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05/02/2024

Per le famiglie un potere d'acquisto mai così basso da 25 anni

L'allarme della Cgia di Mestre: in due anni, la spesa media delle famiglie è cresciuta di 4000 euro, circa il 14 percento in più. I rincari più importanti hanno interessato i biglietti aerei, le bollette di luce e gas e i prodotti alimentari

A causa del boom dell'inflazione registrato tra il 2021-2023, pari al +14,2 percento, la famiglia media italiana ha speso in questi ultimi due anni 4.039 euro in più.

Lo rileva la Cgia di Mestre. Se, infatti, la spesa annuale delle famiglie in termini correnti nel 2021 ammontava a 21.873 euro, nel 2023 è salita a 25.913 euro (+18,5 percento). In questo ultimo biennio l'aumento medio mensile è stato pari a 337 euro.

I rincari più importanti hanno interessato i biglietti aerei, le bollette di luce e gas e i prodotti alimentari (zucchero, riso, olio di oliva, latte a lunga conservazione, burro).

Caduta libera del portafogli

Una stangata che ha penalizzato soprattutto le famiglie più fragili economicamente. L'aumento generalizzato dei prezzi, infatti, ha provocato una perdita di potere d'acquisto che non si ricordava da almeno 25 anni.

La situazione che ha penalizzato anche le piccole attività commerciali. Se in questi ultimi due anni le vendite della grande distribuzione hanno tenuto, quelle delle botteghe artigiane e dei negozi di vicinato sono cresciute di poco in termini nominali, ma la contrazione in termini reali è stata preoccupante. 

Tornando al caro vita, il peggio, fortunatamente, sembra essere alle spalle. Nel 2024, infatti, l'inflazione dovrebbe rallentare e registrare una crescita media inferiore al 2 percento.

Gli aumenti e le diminuzioni settore per settore

Analizzando nel dettaglio le singole voci di spesa, gli aumenti più importanti avvenuti tra il 2021 e il 2023 hanno interessato i biglietti aerei dei voli internazionali (+106,1 percento), le bollette dell'energia elettrica (+93,1 percento), i biglietti dei voli aerei nazionali (+65,4), le bollette del gas (+62,5), lo zucchero (+61,7), il riso (+48,2), l'olio di oliva (+45,5), il latte conservato (+37,4) e il burro (+37).

Per contro, i prodotti che hanno subito una riduzione di prezzo sono stati gli apparecchi per ricezione immagini e suoni (televisioni) (-28,6 per cento), gli apparecchi per la telefonia mobile (-12), apparecchi per il suono (-11,4), test di gravidanza e contracettivi (-10,3) e libri di narrativa (-6,3).

Redazione Cuoreeconomico
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