tempi sono troppo lunghi”.
C’è poi la questione del miliardo e 200mila euro che non potrà essere utilizzato per i risarcimenti.
“Su questo fronte abbiamo insistito a lungo. Nel primo decreto relativo all’alluvione erano stati stanziati due miliardi e mezzo, tra cui un miliardo e 200 mila euro per gli ammortizzatori sociali e i rimborsi in grande parte non utilizzati, ad esempio quelli rivolti al calo di introiti delle aziende che si occupano di export.
Abbiamo chiesto ripetutamente che il miliardo che residua fosse messo nella disponibilità del commissario, ma il Governo ha deciso di erogarne meno della metà. Il resto tornerà nelle casse dello Stato”.
Quali criticità avete ravvisato nella struttura commissariale predisposta dopo l’alluvione?
“C’è stato troppo ritardo nei tempi. Quando ci fu il terremoto in Emilia, nel 2012, il commissario alla Ricostruzione, Vasco Errani, venne nominato dopo poche settimane, non dopo tre mesi.
In più, avevamo fatto presente, fin da subito, che la struttura commissariale doveva essere vicino al territorio perché, a seconda dei problemi che via via si sarebbero presentati, si poteva verificare immediatamente la risposta da dare, anche sul piano amministrativo e normativo.
E poi, difronte a calamità che devastano il territorio, la vicinanza alle popolazioni colpite delle istituzioni preposte a intervenire è un fattore decisivo per non perdere la fiducia e resistere. Purtroppo, non è stato così”.
Qual è il settore cooperativo più in difficoltà?
“Chi più, chi meno, tutte le nostre cooperative colpite dall’alluvione sono in difficoltà, ma soprattutto quelle agricole: non hanno risorse per fare investimenti e questa incertezza si sta prolungando nel tempo”.
Ce la faranno a resistere?
“Ci proviamo, nessuno ha voglia di arrendersi e ce la stanno mettendo tutta. Le risposte, però, sono insufficienti e c’è il grave handicap che si cerca di introdurre, in questa discussione sul post alluvione, sgrammaticature dal punto di vista istituzionale.
Questa voglia continua di contrapposizione è controproducente, in una discussione che dovrebbe essere seria e in un percorso che bisognerebbe fare insieme”.
Quanto pesa l’aumento dei tassi di interesse?
“Il fatto che siano cresciuti rende la situazione ancora più difficile per imprese. Una problematica che viene sottovalutata. Tutto il sistema economico produttivo ha registrato un rallentamento negli investimenti.
E’ iniziata una nuova stagione di incertezza, alimentata da eventi imprevedibili, come l’attacco terroristico di Hamas a Israele, e dall’incremento del prezzo del gas.
Pur non essendoci una connessione diretta, determinerà, ovviamente, una svolta repentina dal punto di vista finanziario che, visto il margine stretto del sistema economico italiano, porterà a un rallentamento degli investimenti.
Le sfide digitali e ambientali hanno bisogno, invece, di forti investimenti, ostacolati non solo dai tassi di interesse, ma anche dalla forte inflazione che riduce il potere di acquisto e grava sull’economia interna che si è fermata. E’ un quadro allarmante e preoccupante”.
Qual è stato il bilancio del 2022 delle cooperative?
“E’ stato un bilancio positivo, ma il 2023 si presenta come un anno problematico perché rischiano di rallentare gli investimenti fatti dopo il Covid”.
Di Paola Benedetta Manca
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