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09/03/2023

Ortofrutta, le associazioni a confronto col Masaf: “Tavolo strategico per tutelare Made in Italy sul fronte competitivo”

Le associazioni di settore hanno preso parte ad un incontro col Ministro Lollobrigida sul futuro del comparto. Sul piatto le questioni relative alla sostenibilità, al cambiamento climatico ed anche della concorrenza dei paesi extra Unione Europea

Le realtà italiane del settore agricolo hanno preso parte ad un tavolo congiunto per il settore ortofrutta - che vale circa un quarto della produzione agricola - al Ministero per la sovranità alimentare, presente il ministro Lollobrigida ed i sottosegretari Luigi D’Eramo  e Patrizio La Pietra.

In proposito, Alleanza Cooperative Agroalimentari sottolinea: "Gli effetti dei cambiamenti climatici e le politiche comunitarie sulla sostenibilità rischiano seriamente di apportare un duro colpo al comparto ortofrutticolo, causando la scomparsa di intere filiere produttive.

È indispensabile pertanto agire al più presto, attraverso un piano strategico di ampio respiro che rafforzi la competitività del comparto ortofrutticolo".

Parole del coordinatore del settore Davide Venocchi: "Sul settore ortofrutticolo - ha proseguito - incombono alcuni delicati dossier comunitari, fortemente connotati dal punto di vista ideologico, che andrebbero a ridurre drasticamente l'utilizzo dei fitofarmaci con il regolamento SUR e a dar vita ad una normativa su gli imballaggi che obbligherebbe ad offrire ortofrutta fresca nei punti vendita senza alcun tipo di confezionamento, se di peso inferiore ad 1,5 kg, entrambi avranno un impatto rilevante sulle nostre imprese, già colpite dall'aumento dei costi energetici, degli imballaggi e delle materie prime".

Scendono alcune produzioni e la filiera ne risente

Tra gli esempi più significati illustrati da Vernocchi, il dimezzamento della produzione delle patate in Italia che in 15 anni è passata da 70.000 ettari ai 30.000 previsti per l'attuale campagna e il drastico calo produttivo di produzioni come le pere negli ultimi anni per via dell'andamento climatico anomalo e dell'attacco di insetti patogeni.

Secondo Vernocchi, "a causa anche del clima di incertezze determinato dalla crisi idrica e dalla mancanza di manodopera, il nostro Paese rischia di perdere competitività rispetto agli altri principali paesi produttori".

Il Masaf intervenga

"Il dicastero della Sovranità Alimentare - ha concluso - non può fare a meno di intervenire a tutela del made in Italy ortofrutticolo, un comparto strategico dell'agroalimentare nazionale che rischia seriamente di perdere quote di mercato, a tutto vantaggio delle produzioni provenienti da paesi extra Ue, che non devono rispettare le normative comunitarie in tema di sicurezza alimentare e sostenibilità ambientale".

Le richieste di Cia

Cia, presente allo stesso tavolo, sottolinea quelle che sono a suo dire le priorità: "Rendere subito operative le risorse previste dalla legge di Bilancio per dare subito liquidità al settore e costruire un piano nazionale di sviluppo, puntando sull'aggregazione attraverso le Op; garantendo il giusto reddito a tutti i soggetti della filiera, mediante processi di certificazione; favorendo campagne promozionali per incentivare i consumi in calo".

Cristiano Fini, numero uno della confederazione, intervenendo al tavolo ha sottolineato: "Siamo soddisfatti che sia arrivato il momento del confronto istituzionale sull'andamento del comparto, così come da noi auspicato e sollecitato da tempo.

Questo perché il comparto, pur rappresentando il 25% della produzione agricola nazionale con un valore di 15 miliardi, sta vivendo una fase di acuta crisi, tra il notevole incremento dei costi di produzione, l'andamento climatico anomalo, la mancanza di manodopera e le emergenze fitosanitarie".

Le situazioni più preoccupanti

In particolare, ha ricordato Fini "le situazioni più preoccupanti si registrano sul pomodoro sia da mensa che da industria e sull'uva da tavola che, oltre alle difficoltà generali del comparto, scontano le incertezze sul prezzo riconosciuto alle aziende agricole.

Restano, poi, problemi anche sugli agrumi, che fanno i conti con la concorrenza, a volte sleale, delle produzioni del Nord Africa e della Spagna".

Per tutti questi motivi, Cia ritiene necessario agire rapidamente con provvedimenti e risorse dedicate, utili a tutelare e incentivare la competitività dell'ortofrutta Made in Italy nel mercato interno ed estero.

Copagri: tutelare il comparto dai rincari

Tommaso Battista, numero uno di Copagri, ha sottolineato come visto il valore del comparto “è fondamentale intervenire per tutelare l’ortofrutta dai noti incrementi delle tariffe energetiche e in particolare dei costi produzione, tutti fattori che se non compensati da prezzi più elevati rischiano seriamente di ripercuotersi sull’offerta”.

Battista ha poi aggiunto: “Nonostante gli evidenti segnali di difficoltà dovuti agli aumenti dei costi sopracitati, nonché al calo delle rese dei raccolti provocato dalla siccità della prima parte dell’anno, l’ortofrutta continua a mostrare una buona vitalità, testimoniata anche dai positivi numeri dell’export, trainati dalle esportazioni delle produzioni ortofrutticole di punta, quale uva da tavola, mele, pomodoro da industria, kiwi, pesche, pere”.

Le linee di azione

Il futuro del comparto - dice Copagri - passa necessariamente da due strade: da una parte la sempre più avvertita necessità di fare squadra e puntare sull’aggregazione, sia a livello di offerta che di commercializzazione, continuando a spingere sugli accordi di filiera e sulla promozione della qualità; dall’altra l’esigenza, ugualmente sentita dagli operatori del settore, di approfittare con sempre maggiore convinzione e determinazione delle possibilità offerte dalla ricerca e dall’innovazione applicate al primario.

Le altre linee di intervento sulle quali bisogna continuare a lavorare sono la promozione del ricorso alle assicurazioni, il monitoraggio dell’andamento del mercato, sia nazionale che internazionale, l’individuazione e il superamento delle possibili criticità nei mercati legati alle barriere fitosanitarie, così come l’aggiornamento e la revisione della strategia nazionale di settore”.

Redazione Cuoreeconomico
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