Piccinato (Confartigianato Lombardia): “Imprese resilienti alla crisi, ma attenzione a quelle più energivore”

(Carlo Piccinato, Segretario Generale di Confartigianato Lombardia)
Il Segretario Generale della sezione lombarda dell’associazione che rappresenta il settore dell’artigianato e della micro e piccola impresa, a CUOREECONOMICO: ”Non tutte le aziende riescono a scaricare l’aumento delle bollette: occorrono politiche per mettere in sicurezza il settore”
I dati positivi sulla manifattura lombarda. Le sfide sui temi della transizione ecologica e digitale. L’impatto della crisi energetica sulle imprese artigiane lombarde.
Di questi argomenti abbiamo parlato con il Segretario Generale di Confartigianato Lombardia Carlo Piccinato, che ha sottolineato come le imprese lombarde si stiano mostrando estremamente resilienti di fronte alle criticità legate all’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime e come pongano in un ruolo di primo piano i temi legati alla sostenibilità e all’innovazione digitale.
Qual è l’impatto della crisi energetica sulle imprese lombarde? Come le diverse realtà produttive stanno reagendo all’aumento delle bollette e dei costi delle materie prime?
“Le nostre aziende stanno dimostrando una grande resilienza di fronte a un evento così eccezionale della storia economica degli ultimi 30 anni.
L’aumento dei consumi energetici, con bollette dal valore triplicato, è una questione cruciale, che ha un impatto diretto sulla competitività delle imprese.
Per comprendere bene la questione è importante adottare un approccio in grado di valutare i diversi fattori in gioco, distinguendo tra aziende energivore e non, ma anche tra grandi e piccole aziende.
Un altro aspetto importante è poi individuare quali imprese siano in grado di scaricare sul cliente l’aumento dei costi e quali invece non possano farlo, vista la concorrenza sul mercato.
Solo per fare un esempio, i parrucchieri, per i quali il costo dell’energia incide in modo importante, fanno fatica a scaricare l’aumento delle bollette sul cliente finale attraverso l’aumento del prezzo dei loro servizi.
Questo perché le catene dei grandi negozi, gestiti in modo industriale, magari riescono a offrire lo stesso servizio a prezzi più bassi.
In generale, si può dire che non tutte le imprese si trovano nelle stesse condizioni, ma le situazioni variano in base a tutti questi fattori.
Al momento si può affermare che le aziende lombarde stanno per lo più resistendo alla crisi, ma se questa situazione dovesse protrarsi nel lungo termine avrebbe effetti devastanti su tutta l’economia dei Paesi occidentali”.
In situazione di questo tipo quali interventi ritenete prioritari?
“Partiamo da un presupposto: l’Italia è un Paese con un debito pubblico molto elevato. Per questo le operazioni che sono state fatte in Germania, in Francia, in Spagna, in Gran Bretagna, dove il Governo ha messo a disposizione decine se non centinaia di miliardi di euro per aiutare le imprese, da noi non sono possibili.
Quindi quello che si poteva fare è stato fatto, sia dal precedente governo Draghi sia dall’attuale Governo. Lo ribadisco ancora una volta, dal nostro punto di vista, è fondamentale porre grande attenzione a non fare di tutta l’erba un fascio.
In sostanza bisogna distinguere tra quelle imprese che riescono a scaricare i costi energetici o per le quali i costi energetici non sono un elemento determinate, e aziende che invece non possono scaricare questi costi o sono energivore”.
Cambiando argomento, come le imprese lombarde affrontano le sfide poste dalla sostenibilità?
“La sostenibilità è un tema da affrontare nel medio e nel lungo termine. Anche perché per trasformare le abitudini, i cicli produttivi, i modelli organizzativi di un'impresa non basta un corso di formazione. E’ necessario invece lavorare sulla costruzione di una solida cultura della sostenibilità.
In generale tutte le imprese hanno compreso l’importanza di adottare paradigmi produttivi green. Per passare però dalla teoria alla pratica è necessario un percorso graduale.
Moltissime imprese lombarde stanno facendo investimenti in sostenibilità, ovviamente proporzionati alla situazione complessa che stiamo vivendo. Questo sta avvenendo perché è stato ben compreso che puntare su questi temi paga in termini di competitività.
Naturalmente in questo processo virtuoso le politiche industriali che il Governo intende mettere in atto hanno un ruolo centrale. In questo senso è fondamentale, ad esempio, adottare una tassazione che possa premiare chi inquina di meno e, viceversa, penalizzare chi inquina di più.
E’ inoltre fondamentale rendere la sostenibilità una scelta di mercato vantaggiosa. Se si vuole incentivare l'utilizzo delle rinnovabili, queste fonti energetiche non possono costare di più di quelle fossili”.
Invece in tema di digitalizzazione a che punto sono le imprese lombarde?
“La digitalizzazione è ormai diventata un presupposto ineludibile per mantenere le imprese competitive sul mercato. Anche in questo caso, come per la sostenibilità, l’evoluzione dei cicli produttivi sta avvenendo in maniera graduale.
In generale le imprese lombarde sono attentissime a questo tema. È chiaro che la digitalizzazione dei processi produttivi ha un impatto rilevante sugli investimenti delle imprese, che devono poter contare sul credito per realizzare queste operazioni.
Il momento è difficile, perché i tassi di interesse stanno aumentando e quindi investire sta diventando sempre più complicato. Inoltre c'è un tasso di inflazione alto che non è accompagnato da un tasso di sviluppo adeguato, per cui si crea una “stretta del credito” e una conseguente difficoltà a investire.
Il digitale ha invece assolutamente bisogno di investimenti economici, quindi questa situazione sta creando un corto circuito: in sostanza c’è un obbligo a investire, ma non ci sono le risorse economiche per farlo.
Le aziende che invece hanno le risorse realizzano queste operazioni hanno un forte vantaggio rispetto alle altre, in quanto creano un differenziale competitivo rilevante rispetto a chi non può permettersi di destinare risorse all’innovazione.
Per favorire investimenti nel digitale è fondamentale che il Governo metta in atto una politica aziendale strutturale che favorisca meccanismi di detassazione per chi investe e offra un aiuto dal punto di vista di credito”.
Recentemente sono stati diffusi i dati sulla manifattura lombarda. Qual è il quadro emerso?
“I dati sono estremamente positivi e dimostrano lo spirito di resilienza delle imprese lombarde che, nonostante tutte le grandi difficoltà e il momento difficile che stiamo attraversando, restano a galla.
Tuttavia questo livello di crescita si sta gradualmente riducendo. Continuiamo quindi ad avere dei dati positivi, ma questi dati positivi iniziano a decrescere.
Occorre intervenire per evitare che questo rallentamento si trasformi in stagnazione, che un po’ tutti stanno prevedendo per il prossimo futuro. Speriamo che questo scenario non si verifichi.
Per scongiurare questa ipotesi sarà fondamentale che i Governi, e soprattutto l’Europa, mettano in atto delle politiche industriali adeguate.
Si tratta di una sfida che riguarda tutto il continente europeo. Se l'Europa vuole mantenere la leadership nella ricchezza, nella produzione deve consentire al proprio apparato produttivo di essere competitivo”.
Di Monica Giambersio
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