Pessolani (Coldiretti Basilicata): “Restituire dignità al comparto con invasi e giusta retribuzione”

(Antonio Pessolani, presidente di Coldiretti Basilicata)
Il numero uno dell’associazione agricola sul territorio a CUOREECONOMICO: “Necessarie più risorse in bilancio regionale sulle tante voci ordinarie che vadano a colmare alcune carenze nelle diverse filiere produttive in atto. Poi bisogna investire sulle infrastrutture”
«Ridare dignità al comparto». Questa la richiesta di Antonio Pessolani, presidente di Coldiretti Basilicata, il quale evidenzia le numerose difficoltà vissute dagli agricoltori, da tempo in attesa di misure a supporto del settore.
Troppi i fattori di crisi che, negli anni, sono stati trascurati e che ora necessitano di interventi, pertanto, il numero uno lucano di Coldiretti indica quali siano le priorità da attenzionare e spera che ci sia presto un’azione determinata e risolutiva sulle criticità, a partire dalla realizzazione del piano degli invasi e dalla lotta alla sproporzionata presenza dei cinghiali nel territorio lucano.
In che condizioni versa il comparto lucano?
«Il comparto agricolo in Basilicata, come in tutto il resto dell’Italia, presenta fattori di crisi e fattori di crescita. L’agricoltura subisce la concorrenza sleale delle nazioni mondiali sulle produzioni di cibo che avviene con utilizzo di normative non allineate a quelle dei Paesi europei, che prevedono norme più stringenti.
Basti pensare alla tutela dell’ambiente, alla tutela della manodopera o della salute umana con divieto di tanti farmaci utilizzati in altri Paesi del mondo. Tutto ciò porta a produrre cibo con costi di produzione molto più bassi, che vanno a fare concorrenza al nostro made in Italy.
L’export lucano registra una tendenza positiva come tutto quello nazionale, però bisogna attuare la legge sulle pratiche sleali affinché ai produttori arrivi la giusta remunerazione del prodotto, superiore ai costi di produzione».
Quali sono le priorità di intervento nel settore?
«Il settore agricolo necessita di tanti interventi, ma in via prioritaria oggi, a seguito dei cambiamenti climatici, urgono azioni forti per garantire accumuli sempre più importanti di acqua attraverso la sistemazione degli invasi esistenti e la realizzazione di nuovi.
Noi come Coldiretti abbiamo proposto da anni al governo nazionale e ai vari governi regionali il piano degli invasi tanti laghi diffusi che garantirebbero la risorsa a numerose aziende agricole».
Nel territorio continuano i danni causati dalla sproporzionata presenza dei cinghiali. Qual è la vostra stima?
«Oggi la stima assume un valore non quantificabile solo in termini economici, bensì sociali. I danni vanno oltre l’agricoltura che, ormai scoraggiata, rischia l’abbandono di tanti terreni sino a ieri coltivati.
Troppi incidenti si verificano sulle strade, tanti morti purtroppo si registrano. Oggi anche la peste suina mette a rischio la salute di migliaia di allevamenti suinicoli dei nostri territori».
LEGGI GLI ARTICOLI SU COLDIRETTI
Quali le misure per contrastare il fenomeno?
«Da anni, la Coldiretti protesta a tutti i livelli ed ultimamente è riuscita a far modificare la legge 157. La modifica dell’articolo 19 offre la possibilità di intervenire con piani selettivi di abbattimento nelle aree Parco delle varie specie di fauna in sovrannumero, compreso i cinghiali.
Una grande conquista evocata da tanti, ma ottenuta solo dal pressing della nostra organizzazione. Oggi con eventuali periodi di allungamento della caccia e con Piani selettivi programmati soprattutto nelle aree Parco si potrebbe ridurre il fenomeno».
A breve si voterà per le elezioni regionali in Basilicata. Cosa chiederete al nuovo governo regionale?
«Al nuovo governo regionale e alle tante forze che si cimenteranno, indipendentemente dagli schieramenti politici, chiederemo di inserire più attenzione all’agricoltura.
Prima di tutto, ci vogliono più risorse in bilancio regionale sulle tante voci ordinarie che vadano a colmare alcune carenze nelle diverse filiere produttive in atto, dalla cerealicoltura alla zootecnia e all’ortofrutticolo.
Vi è il tema delle tante infrastrutture agricole, dalla viabilità alla rete idrica ad uso potabile e non, dalla rete internet nelle aziende agricole alla logistica ed ai trasporti.
Sono temi che vanno affrontati con una programmazione di medio e lungo termine. Il settore primario deve essere considerato tale, non si possono solo enunciare dei concetti e poi lasciare capitoli di bilancio vuoti».
Intanto, ottimo il risultato ottenuto da Coldiretti alle elezioni dell’assemblea del Consorzio di Bonifica di Basilicata. Vi aspettavate questo dato?
«Abbiamo lavorato tanto con i nostri soci della Coldiretti nei cinque anni di gestione passata attraverso la consulta e l’assemblea del Consorzio di Bonifica. Quello di oggi è il frutto di tanto lavoro che ha consentito al sistema agricolo di reggere e di avere a disposizione la risorsa acqua in periodi di crisi idrica fuori dalla norma.
Raccogliamo quanto seminato e con il 76 percento di rappresentanza agricola in seno al Consorzio ci poniamo come forza responsabile per la nuova governance dello stesso».
Da qualche settimana è legge il divieto di produzione, distribuzione e importazione del cibo sintetico in Italia. Perché è una misura importante?
«Grazie all’organizzazione territoriale della Coldiretti, siamo riusciti a raccogliere due milioni di firme per una petizione contro il cibo sintetico che ha portato all’evidenza oggi del Parlamento italiano e, quindi, ad approvare un provvedimento “salva agricoltura”.
Si tratta, infatti, di una legge che tutela la salute dei tanti consumatori. Utilizzando il principio di precauzione, la norma vieta la produzione di alimenti sintetici su cui non ci sono sufficienti dati scientifici atti ad escludere eventuali conseguenze sulla salute umana.
Aggiungo che, vietando tali produzioni, si è salvaguardata la tradizione millenaria della nostra biodiversità e con essa milioni di aziende agricole che avrebbero chiuso non potendo reggere la concorrenza di prodotti che con il cibo non hanno nulla a che fare.
Basti pensare che un unico bioreattore potrebbe creare latte o carne per il fabbisogno dell’intera Europa, a quel punto che fine avrebbero fatto le tante aziende zootecniche?».
Di Guido Tortorelli
(Riproduzione riservata)
Per inviare comunicati stampa alla Redazione di CUOREECONOMICO: cuoreeconomico@esg89.com
WHATSAPP Redazione CUOREECONOMICO: 327 70234751
Per Info, Contatti e Pubblicità scrivere a: customer@esg89.com











