Passaggio di consegne in Bankitalia: Panetta nuovo governatore

(Fabio Panetta, Governatore Banca d'Italia)
Ha preso il posto di Visco, che nel suo ultimo intervento ha parlato della situazione del Paese: "Il nostro sistema produttivo, pur caratterizzato da ritardi e inefficienze, mostra vitalità e capacità di competere sui mercati globali; lo conferma la posizione patrimoniale netta sull’estero del Paese, che è tornata positiva già dalla seconda metà del 2020 ed è oggi pari a circa il 5 per cento del prodotto”
Passaggio di consegne alla Banca d’Italia. Fabio Panetta prende il posto di Ignazio Visco nel ruolo di Governatore.
Romano, 64 anni, Panetta torna in Banca d’Italia dopo un triennio al Comitato esecutivo della Banca centrale europea. Si tratta del cuore operativo dell’istituzione che governa la politica monetaria comune per i 20 Paesi che aderiscono all’euro.Panetta era stato in lizza anche come possibile ministro dell'economia, sia con Draghi che con Meloni.
Piero Cipollone, "già Vice Direttore Generale della Banca d'Italia, termina il suo incarico nel Direttorio per far parte da oggi del Comitato esecutivo della Banca centrale europea".
La scheda di Panetta
Economista di formazione, Panetta è stato direttore generale della Banca d’Italia e presidente dell’Ivass. Si è laureato in economia presso l’Università Luiss di Roma nel 1982.
Ha proseguito i suoi studi alla London School of Economics dove ha conseguito un Master in scienze economiche e successivamente alla London Business School, dove ha conseguito un PhD in economia e finanza.
Dal 1985 entra in Banca d’Italia dove viene assegnato al Servizio studi, ha svolto la sua attività nella direzione monetaria e finanziaria di cui ha rilevato la guida dal 1999.
Dal 2007 al 2011 è stato capo servizio studi di congiuntura politica monetaria, dal 2011 direttore centrale e coordinatore delle attività in ambito di Eurosistema, dal 2010 al 2012 direttore responsabile del rapporto sulla stabilità finanziaria.
E’ poi diventato vice direttore generale della Banca d’Italia dall’ottobre del 2012 ed è entrato nel direttorio dell’Ivass dal gennaio del 2013. Ha ricoperto incarichi presso l’Ocse, il G10, la Banca dei regolamenti internazionali e il Fondo monetario internazionale.
Nella sua attività alla Bce Panetta si è caratterizzato per essere fautore di una impostazione prudente sulla politica monetaria, che ha sostenuto a più riprese con approfondite e argomentate analisi economiche (a volte condite con citazioni di brani musicali moderni, di cui è appassionato).
Una linea che lo ha visto affiancare le posizioni di Visco. Iutti i governatori di banche centrali nazionali dell’area euro partecipano al Consiglio direttivo della Bce.
L’argomento che poi ha visto Panetta protagonista in questi anni alla Bce è stato quello dell’euro digitale, avendo l’economista italiano la delega sui sistemi di pagamento nel Comitato esecutivo.
Il suo ultimo intervento, con un articolo sul blog della Bce, ha riguardato proprio i sistemi di pagamento, in particolare sulle operazioni transfrontaliere che nonostante la fortissima crescita dei decenni passati restano basati su sistemi “lenti e troppo costosi”, ha detto. E che per questo, secondo il banchiere centrale, richiedono una iniziativa delle autorità pubbliche.
Panetta manterrà comunque un ruolo di primo piano sui sistemi di pagamento, visto che lo scorso settembre è stato nominato presidente del Comitato sui pagamenti e sulle infrastrutture di mercato della Banca dei regolamenti internazionali.
Al posto di Panetta al Comitato esecutivo Bce è stato invece nominato Piero Cipollone, vicedirettore generale uscente di Bankitalia.
L'ultimo intervento di Visco
Nel suo ultimo intervento, il governatore uscente Visto, ha parlato sulle prospettive del debito pubblico. Visco ha riconosciuto come l’Italia sia riuscita a realizzare una riduzione “significativa” del rapporto debito-Pil, pari a circa 15 punti dei 20 punti di cui questa voce era aumentata a seguito dei lockdown iniziati nel 2020. Ma “nel prossimo triennio – ha avvertito – la flessione attesa nei programmi del governo è marginale”.
E successivamente, dopo il 2026 “in assenza di interventi, il rapporto rischierà di salire. In prospettiva – ha infatti spiegato il governatore – il costo medio del debito dovrebbe tornare a collocarsi su livelli più elevati del tasso di crescita nominale dell’economia e diventeranno più rilevanti gli impatti dell’invecchiamento della popolazione sulla spesa sociale”.
Visco ha anche citato la risalita dello spread sui titoli di stato dell’Italia, che deriva da vari fattori ma è superiore a quello di altri Paesi simili e riflette “probabilmente” il fatto che “gli investitori temono per la capacità di sviluppo dell’Italia e percepiscono che, anche per questa ragione, il bilancio pubblico non è ancora in equilibrio”.
Sui timori attorno al debito italiano, secondo Visco “si può partire dalla considerazione che l’economia italiana dispone di fondamentali nel complesso solidi”.
Il risparmio del settore privato è elevato e il suo debito è contenuto. “Il nostro sistema produttivo, pur caratterizzato da ritardi e inefficienze, mostra vitalità e capacità di competere sui mercati globali; lo conferma la posizione patrimoniale netta sull’estero del Paese, che è tornata positiva già dalla seconda metà del 2020 ed è oggi pari a circa il 5 per cento del prodotto”.
In questo quadro “una rapida riduzione del disavanzo che preservi, come prima ricordato, la qualità della spesa, rafforzerebbe la sostenibilità a lungo termine del nostro debito pubblico – ha proseguito il governatore – ciò rappresenta il contributo principale che la politica di bilancio può e deve dare alla tutela del risparmio delle famiglie italiane, non solo di quello investito direttamente in titoli di Stato.
Ma la sfida più importante per il Paese resta quella di realizzare riforme e investimenti capaci di spingere verso l’alto il tasso di crescita potenziale”.
Redazione Cuoreeconomico
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